DA NATALE ALLA BEFANA NON HANNO BRILLATO LE FESTIVITA’ SCAFATESI, NIENTE LUMINARIE E STRADE BUIE E PIENE DI BUCHE, RIFIUTI OVUNQUE

Molte strade sono state al buio, la poca luce arrivava dalle vetrine dei pochi negozi che hanno investito in luminarie e abbellito le vetrine, marciapiedi sporchi e rifiuti ovunque. Scritto da Prisco Cutino
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Mai visto festività così, tristi e buie, senza luminarie che abbiano riscaldato e rallegrato l’animo degli scafatesi. In un solo anno Scafati è diventata, da città capofila dell’agro, a Scafati velata di Ozpetek memoria, triste, buia e sporca, ultima delle città dell’agro. E mentre nelle città vicine le luci di Natale, Capodanno e Befana hanno riscaldato l’animo,  a Scafati solo buio e sporcizia ovunque (nella foto i rifiuti a via P.Vitiello ore 12, non prelevati e lasciati lì dal giorno prima). Solo grazie a quelle poche vetrine attrezzate dai negozianti, non si è scesi a livello del Bronx di New York. 

Festività non sentite,  che pure sono passate, ma non è stato solo una fatto di luminarie, molte strade erano al buio per guasti non riparati, e molte sono state le auto finite nelle buche scavate dalla forza dell’acqua e tante sono le richieste di risarcimento danni al Comune.  

A tutto questo si è unita la spazzatura che, chissà per quale misterioso motivo, non è stata e non viene raccolta nei giorni indicati, e a volte rimane lì per giorni con sommo gaudio di cani e gatti che le rompono alla ricerca di cibo, imbrattando così le strade e i marciapiedi (vedi foto). Marciapiedi  sporchi e luridi per i numerosi rifiuti, dove un pedone deve fare lo slalom tra gli escrementi di cane, che padroni poco educati lasciano in strada. Perfino la bellissima fontana realizzata dall’ex Sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, è ferma, con l’acqua putrida che fermenta. 

Alle strade, già abbandonate al degrado e violentate dall’incuria, un drappo di luce le avrebbe addolcite, e  rese vivibili.  

Se le luci riflettono lo spirito delle feste, quelle scafatesi sono state festività all’insegna della sobrietà, della tristezza. Anche i negozianti hanno risentito di questo, con cali nelle vendite. La gente ormai, non attirata dallo sfolgorio delle luci, si è riversata in massa nel vicino Centro Commerciale, dove, almeno lì,  abbondavano luci e spirito natalizio. 

Ci chiediamo, ma era così impossibile trovare almeno sponsors che patrocinassero l’illuminazione scafatese? Non ci sono contributi regionali per queste cose? Fare il Commissario cittadino, non significa rimanere immobili a gestire l’ordinario, vuol dire anche darsi da fare per ottimizzare le risorse e creare opportunità, altrimenti la città muore. E non si venga a parlare di macerie lasciate dalla politica precedente. Prima dell’avvento del Commissario la città era viva, pulita, fiorente e invidiata perfino da Pompei. Un Commissario diviso fra due impegni dimostra di non poter governare una cittadina come Scafati. 

Inoltre, numerose ricerche, condotte da psicologi ambientali, architetti, sociologi e criminologi, hanno indagato sulle relazioni tra degrado urbano, senso di insicurezza dei cittadini, paura della criminalità e aumento del numero dei reati.