CRISI IDRICA, L'ACQUA SOTTERRANEA A SANTA MARINA E POLICASTRO BUSSENTINO (GOLFO DI POLICASTRO): NATURALMENTE AL DI FUORI DELLA SPETTACOLARIZZAZIONE!

Articolo del prof. Franco Ortolani, Ordinario di Geologia presso l'Università Studi di Napoli "Federico II"
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Il 12 agosto 2017 ho pubblicato una nota, inviata pure sulla bacheca del Sindaco di Santa Marina, circa l'iniziativa assunta da costui che con una ordinanza aveva avviato autonomamente le ricerche di acqua potabile con perforazioni. Avevo effettuato una sintetica ricostruzione cartografica degli acquiferi che potevano consentire di reperire acqua. E' noto che vi è la parte sommitale del rilievo chiamato Tempone, sopra l'abitato di Santa Marina, costituito in prevalenza da rocce arenacee poggiante su rocce prevalentemente argillose.

Tale acquifero alimenta varie piccole sorgenti tra cui la principale sembra essere la sorgente Pesce Fritto. E' evidente anche ai bambini che tale acquifero sommitale è alimentato direttamente dalle precipitazioni piovose ed in particolare dall'acqua di infiltrazione zenitale.

In relazione all'assetto strutturale tridimensionale e alla permeabilità delle rocce dell'acquifero avviene un deflusso sotterraneo verso i margini inferiori dell'acquifero stesso, indicato con le frecce azzurre trasparenti. E' inutile dire che l'alimentazione di questo acquifero non ha niente a che vedere con il fiume Bussento che scorre oltre 500 metri più in basso.

Solo a menti particolarmente extraterrestri e dedite alla spettacolarizzazione potrebbe venire l'idea che qualcuno possa avere correlato l'alimentazione dell'acquifero sommitale con il travaso idrico dal fiume Bussento.

Dalle interviste reperibili in rete si evince che con la perforazione fatta eseguire a circa 80 metri di profondità sarebbe stata ritrovata la falda che alimenta le varie piccole sorgenti.

Si vedrà presto quale sia la portata del pozzo; sulla base di una preventiva ricostruzione tridimensionale dell'acquifero si potrebbe valutare anche la possibilità di eseguire qualche altro pozzo, se la portata dovesse risultare esigua, in modo da attingere alle varie parti della falda contenuta nelle rocce.

La spettacolarizzazione dell'evento non ha avuto necessità di una rapida e professionale valutazione idrogeologica. Quindi, come si evince, dal 12 agosto anche lo scrivente era favorevole a valutare la possibilità di perforare l'acquifero sommitale come è stato fatto autonomamente. Naturalmente l'acqua prelevata con pozzi dall'acquifero è sottratta allo stesso bacino idrogeologico che alimenta le sorgentine per cui prima o poi deve essere effettuata una accurata valutazione idrogeologica dell'acquifero.

Per quanto riguarda Policastro Bussentino, lambito dal mare a sud e ad ovest dal fiume Bussento, ho fatto presente che la pianura alluvionale ospita falde alimentate da monte, zenitalmente e, nei pressi del Bussento, anche da eventuali travasi fluviali laterali.

I versanti prevalentemente costituiti da rocce argillose con una copertura di alcuni metri di rocce alterate ospitano una modesta falda, anche solo temporanea, che defluisce verso valle che può contribuire ad alimentare le falde nei sedimenti alluvionali. Si tratta di contributi idrici diffusi e quantitativamente limitati. Naturalmente anche le precipitazioni alimentano la falda dei sedimenti alluvionali.

Ho evidenziato che nei pressi del Bussento il contributo idrico principale proviene dall'acqua fluviale specialmente quando si effettuano prelievi nei pressi dell'alveo. Se l'acqua del fiume è potabile, l'emungimento da un pozzo realizzato a qualche decina di metri di distanza dall'alveo metterà a disposizione acqua potabile. Se invece a monte del pozzo nella valle e nella pianura alluvionale vi sono attività antropiche di vario tipo, scarichi non depurati di varia origine o se l'acqua fluviale si intorbida per vari motivi il nuovo pozzo potrebbe emungere acqua non potabile specie se realizzato fino a circa 10 metri di profondità con falda rinvenuta a 5-6 metri come risulta dalle dichiarazioni rilasciate. Il pozzo realizzato a poche decine di metri dal fiume, secondo le dichiarazioni, ha una portata di oltre 30 litri al secondo (portata massima della pompa usata): sulla qualità dell'acqua non sono disponibili dati ufficiali.

Secondo il sindaco con l'acqua del pozzo vicino al Bussento si potrebbe alimentare tutto il Golfo di Policastro ed effettuare pure l'imbottigliamento.

L'esecuzione dei pozzi è stata spettacolarizzata con varie riprese televisive e brindisi immersi in dichiarazioni un poco esaltate. A parte le sceneggiate mi sembra interessante la utilizzazione della falda dell'acquifero sommitale. Passata questa fase di spettacolarizzazione dovrà essere redatta una relazione tecnico-eeconomico-amministrativa delle attività svolte nell'ambito dell'ordinanza per cui sarà possibile avere a disposizione tutti gli elementi verificabili che caratterizzano le attività di ricerca di acqua potabile.

La posizione assunta da Santa Marina durante questa acuta crisi idropotabile mi sembra interessante in quanto evidenzia la volontà di non sottostare ad una filiera istituzionale dell'acqua potabile che fino ad ora ha dimostrato gravi carenze e l'incapacità di assicurare l'alimentazione idrica durante il periodo estivo come accade da anni.

E' parere dello scrivente che sia assolutamente intollerabile che in un'area ricchissima di sorgenti di acqua potabile si determinino colpevolmente (da parte di tutta la filiera che deve garantire l'acqua potabile ai rubinetti dei cittadini) disservizi che minano la vita civile e la salute dei cittadini e rappresentano un deterrente per lo sviluppo socio economico basato sulla tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e naturali.

L'acqua potabile costituisce un freno anche allo sviluppo del turismo nei centri abitati interni del Cilento, come ho potuto constatare direttamente, in quanto i turisti hanno dovuto abbandonare alcune strutture ricettive nelle quali non era garantito il rifornimento idrico. L'iniziativa di Santa Marina deve fare riflettere serenamente e non davanti ad una telecamera.

Sottolineo che una ricerca seria può essere effettuata nella valle del Bussento tra Sicilì e la foce nei territori di Santa Marina e Torre Orsaia. La valle è riempita con qualche decina di metri di sedimenti alluvionali che contengono falde al di sotto di quella toccata dal pozzo di Santa Marina. Si tratta di accertare prima lo spessore delle alluvioni con indagini geofisiche e poi verificare la qualità e la portata delle falde ed il loro isolamento rispetto all'acqua fluviale.

Le indagini vanno effettuate alcuni chilometri a monte dove non ci sono insediamenti. Gli eventuali pozzi andrebbero realizzati in modo da isolare la parte profonda rispetto ai primi 10-15 metri superficiali. Questa ricerca non risolverà la carenza idropotabile di agosto 2017 che sta finendo ma servirebbe per i prossimi anni.

Oltre la spettacolarizzazione l'iniziativa di Santa Marina rappresenta una chiara testimonianza dei cittadini che si "ribellano" ad una filiera dell'acqua potabile assolutamente inadeguata. Tale inadeguatezza è oltremodo inaccettabile in un territorio ricco di sorgenti con notevole portata, come più volte è già stato evidenziato.

L'iniziativa di Santa Marina, probabilmente, offre spunti amministrativi tali da poter innescare qualche eventuale puntualizzazione. Va comunque raccolta e incanalata in una istituzionale "conduttura" per esercitare una attiva pressione affinchè si risolva positivamente e con una programmazione almeno pluridecennale il necessario rifornimento idropotabile. Santa Marina deve riflettere serenamente sul ruolo da attribuire al pozzo perforato nei pressi del Bussento e deve puntare al restauro geoambientale del litorale dal Torre Oliva a Capitello sinergicamente con le istituzioni sovracomunali in modo da ridare dignità (specialmente dopo le discariche di sedimenti dragati nell'area portuale) e acqua costiera balneabile ad uno dei tratti di spiaggia più belli del Mediterraneo.

Allego di seguito la mia relazione resa nota il 12 agosto 2017 con le due figure annesse.

"Il Comune di Santa Marina senza acqua, come era prevedibile da mesi: il quadro schematico delle principali risorse idriche del territorio comunale più facilmente utilizzabili. Recentemente il Sindaco di Santa Marina ha emanato una ordinanza per reperire acqua nel territorio comunale al fine di integrare la portata dell’acquedotto alimentato da CONSAC. E’ da mesi che era prevista la crisi idropotabile: il presidente di CONSAC ha sempre assicurato che non vi sarebbero stati problemi. Ovviamente i problemi ci sono! Irresponsabile CONSAC e tutta la filiera che deve garantire l’acqua potabile ai cittadini. Il Sindaco in una intervista ha parlato di pozzi da eseguire nella zona alta nei pressi dell’abitato di Santa Marina e nella zona bassa di Policastro. Ho fatto un inquadramento idrogeologico del territorio usando i dati disponibili. Per quanto riguarda Santa Marina si evidenzia un acquifero arenaceo ad ovest dell’abitato esteso per circa 200 ettari che alimenta varie sorgenti di cui non conosco la portata attuale né lo stato di funzionalità delle captazioni. Se presso il Comune hanno già i dati delle sorgenti quali portata e composizione chimica, potabilità è agevole verificare se sia possibile migliorare l’utilizzazione idrica anche mediante qualche nuovo pozzo preceduto da una rapida ma efficace indagine geofisica. Per quanto riguarda Policastro si fa presente che la pianura alluvionale ospita falde alimentate da monte, zenitalmente e, nei pressi del Bussento, anche da eventuali travasi fluviali laterali. Si tratta di verificare portate e potabilità vista l’antropizzazione diffusa della zona pianeggiante. Sicuramente il Comune ha a disposizione dati circa portata e qualità dell’acqua. Attenzione va posta alla eventuale intrusione di acqua salina. Questo il quadro preliminare che metto a disposizione gratuitamente dei cittadini di Santa Marina-Policastro dichiarandomi a disposizione “istituzionale” senza niente pretendere se il mio intervento ha fornito qualche utile elemento di conoscenza che possa contribuire a concludere felicemente la imperdonabile crisi idrica dell’estate 2017 che richiede una totale revisione della filiera che deve garantire l’acqua potabile. Sarebbe scandaloso se la crisi si dovesse ripetere anche la prossima estate."