NAPOLI, SCIAME SISMICO DEI CAMPI FLEGREI DEL 12 MARZO 2018: IL PARERE DEL PROF.ORTOLANI, NEO SENATORE DELLA REPUBBLICA

Prof.Franco Ortolani, Ordinario di geologia presso l'Università "Federico II" di Napoli, eletto Senatore alle ultime elezioni nel M5S
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Lo sciame sismico del 12 marzo 2018 ci ricorda che i vulcani flegrei sono attivi e che il fenomeno bradisismico si può accentuare.

Niente di nuovo! Il territorio è adeguatamente infrastrutturato? Partendo dalla considerazione che circa 500.000 persone abitano in un’area ad alto rischio vulcanico e che ciò rappresenta una anomalia irreparabile si risponde facilmente che il territorio non è adeguatamente infrastrutturato.

Tutti lo sanno…da anni! Non esistono adeguate e numerose vie di fuga che radialmente consentano lo spostamento rapido dei cittadini in caso di allarme pre-eruzione.

I cittadini non sanno nemmeno cosa sia un allarme di evacuazione: nessuno lo ha spiegato. C’è ancora chi mira a costruire nuove case per nuovi cittadini!

C'è poi il fenomeno bradisismico come quello del 1983-85 che sembra riattivarsi. Ma che comporterebbe un rapido sollevamento del suolo?

Centinaia di terremoti di non elevata magnitudo e la dilatazione disomogenea della superficie del suolo come testimoniato con i rilievi giornalieri eseguiti nel 1984. Ciò Causerebbe danni ad acquedotti e fognature e probabilmente alla rete di distribuzione del metano e alle abitazioni in quanto non strutturate per resistere alla dilatazione dei terreni di fondazione e alla rotazione delle strutture in elevazione.

Niente di drammatico (tranne le eventuali dispersioni di gas) come si è verificato nel 1984. Ma non solo case si vorrebbero realizzare: una società privata ha presentato un progetto per la costruzione di una centrale geotermoelettrica sperimentale proprio nella zona in cui si è verificato il terremoto di M 2,4 di ieri 12 marzo 2018. Il progetto prevede la possibilità che i fluidi reiniettati nel sottosuolo causino nuovi terremoti di magnitudo simile a quella dell’evento di ieri.

La mancanza di norme tecniche antibradisismo che garantiscano la sicurezza strutturale ai manufatti e il progetto di centrale sono due argomenti che nelle comunicazioni ufficiali non sono mai stati citati. Però sono fatti veri: perché non dirlo ai cittadini? 

Allego una figura composta da due immagini: quella a destra illustra la ubicazione dell’epicentro dell’evento di magnitudo 2,4 mentre quella a sinistra è tratta dal progetto di centrale geotermoelettrica di Geoelectric che prevede la realizzazione di un impianto proprio nella zona dell’epicentro con pozzi di estrazione e di reiniezione in pressione nel sottosuolo dei fluidi. L’attività della centrale, secondo il progetto, causerebbe sismicità indotta con terremoti simili a quello di ieri 12 marzo 2018. Il progetto è stato contestato dalla Regione Campania e dai cittadini.

La seconda figura illustra alcuni effetti significativi del bradisismo rilevati nel 1984. Se il lento sollevamento registrato finora si accentuerà, evolvendo verso una crisi simile a quella del 1983-84, potrebbero ripetersi gli effetti sui manufatti già rilevati in precedenza. Si potrebbe verificare che con un sollevamento massimo di circa 35-40 cm oltre all’intensificarsi della sismicità inizino anche a rendersi visibili i fenomeni di dilatazione del suolo nelle stesse aree rilevate durante il bradisismo precedente. In tale evenienza, senza fare allarmismo, si avvisano i responsabili istituzionali che la rete della metanizzazione va attentamente e ripetutamente verificata. Manufatti vari ed edifici potrebbero essere interessati da deformazioni e distorsioni i cui effetti potrebbero aggravare le condizioni degli edifici già sollecitati durante il precedente bradisismo. 
Le murature degli edifici consolidati durante il bradisismo 1969-70 mediante catene realizzate per vincolare le strutture portanti ai piani superiori subivano divaricazione alla base. Come evidenziato dal Prof. Luciano Nunziante della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Napoli Federico II i danni e le distorsioni causate ai manufatti dai fenomeni di dilatazione del suolo hanno amplificato gli effetti degli eventi sismici causando danni sproporzionati in relazione alla contenuta magnitudo.