🔴 DOPO IL #COTUGNO, ECCELLENZA RICONOSCIUTA ANCHE ALL’ESTERO, A #SCAFATI, ABBIAMO L’UNITA’ DI CRISI PIU’ ORGANIZZATA DEL #MERIDIONE.

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Vi racconto una storia...

🔺 E’ la #DomenicadellePalme. Ma non è la solita Domenica delle Palme. Mi sono vestita in fretta per raggiungere il direttore sanitario del Mauro #Scarlato, Maurizio D’Ambrosio. E neanche l’ospedale, questa mattina, sembrava lo stesso di sempre. Ho parcheggiato l’auto e intorno c'era il vuoto, un silenzio angosciante.
Ad accompagnarmi fino all’atrio dell’ospedale solo il rumore delle mie scarpe e la statua di Padre Pio, sempre lì, sempre al suo posto. Nessun #familiare in visita ai #pazienti malati, solo qualche infermiere di corsa, bardato della qualunque. Inizia qui la trafila. Mi fanno compilare una scheda nella sala Triage, nome, cognome e altri dati sensibili. Un’infermiera mi misura la #temperatura corporea e la #saturazione dell’ossigeno. Mi spiegano che al di sotto del 93%, per i pazienti, scatta la procedura di ospedalizzazione. Indosso la mascherina, i guanti e quell’odore penetrante di disinfettante e creolina mi provoca un pizzicore alle narici.
E mentre il personale sanitario effettua questi passaggi obbligati penso, tra me e me, di trovarmi proprio dove volevo essere. Per dovere #morale, per senso di #responsabilità. Per capire, da vicino, cosa accade lì dentro, mentre fuori tutto sembra fermo.

🔺 Arriva il #Direttore, che ho sempre reputato una persona di grande competenza, il papà del Mauro Scarlato. Mi dice con un pò di titubanza: “Consigliere...se la sente di visitare il #reparto?”. Mi aspetto la sua domanda e ne sono felice. Desideravo entrare nel cuore del problema ed ero lì per quello.

🔺 Saliamo al primo piano con un ascensore diverso da quello utilizzato per il trasporto dei pazienti #Covid. Anche qui, come al Cotugno, si segue il criterio della #separazione degli ambienti. Da una parte il percorso dei pazienti, dall’altro il personale sanitario. A Scafati sono arrivati 50 infermieri da quando è stato trasformato in unità di crisi. Si, unità di crisi, perchè non c’è più nulla che ricordi il nostro vecchio #nosocomio. Non ci sono le voci degli operatori sanitari, non ci sono i carrelli con i pasti da portare ai pazienti, sembra tutto ovattato, sospeso in una dimensione parallela. Un intero reparto destinato solo alla cura dei pazienti affetti da questo maledetto #virus.

🔺 Arriviamo nel reparto di terapia sub intensiva. Qui, il direttore mi presenta le responsabili, le dott.sse Imma Mauro e Elvira Genovese, con le quali mi trattengo per qualche minuto, ascoltando con grande interesse la loro esperienza nei reparti di malattie infettive del #Monaldi. Due donne, due #professioniste dalla grande umanità. Ma d’altra parte non si può intraprendere una professione del genere se non ami il tuo lavoro e il genere umano. Ci sono medici e #medici. E ci sono politici e #politici. C’è chi si mette in malattia - e anche questa è una scelta - e chi non ritiene utile contattare, anche solo a distanza, il Direttore sanitario per comprendere cosa stia accadendo all’interno della #struttura. Questo, se riguarda le istituzioni che rappresentano la massima autorità sanitaria faccio davvero fatica a comprenderlo. Ma tant’è.

🔺 In questo reparto ci sono i malati a cui è stato applicato un CPAP o un ventilatore polmonare per le difficoltà respiratorie. Sono quelli più #contagiosi, ma sono vigili e soprattutto sono soli. Non hanno nessuno accanto della propria famiglia. Possono usare solo il #telefono per mettersi in contatto con i propri cari. Gli unici interlocutori sono gli operatori sanitari senza volto, perchè coperti integralmente da tute biologiche, calzari biologici e maschere simili a quelle anti gas. Qualcuno di loro mi fa un cenno con la mano. Non riesco a riconoscerlo. Ma nonostante gli scafandri, la loro #umanità è tangibile, è percepibile. Sono un tutt’uno con il paziente, per tutto il tempo di permanenza diventano di volta in volta fratello, sorella, #psicologi e #confidenti. I loro sguardi sono carichi di umanità e arrivano al cuore. La loro è una #missione, sono più di soldati arruolati, sono i veri eroi di questa battaglia. Gli operatori si sottopongono al tampone ogni 48h e prima di andar via devono fare la doccia. E’ tutto molto organizzato.

🔺 Da qui, ci trasferiamo nel reparto di Terapia intensiva. Il pericolo di #contagio è minore ma i pazienti sono intubati e sono in condizione critiche. Laddove vi è la fase della #polmonite è autorizzato il protocollo del professore #Ascierto. A Scafati sono decedute 4 persone, altre 6 sono guarite. Chi non ce l’ha fatta è andato via nella #solitudine. Questa è la maledizione più grande di questo virus. Ti uccide prima di farlo davvero, perchè ti allontana dagli #affetti e dal calore umano.

🔺 Parlando con i medici, apprendo che a differenza del Cotugno non abbiamo la camera a pressione negativa per la #decontaminazione. Mi rendo conto, però, che tante delle nostre richieste e dei nostri #appelli sono stati ascoltati. Dal 1° Aprile sono stati attivati i reparti di #Radiologia e Laboratorio #analisi h24 e da lunedì aprirà il Pronto Soccorso per i pazienti Covid. Ma il nostro ospedale non è più lo stesso!!

E’ oggi una delle strutture d’eccellenza per il ricovero dei malati di Covid-19!!

🔺 L’#avventura nell’unità di crisi termina. Mentre il direttore mi racconta quanto siano importanti le tute biologiche e il #ricambio di queste ultime, qualche infermiere esulta, sempre con un grande contegno. Un collega per il quale si temeva il contagio è risultato negativo al Covid. ‘Domani ritorna a lavoro!’ dice un’operatrice con gli occhi lucidi. Sento anche io un nodo in gola e tutta quell’angoscia che mi ero portata dentro fino all’ingresso dell’ospedale si tramuta in poco tempo in una grande #energia. Con i miei occhi ho visto i tanti #sacrifici del nostro personale ospedaliero, un ospedale che non è più quello che ricordavamo, pazienti intubati che lottano tra la vita e la morte, il rischio continuo di contagio.

 Per tutto questo, una volta finita l’emergenza, la #battaglia sarà quella di riavere il nostro ospedale con tutti i reparti e di farlo reinserire nella rete dell’emergenza. Senza se e senza ma, fino all’ultimo giorno del mio mandato mi batterò per questo e spero che insieme a me lo facciano tutte le parti #politiche, troppo assenti, troppo indifferenti. E mi aspetto che le #istituzioni, che non hanno avuto il #coraggio neanche di telefonare al direttore sanitario, provvedano a tenere #pulita una città, fino alla #sanificazione delle strade. E mi aspetto punizioni esemplari per chi, dinnanzi a tanta sofferenza e a tanti sacrifici, pensa di compiere atti di #sciacallaggio sul #dramma che stiamo vivendo tutti, nessuno escluso. E’ opportuno che l’unità di crisi di Scafati diventi modello da seguire anche per altri ospedali che accolgono i pazienti Covid e che quest’ultimi siano #controllati dalle istituzioni.

 Questa mattina gli #infermieri hanno donato ai pazienti un ramoscello d’ulivo. A tutti loro, auguro di vincere questa battaglia, di tornare nelle proprie case e dai propri cari. E’ il mio #desiderio più grande in questa #Domenica delle Palme, diversa, surreale, ma che ci vede ancora qui, con gli occhi pieni di #speranza, a lottare per riavere la nostra #vita di sempre.