EX COPMES DIMENTICATA A SCAFATI DOPO IL FALLIMENTO DELLA SOCIETA' PARTECIPATA DEL COMUNE.

L'appello di Gigi Vicinanza della Cisal provinciale al sindaco: "Risposte certe agli imprenditori alle prese con un default figlio della solita burocrazia".
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"Verità sulla ex Copmes di Scafati". A chiederla è Gigi Vicinanza, sindacalista della Cisal provinciale. "Sull'area industriale scafatese è calato il buio dopo il fallimento della società partecipata "Scafati Sviluppo", interamente controllata dal Comune - ha detto Vicinanza -.Da anni non sappiamo più quali siano le sorti dei lavori e di chi ha investito denaro in questo progetto che si è rivelato poi fallimentare. Al momento di quel complesso avveniristico impianto immaginato su carta ci sono le macerie, con qualche coraggioso imprenditore che prova a lavorare in zona tra discariche di rifiuti improvvisate e una burocrazia che ha soffocato ogni cosa".

Per Vicinanza, dunque, va data una risposta agli imprenditori costretti a subire il default della società di trasformazione urbana del Comune scafatese. "Gli imprenditori raggiunti dalla richiesta di revoca, infatti, potranno presentare ricorso e a decidere saranno i magistrati della Sezione civile, con i tempi previsti che potrebbero raggiungere anche i due anni per arrivare a una sentenza - ha continuato Vicinanza - In questo modo la situazione si congelerebbe ulteriormente, permettendo ai possessori dei capannoni di operare ancora nell'area industriale di via Domenico Catalano. Gli scenari che si profilano per gli imprenditori sono sempre i soliti tre: attendere la decisione del Tribunale, trovare un accordo con la curatela fallimentare che vorrebbe dire ripagare quasi interamente il capannone già acquistato in precedenza o rischiare di perdere l'immobile e accedere alla lista dei creditori per ottenere, almeno in minima parte, una parte della cifra spesa per l'investimento iniziale. In tutti i casi, dunque, si prevedere un esborso economico non di poco conto. Ecco perché dal sindaco Cristoforo Salvati mi aspetto una presa di posizione della vicenda, anche in virtù dell'unica area rimasta invenduta al momento: una zona di 47mila metri quadri del valore di 4 milioni di euro".