LA "FORTUNA" DI AVERE L'ACQUA POTABILE GRATUITAMENTE ALLE FONTI

La parola all'esperto: il prof.Franco Ortolani, docente di geologia all'Università di Napoli
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L'uomo che amministra le pubbliche istituzioni lo deve fare per il bene dei cittadini di oggi e di domani! Deve fare in modo che le risorse naturali di importanza strategica per la vita e la salute dei cittadini siano attentamente tutelate e conservate: l’acqua potabile prima di tutte! E’ puro buon senso; non c’è bisogno di fare ricorso alle parole di Papa Francesco!

Ora in Campania e Basilicata sta succedendo qualcosa di strano; molto strano! Si sta discutendo, in pratica, se concedere le autorizzazioni ad avviare attività petrolifere sui serbatoi idrogeologici calcarei carnificati che alimentano oltre 8000 litri al secondo di acqua potabile.

Si tratta di acqua di importanza strategica ed insostituibile non solo per l’uso potabile ma anche per l’economia derivante dall’agricoltura irrigua specializzata. Stiamo parlando dei serbatoi idrogeologici lungo il confine tra Campania e Basilicata: i Monti della Maddalena tra il Vallo di Diano e i monti compresi tra Muro Lucano e la valle del Sele sui quali insistono rispettivamente le istanze di permesso Monte Cavallo e Muro Lucano. Le montagne calcaree sono carsificate e caratterizzate da una rete di inghiottitoi e cavità sotterranee che rendono molto permeabile la roccia affiorante e anche molto vulnerabile all’inquinamento come è riconosciuto anche da ENI SCUOLA.

Persone dotate di normale buon senso capiscono immediatamente che tali serbatoi naturali sono una fortuna naturale. Un monumento della natura, un santuario dell’acqua da tutelare e preservare da qualsiasi attività inquinante. Quindi, ci si aspetta che i responsabili istituzionali ai livelli superiori vietino le attività petrolifere. I comuni dietro la spinta attiva dei cittadini hanno già espresso il loro parere dicendo che devono essere vietate le attività petrolifere che sono incompatibili con la tutela dell’acqua potabile.

Autorizzare le attività petrolifere significa condannare irreparabilmente all’inquinamento i serbatoi naturali il che equivale a perdere definitivamente oltre 8000 litri al secondo di acqua potabile. Che sono insostituibili per l’ambiente, la biodiversità e l’economia. Non si possono autorizzare le attività petrolifere con prescrizioni. Non ci sono prescrizioni che possano evitare un misfatto ambientale. L’unica prescrizione sensata è: non si possono effettuare attività petrolifere varie sui serbatoi calcarei carsificati. Punto! Una eventuale autorizzazione da parte ministeriale si configurerebbe come un attentato al bene comune acqua potabile; un misfatto ingiustificabile contro la salute dell’ambiente e dell’uomo che va perseguito in tutti i modi!