LA TRAGICA TRASFORMAZIONE DELLA FAMIGLIA E STORIE DI DEGRADO SOCIALE

letto 311 volte
resize.jpg

Le famiglie disfunzionali - come quella in cui sembra aver vissuto la bimba, soprannominata Elsa, abusata e trascurata atrocemente - creano un contesto tossico che intellettualmente ed emotivamente è destinato ad invalidare tutti i suoi componenti.

Nella fattispecie, non soltanto colei che ha subito l’abuso in prima persona, ma anche i fratelli - gli unici familiari a nutrire Elsa, di tanto in tanto con latte e biscotti - sono rimasti vittime della tossicità familiare e, come tali, dovranno essere debitamente seguiti e supportati.

La nostra società è ormai anestetizzata rispetto al dolore reale degli altri. O, almeno, lo resta fino a quando la sofferenza non salta fuori su scala nazionale, grazie all’informazione. Solo allora, come in questo caso, subentra l’indignazione pubblica.
Io, da ex Docente, abituata a confrontarmi da sempre con gli Alunni e le loro Famiglie, mi chiedo dove abbia vissuto Elsa fino ad una settimana fa…Dove erano le istituzioni? L’elenco è corposo e chiama in causa l’intero sistema. Dalla totale mancanza di efficienza da parte del servizio sanitario nazionale, passando per il pediatra ed il relativo controllo sulle vaccinazioni, che risultano mai essere state eseguite.

Per non parlare degli insegnanti e della scuola che Elsa non ha mai frequentato.

È possibile che le Istituzioni statali intervengano soltanto quando le conseguenze sono irreparabili?

La cronaca evidenzia come sempre più spesso si verifichino mutamenti pericolosi in seno alle famiglie.

Pare verificarsi come interi nuclei familiari si ripieghino su se stessi, a danno dei loro componenti più deboli e fragili: i figli.
So bene che essere genitori è indubbiamente faticoso; richiede sacrifici e rinunce, ma soprattutto necessita di Padri e di Madri che sappiano e soprattutto vogliano esserlo.

C’è bisogno di vicini, di parenti che non si riducano a spettatori ciechi e sordi - Dante li avrebbe apostrofati IGNAVI - ma che si impegnino ad essere più vigili.

Per non lasciare che altri bambini sfortunati cadano vittime di una trascuratezza, o di abusi che, con il tempo, può esser loro fatale.

È forse azzardato parlare di “complicità degli indifferenti”? Sicuramente non è più tollerabile nascondersi dietro canoni inopportuni di facile perdono, di buonismo.

I danni subiti da Elsa ed indirettamente anche dai suoi fratelli, sono destinati ad essere incancellabili. Tale dovrà essere anche la condanna di chi avrebbe dovuto amarli e vigilarne l’incolumità.

Di mio, vorrei urlare a noi Tutti Adulti che l’assuefazione sociale alla violenza non ci deresponsabilizza, anzi la vera responsabilità è la complicità che regna tra Quanti insistono ad essere Indifferenti.

Per tutti gli Indifesi,

Magda Della Serra