SCAFATI, CON LE PIOGGE MOLTE ZONE DELLA CITTA’ SI ALLAGANO CON NOTEVOLI DISAGI PER I CITTADINI E LE ATTIVITA’ COMMERCIALI

Il problema non è solo di Scafati, ma anche di Poggiomarino, Terzigno, S. Giuseppe Vesuviano, Striano, e di altri Paesi che gravitano alle falde del Soma-Vesuvio. Cittadine i cui territori formano vasche di laminazione urbane naturali, cioè di accumulo di acque provenienti dal Somma-Vesuvio.
letto 3556 volte
vascadidecantazionenaturale.jpg

Alle prima piogge, Scafati e i paesi dell’Agro e del vesuviano sono costretti a fare i conti con allagamenti ed inondazioni. Queste piogge di fine estate rendono la situazione davvero drammatica, per la protezione civile, il volontariato e i cittadini scafatesi, che non sono stati in grado, da soli, di tamponare gli enormi disagi. Purtroppo le risorse sono esigue e l’amministrazione fa quel che può.

Non si può più attendere. Ma, purtroppo,, tutto quello che è stato messo in cantiere: progettazioni, gare d’appalto, interventi per le zone più colpite, non ha purtroppo immediata soluzione.

La realizzazione della rete fognaria, per alleviare il fenomeno degli allagamenti, continua a grandi falcate e sta interessando molte strade cittadine, con non pochi disagi per i cittadini.

Grazie al lavoro portato avanti insieme ad Arcadis, inoltre, abbiamo ottenuto la variante al progetto in via Nuova San Marzano, che prevede la pulizia e l’ampliamento delle due vasche laterali. Intervento, che risolverà in modo notevole il problema e i disagi dovuti agli allagamenti – dichiara il Sindaco Aliberti, che continua - ma non è finita qui. I lavori per la realizzazione della rete fognaria, entreranno presto nel cuore della città; sono iniziati grazie al nostro impegno e sono fondamentali per la risoluzione del problema degli allagamenti e per il disinquinamento del fiume Sarno. Ci sarà, pertanto, da ‘soffrire’un pò in termini di traffico veicolare, ma siamo sicuri che il fine di questi sacrifici sarà ben compreso dalla cittadinanza che si troverà ad assistere alla più grande opera di urbanizzazione primaria degli ultimi quaranta anni”.

Da più parti, comunque,  si cerca di trovare sempre un colpevole a tutto questo. Ma i colpevoli sono tutti quelli che in questi ultimi 50 anni non sono riusciti a risolvere questo problema assieme al disinquinamento del fiume Sarno, con interventi idonei, intelligenti, inattaccabili e condivisi. Anche la chiusura del canale Conte di Sarno è stata la causa dell’aumento dell’aliquota di acque di scorrimento, che prima venivano drenate da questo canale.

Il Grande Progetto Sarno, criticato da una certa parte della politica, è un tentativo per cercare di fare qualcosa per alleviare questo problema, altrimenti si deve sperare che ci sia sempre il sole, poiché alle prime gocce di pioggia si ripresenterà, come è successo ieri e dalla fine dell’estate, il problema degli allagamenti, anzi, vere e proprie inondazioni. E la gente ricomincerà a sputare veleno gratuito sui sindaci purtroppo bloccati da una burocrazia che non permette loro di agire come vorrebbero e comunque non potrebbero fare molto. 

Il progetto Grande Sarno e le vasche di esondazione (con tutti i dubbi e le critiche che si possano fare sulla localizzazione) restano per ora l’unico tentativo di risolvere il problema degli allagamenti nel nostro territorio. D’altronde, se il progetto non fosse valido, non avrebbe avuto il parere favorevole del VIA (Valutazione Impatto Ambientale) e della Commissione Europea che ritennero il progetto idraulico una soluzione utile per un territorio ormai mortificato da anni e anni di inondazioni. 

Scafati è stato l’unico Comune che sostenne la Regione Campania di Caldoro contro i ricorsi al Consiglio di Stato e al Tar presentati dagli ambientalisti. Ora c’è il Presidente De Luca, a cui la gente chiede però di finirla con gli interventi di somma urgenza, tavoli tecnici, Arcadis, Consorzio di Bonifica, e cercare una soluzione definitiva per risolvere il problema, che, diciamo pure, è difficile da risolvere. Ma qualcosa bisogna pur fare, altrimenti saremo sempre qui a lamentarci e sparare a zero sul sindaco di turno, che nulla può tranne che alleviare il problema. 

Osservando il territorio scafatese dal punto di vista idrografico, si nota che l’area fa parte del bacino del Fiume Sarno. Le acque di precipitazione meteorica si infiltrano generalmente nel sottosuolo, grazie alla buona permeabilità dei terreni superficiali. Solo durante gli eventi pluviometrici di maggiore intensità e durata si registrano aliquote d’acqua di ruscellamento che vengono generalmente drenate dalla rete di canali e fossi presenti nella zona e dalla strada via Passanti (parallela a via della Resistenza) che diventa una zona di ruscellamento delle acque provenienti dal Vesuvio.  

Dal punto di vista idrogeologico, l’area del territorio comunale di Scafati è da attribuire all’unità idrogeologica del Somma-Vesuvio interconnessa con quella della Piana del Sarno,  proprio a cavallo delle due unità idrogeologiche. Se consideriamo il Fiume Sarno come linea di demarcazione delle due zone, settentrionale e meridionale, allora l’andamento dei deflussi sotterranei, a nord, si dirige verso il fiume Sarno, mentre nel settore meridionale c’è una interconnessione fiume-falda che risultano mutuamente influenzati. 

Da tener presente, inoltre, che la falda è alimentata dalle acque sotterranee provenienti dai M.ti Lattari, a Sud. La circolazione sotterranea presenta linee di flusso di falda che vanno verso il fiume Sarno, di cui alimentano anche la portata.  

Quanto detto ci porta a fare delle considerazioni: quando piove dalla mattina alla sera come nei giorni scorsi, sull’area compresa tra il versante meridionale del Somma Vesuvio ed il Bacino del fiume Sarno, con precipitazioni piovose che si sono intensificate a più riprese, capita che il fiume Sarno superi gli argini in vari punti del territorio scafatese e dell’agro. 

A Scafati centro si inonda spesso via Cesare Battisti e verso la foce, in sinistra orografica, in via Ripuaria e via Passanti che diventa un vero fiume con 30/40 cm di acqua. Ma ci sono anche molte altre zone del territorio scafatese interessate da allagamenti, fin dentro il cuore della città, in via Terze e via Corso Trieste ma soprattutto in via Nuova San Marzano. 

Purtroppo Scafati è ubicata alle falde del Somma Vesuvio, dalle cui pendici scorrono le acque di ruscellamento secondo percorsi preferenziali. Quindi, il fenomeno degli allagamenti si verifica in caso di eventi piovosi anche non eccezionali. Di fatto, il territorio di Scafati in destra Sarno, cioè a nord del Sarno, e anche tutte le cittadine viciniore, Poggiomarino, Terzigno, Pompei, sono, di fatto, vasche di laminazione urbane naturali perché raccolgono già le acque provenienti dal Vesuvio. Parte di queste acque inquinate si infiltra anche nel sottosuolo alimentando la falda e ben poca acqua riesce a defluire nel fiume Sarno. 

In tutto questo ci sono, purtroppo, soprattutto colpe dell’uomo. In primis, tutte le vie di scolo delle acque vesuviane, che prima erano semplici canali, oggi sono diventate strade asfaltate e con costruzioni lungo le strade e muretti laterali che impediscono all’acqua di perdersi nei campi. Da qui se ne deduce che l’acqua non fa altro che seguire i suoi percorsi naturali, e via Passanti ne è la dimostrazione, mentre più al centro, si verifica un problema di raccolta di queste acque, che non trovano modo di disperdersi nelle fogne, e qui bisogna intervenire per tenere sempre pulite le griglie e le caditoie, che dovrebbero essere sempre libere da detriti, altrimenti, non potendo assorbire acqua allagano le strade. 

Ma questo è un provvedimento che allevia il problema ma non lo risolve, è importante che ci sia una rete fognaria adeguata e dimensionata in modo tale da raccogliere queste acque o limitare il fenomeno. “E questo si sta facendo. Infatti è in atto proprio il rifacimento della rete fognaria nel territorio scafatese, che non pochi disagi sta provocando alla circolazione per le strade interrotte dai lavori. Ma un piccolo sacrificio oggi non è niente di fronte ai vantaggi del domani”, dice Aliberti. “E’ un’opera da 37 milioni di euro già partita. Completati i lavori nella traverse di via D. Alighieri, via Terze, via Voccolella, via La Pira. In itinere su via Corbisiero, via D. Catalano. Nelle prossime settimane saranno comunicate le altre strade. Tempi? Almeno 18 mesi. Altre due stagioni di piogge prima di avere dei notevoli miglioramenti e un’opera di urbanizzazione colossale”, afferma il sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti. 

Infatti, le fognature ben dimensionate, aiutano sicuramente ad alleviare il problema, ma la cosa principale per evitare gli allagamenti e intercettare le acque di scolo con le vasche famose (l’unico dubbio è la loro localizzazione), così invise agli ambientalisti di facciata. Quindi, cercare colpevoli in queste situazioni è arduo, poiché bisognerebbe risalire a tutti quegli Enti che in 50 anni poco o niente hanno fatto per risolvere questi problemi. In ogni caso, il deflusso naturale delle acque è una delle competenze della Regione.

(segue)