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"PAROLE CHE LASCIANO LIVIDI" DI MAGDA DELLA SERRA
La maggioranza dei lettori sa, o intuisce a cosa mi riferisco quando parlo di abuso fisico: alcuni segni di esso, come lividi e ferite sul corpo causati da una violenza fisica, dovrebbero risultare facilmente riconoscibili.
Nel caso invece dell'abuso emotivo, ci troviamo di fronte a quella che in tanti tendono ad identificare più come una "zona grigia”, in parte poiché queste forme di sopruso possono essere più difficili da notare, o da interpretare. Eppure, l’abuso emotivo - occasionale o reiterato - è quello che, senza lasciare tracce evidenti sul corpo, colpisce in modo più subdolo, lento ed indelebile la sanità mentale.
In merito all'argomento, sono stati coniati diversi lemmi psico-lessicali, per individuare le sottoforme della violenza: il gaslighting, il love bombing, il ghosthing, le famiglie disfunzionali, i rapporti con personalità narcisiste, ovvero una quantità di ‘devianze’ già da se’ sufficienti per far vacillare il nostro equilibrio emotivo e sentimentale.
Di recente, ai sopracitati si è aggiunto un nuovo termine: lo Stonewalling (tradotto in italiano “alzare un muro di pietra", o come lo chiamano alcuni terapisti, "trattamento del silenzio")
Lo Stonewalling indica una ipocrita forma di "ostruzionismo" emotivo messa in atto da uno dei due partner, un silenzio protratto che può provocare molta frustrazione in chi lo subisce.
In pratica, lo Stonewalling è la tattica, a volte l’abitudine messa in atto da un partner (si verifica anche nel rapporto genitori-figli) il quale, invece di discutere e cercare di risolvere a viso aperto un problema, si disattiva come si spegne uno schermo tv, smette di parlare, di interagire.
Tale pratica discutibile, che può essere introdotta da alcune frasi chiave come: “non ne voglio parlare", si può attivare a metà di una discussione o di punto in bianco, inaspettatamente ed è molto difficile da gestire, perché il silenzio protratto per ore, giorni, mesi può diventare un incubo. Lo sguardo del partner abusante può rimanere fisso verso gli oggetti, il suo interesse sembra trapassare l'altro come se questi non esistesse, l'interesse è tutto rivolto altrove e l'abusato si sente invisibile, impotente, solo.
La cosa peggiore che a volte capita a chi subisce lo Stonewalling, è quella di provare paradossalmente ammirazione verso la persona che la sta infliggendo.
Così quel partner muto può apparire più forte dell’altro, poiché sembra essere superiore, in grado di non raccogliere le provocazioni, si giunge addirittura ad invidiarlo, perché appare calmo e misurato. E se l’assunto recita che la calma è la virtù dei forti, la controparte che sta perdendo la calma diventerà quella debole.
Io credo che in molti casi, si tratta dell’ennesima, crudele tecnica manipolatoria. John Gottman, un ricercatore e medico psicologico che studia da oltre 40 anni la stabilità coniugale, definisce lo Stonewalling come "un modello di comportamento evitante mediante il quale una persona si ritira e si chiude quando si trova di fronte a una discussione conflittuale" e lo reputa uno dei quattro tipi di conflitto che portano le coppie al divorzio, insieme alla tendenza alla critica eccessiva, al disprezzo ed al porsi costantemente sulla difensiva.
Lo Stonewalling viene messo in atto più frequentemente dagli uomini, perché reagiscono alle situazioni di disaccordo con un grado di stress fisiologico maggiore, rispetto alle donne. Gli uomini vi fanno ricorso per difendersi dal disagio, cercando di ridimensionare tutto come se l'altro stesse facendo "un problema dal nulla", o fingendo anche con se stessi che vada tutto bene, quando non è per nulla così.
Tuttavia, nel caso dello Stonewalling, per parlare di abuso è necessario capire se, chi lo sta mettendo in pratica lo fa per proteggersi, perché è troppo sensibile, o perché è cresciuto in una famiglia dalla scarsa comunicazione, esternazione dei sentimenti e lo ha sviluppato come una forma di difesa a cui ricorre spontaneamente. Oppure, bisogna accertarsi se ne fa uso (in questo caso abuso) per manipolare il partner, magari usandolo in combinazione con il gaslighting.
Lo Stonewalling è come un coltello affilato, soprattutto se la vittima ignora il motivo per cui il partner vi sta ricorrendo e farvi ricorso, per plasmare una relazione a piacimento è molto scorretto e non porta mai a buoni risultati, perché azzera il patto tacito di comunicazione della coppia, rendendo il legame tossico.
In un rapporto che funzioni, i partner devono assumersi la responsabilità del proprio comportamento e cercare di entrare in empatia l'uno con l'altro. Non è mai troppo tardi per imparare ad ascoltare, soprattutto la persona che abbiamo accanto e la discussione deve essere solamente un modo per risolvere un problema e non una gara in cui cerchiamo solo di ottenere il punteggio più alto.
Una gara nella quale avere l’ultima parola.
Una gara in cui azzittire, magari per sempre un altro individuo.