Poggiomarino: PORTE APERTE AL VILLAGGIO PROTOSTORICO

Il sito archeologico rinvenuto presso la località di Longola
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Il Gruppo archeologico "Terramare 3000" in partnership con l'Associazione "Amici del Sarno", il Comune di Poggiomarino e la parrocchia di S. Antonio di Poggiomarino, organizzano, Domenica 8 giugno dalle ore 9,30 alle ore 13, presso il sito del villaggio archeologico di Longola, la prima esposizione dei reperti del villaggio protostorico...

Longola. Un sito archeologico portato alla luce durante la costruzione del bacino di depurazione del fiume Sarno in località Longola a Poggiomarino. Durante lo scavo, gli operai incapparono in alcuni reperti archeologici. La Soprintendenza accorsa sul posto si è così trovata di fronte a testimonianze che hanno rivelato la presenza di un villaggio palafitticolo con una continuità abitativa a partire da prima del XVI sec. a.C. fino al VII sec. a.C. Una scoperta eccezionale per tanti motivi. Anzitutto il villaggio potrebbe essere stato l'antesignano di Pompei poiché, dopo il suo abbandono, la popolazione si sarebbe diretta verso l'area vesuviana. Ma è soprattutto la sua struttura che rende il sito unico: le abitazioni sono infatti strutture palafitticole costruite su isolette ricavate tra canali artificiali. In pratica una sorta di "Venezia", in un luogo nel quale non ci aspettava di trovare nulla del genere. Un capolavoro dell'ingegneria protostorica, visto che l'area era paludosa e venne bonificata dagli indigeni grazie alla creazione di canali ed isole. Il largo impiego di legno come materia prima è testimoniato per la prima volta nell'Italia del Sud. Dalle prime ipotesi sembrerebbe che il sito doveva essere un importante centro di produzione e scambio di beni di prestigio visto che in quasi tutte le abitazioni è stato rinvenuto un forno di fusione per il bronzo. Insomma un centro industriale sulle rive del fiume Sarno. Al momento non si sa quale potrà essere il futuro dello scavo. L'unica certezza sembrerebbe la creazione di un Museo di Protostoria voluto dalla Soprintendenza in cui esporre video, piante e foto dello scavo dell'abitato che si estende per almeno 7 ettari, nonché l'enorme numero di reperti finora venuti alla luce: oltre 500.000 reperti ceramici, 80.000 reperti faunistici, centinaia di reperti in legno, oltre 600 particolari di rilievi in bronzo, pasta vitrea, ambra, ferro, piombo, osso e corno lavorato. Per la prima volta si sta scavando un’area insediativa coeva alle tombe del ferro e dell’orientalizzante della valle del Sarno (IX-VI sec. a.C.) e che colma la lacuna conoscitiva tra le fasi iniziali dell’età del bronzo.