PROCESSO SARASTRA: IPOTESI, ‘SE’ E ‘MA’ SU ALIBERTI CHE COMUNQUE AFFRONTA IL SUO CALVARIO TRA CARCERI E ARRESTI DOMICILIARI...

Coppola è tra i teste della prossima udienza del 20 febbraio.
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La prossima udienza del processo Sarastra, che vede come principale imputato l’ex sindaco di Scafati Pasquale Aliberti, si prospetta a dir poco calda. Tra i teste che dovranno rispondere al fuoco incrociato di domande degli avvocati, accusa e difesa, spicca l’ex Pres. Del Consiglio Comunale  dell’amministrazione Aliberti Pasquale Coppola, nonchè candidato alle regionali 2015 in quota Nuovo Centro Destra.

Coppola, finito nel registro degli indagati per voto di scambio aveva già fornito la sua versione dei fatti al pm Montemurro in un verbale dell’11/08/2016. Un nuovo interrogatorio presso la direzione distrettuale antimafia del Tribunale di Salerno del 9/02/2018 da parte del sostituto procuratore Montemurro, sembra discostarsi in maniera evidente dal precedente verbale. Una dichiarazione costruita sul filo di pensieri personali, congetture, di ‘se’ e di ‘ma’ che innescano dei forti interrogativi sull’intera vicenda, gettando ombre su ombre.

“Loreto mi fece presente che la sua organizzazione voleva sostenere anche la mia candidatura oltre quella di Paolino Monica...laddove fossi stato disponibile a favorirli non solo presso l’amministrazione comunale, ma anche attraverso imprese collaterali...per quanto riferitomi da Alfonso Loreto, erano ancora in attesa che il sindaco rendesse concreti con loro i patti presi in occasione della precedente campagna elettorale, per cui necessitavano di estendere la loro influenza anche su altri candidati”. Questo è quello che Alfonso Loreto, collaboratore di giustizia, avrebbe detto a Coppola, secondo le dichiarazioni del verbale del 2016. L’ex  Pres. del Consiglio di Aliberti aveva anche dichiarato di aver visto con i suoi occhi Alfonso Loreto uscire dalla stanza del Sindaco. “Sapevo che Ridosso Andrea aveva espressamente proposto la sua candidatura al sindaco Aliberti e quest’ultimo oppose a tale candidatura il fatto che il nome Ridosso potesse creare problemi, per cui individuarono un altro candidato di riferimento”. Al momento di riconfermare questa versione Coppola cambia registro e si lascia andare ad una serie di precisazioni, rilevate anche dal pm che interroga, basate sui ‘suppongo’, ‘credo’ e ‘deduco’.

Insomma, quelle che un tempo sembravano certezze, oggi appaiono più delle dicerie per sentito dire... “Si, però devo fare una precisazione...il fatto notorio è pubblico, io onestamente non lo so...da quello che ho percepito io...si vociferava sul giornale...”. E’ evidente il passo indietro di Coppola che si aggrappa alle voci di popolo e alle ipotesi della stampa. “Però...voglio fare una precisazione...come ho visto il Loreto, ho visto persone, ingegneri, dottori...era la stanza del sindaco e non mi sento in questo momento di dire che lui se la faceva con i camorristi”. Coppola ‘non se la sente’ di affermare che il Sindaco Aliberti aveva rapporti con il clan e anche il ricordo di Loreto che esce dalla stanza del primo cittadino, dopo aver interloquito con lui, diventa più sbiadito.

Poi c’è la questione dello scambio. Spinelli, attuale collaboratore di giustizia, sostiene che Coppola lo avrebbe raggiunto presso il suo bar a Scafati per chiedergli un sostegno elettorale. “Venne al mio bar tale Coppola mandato dallo zio di mia moglie. Lo stesso mi offriva 500 euro per 30 40 voti”. Una versione, a detta di Coppola nel verbale di Febbraio, ‘bugiarda’, in quanto sarebbe stato proprio Spinelli a chiedergli circa due mila euro in cambio del suo sostegno alle regionali 2015. Coppola, inoltre, dichiara di aver rifiutato e al massimo di aver dispensato semplici biglietti per le giostre. Emerge, inoltre, che l’ex vice di Aliberti non conosceva i trascorsi di Spinelli, sul quale pesa la condanna del 416 bis, oltre ad essere vicino al clan Matrone.

Intanto, in questo valzer di forse e di ma, l’ex sindaco Pasquale Aliberti, trascorreva le sue giornate tra il carcere di Fuorni e gli arresti domiciliari, un incubo senza fine che oggi non è ancora finito. La libertà decisa d’ufficio dal giudice Donnarumma del Tribunale di Nocera Inferiore, non prevede, per il momento, il rientro a Scafati e nei paesi limitrofi, dove continua ad abitare la sua famiglia.

Con Coppola emerge una nuova figura del processo ‘Sarastra’, da teste di maggior rilievo a testimone di un processo connesso, un ibrido a metà strada tra il collaboratore di giustizia e il testimone...un mostro a due teste che in ogni caso, sulla scorta di supposizioni, ha comunque determinato un calvario (quello di Aliberti) tra carceri e arresti, durato mesi...