FIRENZE, TAVOLO SUI PICCOLI COMUNI TENUTOSI ALLA LEOPOLDA 5

L'incontro è stato coordinato dall'on. Simone Valiante (PD)
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Nel corso del dibattito coordinato dall'on. Simone Valiante e che ha visto la partecipazione di diversi amministratori locali, di Piccoli ma anche grandi Comuni, sono emerse alcune problematiche, spunti di riflessione e proposte.

La riforma del Titolo V: i Piccoli Comuni attendono un modello istituzionale adeguato:

  • un vero quadro istituzionale e costituzionale, e non solo una legge di settore, che  favorisca le unioni e ove necessario le fusioni tra i Comuni non c'è mai stata. A volte c'è anche un problema culturale, ma la riforma del Titolo V e il superamento del Regionalismo sono un passaggio fondamentale. Le Regioni devono fare programmazione e controllo e organizzare la gestione a livello territoriale costruendo modelli per le piccole comunità fondati su ambiti territoriali ottimali che tengano conto delle peculiarità e delle vocazioni dei territori. Ci sono comunità che ritengono che le fusioni siano migliori delle unioni e viceversa.
  • Lo Stato deve scegliere una cornice istituzionale e dare la possibilità alle Regioni di adottare le soluzioni migliori in base alle caratteristiche dei differenti territori.
  • le unioni, al di fuori di una cornice istituzionale più complessa, hanno funzionato solo quando sono arrivati incentivi economici.
  • questo processo deve partire dal basso. Imporlo sarebbe disastroso.
  • servono trasferimenti statali certi in tempi certi. Esempio: i fondi non devono arrivare a dicembre, se a novembre i Comuni chiudono i bilanci. E' emersa la necessità di una tassa unica per i Comuni. Si può rivedere anche il meccanismo della stazione unica appaltante prevedendo un costo standard per bene e servizi.
  • le unioni di Comuni devono anche occuparsi di pianificazione urbanistica: bisogna eliminare i piani regolatori comunali e prevedere solo piani regolatori intercomunali, per evitare che i piccoli comuni vadano ognuno per conto proprio, creando confusione.

Dalla discussione sono anche emersi alcuni spunti su Territorio, Sanità e Immigrazione, tematiche sempre più centrali nella gestione dei Comuni.

Territorio:

  • i piccoli Comuni sono il 50% del territorio nazionale e tutto ciò deve diventare un elemento imprescindibile in tutte le scelte normative che si andranno a fare
  • bene la legge sui Piccoli Comuni, ma serve una legge delega sulla gestione dei servizi ambientali, rafforzando e migliorando il testo contenuto nel collegato ambientale in discussione alla Camera. Il pagamento dei servizi ecosistemici diventa un elemento fondamentale di controllo del territorio e di salvaguardia. Per esempio, se l'acqua che arriva dai comuni montani costasse un po' di più nelle città che nei piccoli centri che salvaguardano l'ecosistema attraverso la vita delle comunità, non si farebbe un torto a nessuno.
  • il 90% dell'agroalimentare di qualità del nostro Paese, 4 milioni di ettari di aree protette divenute patrimonio mondiale dell'umanità, sono solo alcuni dei numeri che testimoniano che il FUTURO INIZIA DA QUI. 

Sanità:

  • se il diritto alla salute è costituzionalmente garantito anche al cittadino che vive nel luogo più isolato, è evidente che un modello basato solo sulla riduzione e la chiusura degli ospedali è sbagliato, perchè scoraggia i cittadini e li induce ad abbandonare i piccoli centri. Bisogna quindi costituire un sistema di emergenza che garantisca una mobilità idonea e servizi alternativi di prossimità, concreti e affidabili. Per rendere l'idea: se l'ospedale più vicino è a un'ora di distanza, in 10 minuti devi poter raggiungere un elisoccorso. Come dice De Rita, "l'Italia è anche una realtà di dinamiche periferiche". 

Immigrazione

  • è emersa la proposta di realizzare una Leopolda estiva a Lampedusa, che è un esempio per il mondo nella gestione dei flussi migratori, ma anche un piccolo comune che ha insegnato al mondo l'accoglienza e la dignità.
  • bisogna riflettere sul modello di integrazione che risulta essere ottimale a livello dei Piccoli Comuni. I piccoli centri risultano essere più attrattivi per gli immigrati perchè è più facile l'integrazione nella comunità e il controllo sociale. Il valore stesso di comunità determina una sana integrazione o un'espulsione naturale.