TERRA DEI FUOCHI: UN POLIZIOTTO AVEVA DENUNCIATO IL TUTTO MOLTI ANNI FA, MA NON FU PRESO IN CONSIDERAZIONE

La sua storia andata in onda sulla RAI con Beppe Fiorello protagonista della fiction
letto 1604 volte
io-morto-per-dovere-ferrari-trocchia-fascetta.jpg

Un uomo sapeva già tutto del disastro ambientale nella cosiddetta Terra dei fuochi. Vent'anni fa conosceva nomi e trame di un sistema criminale composto da una cricca affaristica in combutta con la feccia peggiore della malavita organizzata e con le eminenze grigie della massoneria. Aveva scritto un'informativa rimasta per anni chiusa in un cassetto e ritenuta non degna di approfondimenti, ha continuato il suo impegno depositando, nell'ultimo periodo della sua vita, un'altra informativa.

Quest'uomo si chiamava Roberto Mancini, è morto il 30 aprile 2014, ucciso da un tumore. Venerdì 1 aprile, alle 10.30, presso la scuola media Amendola di Sarno, in via Roma, sarà presentato il libro sulla sua vita "Io, morto per dovere". Una grande storia di passione, impegno e coraggio. Questo libro finalmente la racconta tessendo insieme con delicatezza e profondità le testimonianze dei colleghi poliziotti e della famiglia (la moglie Monika, che ha collaborato alla stesura, la figlia Alessia, che aveva tredici anni quando il papà è morto), i documenti, oltre dieci anni di lavoro alla Criminalpol di Roma.

Una storia chiusa per anni nel silenzio e oggi riscoperta, oggetto di una fiction con Giuseppe Fiorello andata in onda su Rai Uno. Venerdì saranno presenti, oltre a Nello Trocchia, uno degli autori del libro, la vedova di Mancini, Monika Dobrowolska, il giornalista Sandro Ruotolo, e don Tonino Palmese.