🏎IL CAVALLO D’ACCIAIO🚘E LA ROAD RAGE😡DI MAGDA DELLA SERRA

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Sono certa che alla parola STRADA tutti riconducano d’istinto le immagini di movimento, vacanze, libertà…soprattutto libertà. Una parte poi, abbina alla stessa anche i concetti di fretta, velocità, lavoro; pochissimi, invece quelli che d’acchito collegano alla parola strada pensieri quali pericolo, o perfino violenza.

Perché troppo spesso l’asfalto e’ oggi una vergognosa palestra di aggressività, esibizionismo, protervia, spesso proporzionate non alla forza o all’energia del conducente, ma del mezzo che conduce.

L’arroganza, figlia della mancata educazione, e l’inciviltà si nascondono in una cultura che per 50 anni ha celebrato il cavallo d’acciaio, come strumento quasi di potenziamento e prolungamento della propria personalità, costruito sulla follia di concetti lontani dal valore sicurezza.

La SICUREZZA STRADALE è un’esigenza che pervade la società, essa fa a pugni con la velocità, lo scatto, la potenza, parole che nel linguaggio comune si traducono in: “è una bomba”, “è un proiettile”, “va come una scheggia”, “è una freccia” - tutti termini riconducibili ad un’arma, ad un oggetto capace di offendere - eppure si tratta di un’auto, di una moto. Veicoli sui quali siede il bene più prezioso che abbiamo: la nostra vita, quella dei nostri familiari, degli amici e spesso, per lavoro, il destino della nostra azienda, della nostra attività.

Questa cultura dell’inciviltà automobilistica, questo stress da redditività, da fretta spesso neppure motivata, miete centinaia di migliaia di vittime. Sulla china della violenza sulle strade, anche solo verbale non scivolano, come sarebbe più ragionevole pensare, solo giovani strafottenti e forti della loro età e delle loro esplosioni ormonali. No, vi sono anche i padri di famiglia, stimati professionisti, cittadini altrove esemplari, al volante spesso danno il peggio di sé, con atteggiamenti di impazienza ed aggressività molto lontani dal loro stile quotidiano. Anche le donne un tempo miti esploratrici dell’universo asfaltato, oggi tradiscono atteggiamenti di aggressività verbale, non certo consoni alla delicatezza femminile.

A leggere le cronache della strada, molteplici sono nell’arco di un anno gli episodi di aggressività verbale e anche fisica, mossi da futili motivi di circolazione. Tanti i litiganti colpiti da infarto durante un’accesa discussione per “banali motivi di circolazione”, come li definiscono i giornali. Non sono affatto rare, poi, le aggressioni con improvvisati corpi contundenti: ne fanno le spese “le vittime del cacciavite”, la prima arma impropria a portata di mano dell’automobilista.

Ma la violenza stradale e l’autoaggressività toccano punte parossistiche nel mondo giovanile, si pensi alle sconsiderate gare automobilistiche, all’attraversamento degli incroci per scommessa, senza guardare, solo per dimostrare un incosciente coraggio, o altri episodi segnalati dalle Forze dell’Ordine. Allo stesso modo le gare di velocità, il fatto di passare con il rosso, o andare contromano sono azioni che fanno trasparire un’esigenza implicita di aggressività verso sé e verso gli altri e riflettono la ricerca della sensazione di superiorità e sprezzo della vita.

Dunque, sembra che le strade e le autostrade in particolare, siano riservate ai soli professionisti della strada che aggrediscono con la velocità, o si difendono con la stazza. Non è violenza il non fermarsi davanti a un pedone sulle strisce e, al massimo, dribblarlo come un birillo?

La violenza e l’aggressività si sono radicate in una realtà fatta di abbattimenti costanti degli steccati delle regole, “come se - ormai sulla strada fosse diventato vietato vietare”. Sono tanti i racconti misti a stupore che ascolto dagli Uomini in divisa che conosco, nei quali emerge sempre più spesso un plateale disconoscimento del ruolo dell’autorità, quasi si volesse volutamente confonderlo con l’autoritarismo. Sempre più frequenti si segnalano gli episodi di giovani che, magari appena un po’ ebbri, si rifiutano di consegnare i documenti ad una pattuglia, rimangono inchiodati al volante e tantissimi non si fermano all’alt, o addirittura travolgono Chi svolge il proprio dovere.

Si chiama THE ROAD RAGE, LA RABBIA STRADALE.