NAPOLI, AL PICCOLO BELLINI "GIANNI" DRAMMATURGIA E REGIA DI CAROLINE BAGLIONI

con Caroline Baglioni, supervisione alla regia Michelangelo Bellani, produzione La società dello spettacolo. Spettacolo vincitore del Premio Scenario per Ustica 2015 e finalista al Premio IN-BOX 2016. Dal 28 marzo al 2 aprile 2017
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Caroline Baglioni ritrova in una vecchia scatola tre cassette registrate vent'anni prima da suo zio Gianni, che lei ricorda come un gigante triste, il cui aspetto la spaventava molto da bambina. «Per dieci anni - spiega l'artista - le ho ascoltate riflettendo su quale strano destino ci aveva uniti. Un anno prima della mia nascita Gianni incideva parole che io, e solo io, avrei ascoltato solo venti anni dopo. E improvvisamente, ogni volta mi torna vicino, grande e grosso, alto tre metri e in bianco e nero.» Dall'ascolto delle registrazioni, dunque, parte una riflessione sulla memoria e sugli affetti, che Caroline decide di portare in scena con questo spettacolo: un'indagine sull'anima, originale e poetica, dove anche la musica ha una forte valenza drammaturgica. Finalista al Premio IN-BOX 2016, lo spettacolo ha vinto anche il Premio Scenario per Ustica 2015 con la seguente motivazione: «Colpisce la trasformazione di un materiale biografico intimo e drammatico in un percorso personale di ricerca performativa: la traccia audio originale di un'esistenza spezzata, come il testamento beckettiano di Krapp, ispira una partitura fisica, gestuale, coreografica in un efficace gioco tra due ambiti scenici che si rivelano anche esistenziali. Un lavoro sulla memoria individuale capace di creare uno spazio di comprensione ed empatia che scuote lo spettatore.

I gentili signori della stampa sono invitati ad assistere allo spettacolo mercoledì 29 marzo.

Durata: 60 min.

Piccolo Bellini dal 28 marzo al 2 aprile 2017

Prezzi: Intero 15€ - ridotto (under 29, over 65, titolari di abbonamento del Teatro Bellini, cral, convenzioni)10€

Orari: feriali h. 21.15 - domenica h. 18.30 

GIANNI
Progetto vincitore del Premio Scenario per Ustica 2015
Spettacolo vincitore del Premio In-Box Blu 2016


ispirato alla voce di Gianni Pampanini di e con, Caroline Baglioni, supervisione alla regia Michelangelo Bellani, c.l.Grugher, 
luci: Gianni Staropoli
suono: Valerio Di Loreto
assistente alla regia: Nicol Martini
organizzazione: Mariella Nanni
produzione: La società dello spettacolo
residenze artistiche: Auditorium Santa Caterina (Foligno InContemporanea) - L'arboreto - Teatro Dimora di Mondaino
si ringrazia la famiglia Baglioni per il sostegno e la collaborazione.

Note artistiche
Avevo circa tredici anni. Mio padre torn a casa e disse che ò era arrivato il momento di occuparci di Gianni. Era un gigante Gianni. Alto quasi due metri, ma a me sembravano tre e nella mia mente è un film in bianco e nero. Gianni sembra oggi un ricordo lontano, ma era lontano anche quando c’era. Era lo zio con problemi maniaco-depressivi che mi faceva paura. Aveva lo sguardo di chi conosce le cose, ma le ripeteva dentro di sé mica ce le diceva. Fumava e le ripeteva dentro di
sé. Gianni non stava mai bene. Se stavamo da me voleva tornare a casa sua. Se stava a casa sua voleva uscire. Se era fuori voleva tornare dentro. Dentro e fuori è stata tutta la sua vita.

Dentro casa. Dentro il Cim. Dentro la malattia. Dentro al dolore. Dentro ai pensieri. Dentro al fumo. Dentro la sua macchina. E fuori. Fuori da tutto quello che voleva. Non aveva pace Gianni. Ogni centimetro della sua pelle trasudava speranza di stare bene. Stare bene è stata la sua grande ricerca. Ma chi di noi non vuole stare bene?
Nel 2004 in una scatola di vecchi dischi, ho trovato tre cassette. Tre cassette dove Gianni ha inciso la sua voce, gridato i suoi desideri, cantato la sua gioia, detto la sua tristezza.

Per dieci anni le ho ascoltate riflettendo su quale strano destino ci aveva uniti. Un anno prima della mia nascita Gianni incideva parole che io, e solo io, avrei ascoltato solo venti anni dopo. E improvvisamente, ogni volta mi torna vicino, grande e grosso, alto tre metri e in bianco e nero.

Motivazione del Premio Scenario per Ustica 2015
"Colpisce la trasformazione di un materiale biografico intimo e drammatico in un percorso personale di ricerca performativa: la traccia audio originale di un’esistenza spezzata, come il testamento beckettiano di Krapp, ispira una partitura fisica, gestuale, coreografica in un efficace gioco tra due ambiti scenici che si rivelano anche esistenziali. Un lavoro sulla memoria individuale capace di creare uno spazio di comprensione ed empatia che scuote lo spettatore."
(Giuria: presidente Antonio Calbi, direttore Teatro di Roma; Silvia Bottiroli, direttrice artistica Santarcangelo Festival; Stefano Cipiciani, direttore Fontemaggiore; Serena Sinigaglia, regista; Cristina Valenti, docente Universit di Bologna, direttrice à artistica Premio Scenario).

Rassegna Stampa
“Il dramma intimissimo e biografico portato in scena riesce a convertirsi su piani di relazione ulteriori,
dimostrandosi capace di trasmettere emozioni e sensazioni che possono appartenere a ciascuno di noi. Anche
qui, il solo-show, la prospettiva micro e personale, vissuta e biografica, diventa filtro – attraverso la lingua
scenica – per parlare dell’uomo d’oggi e del mondo che lo circonda, fra vita e politica” .
(Roberta Ferraresi, Il tamburo di kattrin )
“[...] Una biografia intima e drammatica inscritta in percorso drammaturgico pregiato, in una coreografia di gesti
e di posture della nostalgia. [...] Un testamento poetico ed effimero a cui la Baglioni, con la solerzia necessaria
della sua presenza, mai invasiva, conferisce una straziante verità”.
(Valentina De Simone, Che teatro fa – larepubblica.it )
http://cheteatrochefa-roma.blogautore.repubblica.it/2015/09/10/nuovi-critici-short-theatre-ii-premio-scenario-v-d-s/
“Baglioni non 'interpreta' Gianni, fa di più: lo anima dall’interno, filtrandolo attraverso la propria sensibilità
squisitamente femminile, creando un’efficace partitura fisica e gestuale -
una qualità di movimento che si fa simbolo e mai descrizione”
(Sarah Curati, Paper Street )
http://www.paperstreet.it/cs/leggi/la-nostalgia-dellassenza-o-della-solitudine.html
“Caroline Baglioni diventa zio Gianni in un toccante
originale assolo autobiografico”
(Simone Pacini, Shorttheatre - @twitter.com
“Oltre alla suddetta modalità mimetica e a quella narrativa, azzeccata risulta la scelta registica di entrare in scena
con un mucchio di scarpe, guarda caso scompaiate, per poi utilizzarle come elemento non solo coreografico,
ma quasi con dignità di coprotagonista. […] Efficace e simbolico, poi, è l’utilizzo che ne fa – rituale controcanto
alle scene d’impersonificazione del racconto-fiume in prima persona dell’uomo: quasi solo azioni sceniche, in
cui lei diventa la reginetta del cerchio magico e loro, le scarpe, pedine dotate quasi di vita autonoma e di
autonomo sentire e giudicare.”
(Francesca Romana Lino, rumorscena.com)
http://www.rumorscena.com/06/12/2015/il-teatro-under-35-di-premio-scenario-al-suo-debutto
“Caroline Baglioni si carica sulle spalle i frammenti di un discorso amoroso, proprio dilatando la mancanza
dell’amore. Li sostiene in virtù di una qualità d’attrice cristallina, esperta nel costruire una partitura di gesti mai
casuali, intrecciati alla parola con abilità e coscienza autoriale di ottime prospettive.”
(Simone Nebbia, teatroecritica.net)
http://www.teatroecritica.net/2015/12/caroline-baglioni-vite-di-altra-misura/
“Ed è così che, attraverso una partitura fisica, gestuale, coreografica ben condotta e orchestrata, accompagnata
da musiche che vanno dagli Afterhours a Sergio Caputo, da Venditti a Renato Zero, avviene scenicamente in
modo plausibile la trasformazione di un materiale vocale, affidato solo ai ricordi, di una presenza che sembrava
dimenticata.”
(Mario Bianchi, klpteatro.it )
http://www.klpteatro.it/da-studio-a-spettacolo-i-risultati-alterni-dei-quattro-scenario-2015)
“Vestita di rosa, con lunghi capelli biondi sciolti, la Baglioni riesce a far dimenticare la propria femminilità allo
spettatore: le parole sono quelle dello zio Gianni, che negli Ottanta ha inciso su un nastro, in un umbro grezzo e
terroso, i rigurgiti della sua malattia di vivere. La nipote Caroline, nel restituire quel malessere sul palco, riesce a
compiere uno scarto, astraendo quel dolore in gesti, immagini, oggetti e rendendolo così universale.”
(Maddalena Giovannelli, doppiozero.com)
http://www.doppiozero.com/materiali/scene/scenario-istantanee-dalla-crisi
“La solitudine performativa dell’attrice in scena rende pienamente l’idea di quella vissuta dal personaggio in un
crescendo che porta alla bellissima danza finale di liberazione che se da una parte segna il momento di fine vita
dello zio dall’altra travalica nell’aperta dichiarazione poetica della nipote attrice, solo ora totalmente libera di quel
corpo scenico del quale non resta che una scarpa e una voce.”
(Francesca Giuliani, paneacquaculture.net )
http://paneacquaculture.net/2015/11/28/una-storia-sbagliata-lemarginazione-di-gianni/
“La scena, scarna, dominata dalla fisicit fluida della protagonista che sa muoversi come è à Gianni, goffa e
insicura, sognante e lieve. Le scarpe, tante scarpe abbandonate sulla scena e indossate alternativamente dalla
Baglioni, paiono i frammenti di un esistere che non si riesce a ricomporre in unità, operando una resa simbolica
ed evocativa efficace.”
(Daniele Stefanoni, dramma.it)
http://www.dramma.it/index.php?option=com_content&view=article&id=18500:gianni&catid=39&Itemid=14
“Sola in scena, con una sottoveste lunga, azzurra, semplice, Caroline Baglioni [...] è brava e da un bel ritmo e un
bel respiro al lavoro: si è costruita un personaggio poco convenzionale, nevrotico ma anche misterioso e la sua
voce modula con ritmi e intonazioni l'onda interiore di Gianni che a quanto pare è un personaggio veramente
esistito di cui alla fine si ascolta la vera voce.”
(Anna bandettini, Repubblica.it )
http://bandettini.blogautore.repubblica.it/2016/01/01/2016-tanti-auguri-con-scenario/?
fb_action_ids=808490612610436&fb_action_types=og.recommends
“Una genesi toccante, uno sviluppo coinvolgente, un dipanamento commovente. La realtà che s’intreccia
pesantemente con la finzione drammaturgica, con risvolti poetici e difficili da digerire, macigni da portare sulle
spalle, mattoni da ingoiare. […] tutto trapela senza sosta dai pori della Baglioni, con lucidità e fermezza, e ogni
sera è una rievocazione, un’apparizione, una rinascita, una rivincita: la potenza del teatro.”
(Tommaso Chimenti, Ilfattoquotidiamo.it )
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01/04/premio-scenario-tra-vincitori-e-vinti-ecco-lultima-edizione/2347864/
“affronta ... il tema della malattia mentale, lo sviscera, lo materializza in una storia personale ma universale”
(Barbara Mastria, ArtInTime)
http://www.artintime.it/il-teatro-di-caroline-baglioni/?
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“[…] La Baglioni cadenza una parlata perugina, tronca le parole quel tanto che basta per forgiare una lingua che
non è né italiano né dialetto. Parla in prima persona, ma al maschile. […] Spirali di fumo in controluce s'imprimono
da un lungo bocchino, con lei/lui ascoltiamo le canzoni amate e ascoltate dallo zio come fossimo al suo fianco
[…]. Con lei/lui pensiamo all'intimità di una vita bislacca, allontanata verso i margini, una vita che si chiede «che
cosa è la felicità» […] Con Gianni pensiamo al teatro, all'occasione che offre di prendere parola in prima persona
diventando altro da sé, pur parlando di sé. Un teatro che permette a noi spettatori di vederci riflessi per
frammenti in vite che non sono la nostra, eppure così simili.”
(Lorenzo Donati, Altrevelocita.it)
http://www.altrevelocita.it/teatridoggi/11/la-qualita-dellaria/339/immaginare-un-teatro-nuovo-il-premio-scenario-2015.html
[…] Caroline Baglioni comincia da qui per iniziarci al suo “Gianni”, da un’esplosione di scarpe spaiate sulla scena,
un’esplosione di segni, di frammenti che, nel corso dell’ora di monologo, andranno a formare la linea sottile che
divide il dentro dal fuori, il presente dal passato, il ricordo dal racconto, due spazi scenici che equivalgono ad
altrettanti spazi, passaggi esistenziali. […]
La vita è una ricerca a singhiozzi di un benessere logorato tra falsi miti e il bisogno di essere amati, consumato
come la suola di una scarpa numero 46 e la voce di un “uomo da marciapiede”, quella vera, roca, buia, di Gianni
che ci ricorda, facendoci sorridere e commuovere, che, alla fine, “basterebbe poco, basterebbe un sorriso”.
(Giulia Focardi, Recensito.net )
http://www.recensito.net/index.php?option=com_k2&view=item&id=14594:nelle-scarpe-di-caroline-baglioni-risorgono-i-passi-
“[…] Un’interpretazione davvero affascinante quella di Caroline Baglioni, accompagnata da una regia
squisitamente essenziale. Luci e musica arricchiscono ottimamente la performance. Un palcoscenico semibuio e
tante scarpe diverse bastano per farci immaginare Gianni che cammina per Perugia, la sua città, Gianni che corre
in macchina, Gianni che fuma e registra le proprie riflessioni, con Ringhio, il suo cane, unico amico a tenergli
compagnia insieme ai suoi milioni di ricordi e di pensieri. Quello che nessuno ha mai sentito dire a Gianni è
finalmente venuto fuori attraverso la nipote Caroline. È ciò che forse egli desiderava, mentre registrava la propria
voce. E non c’era modo migliore per terminare: farci sentire un piccolo estratto della voce di Gianni. È il suo
"Stop" che chiude lo spettacolo.”
(Benedetta Colasanti, corrierespettacolo.it )
http://corrierespettacolo.it/gianni-il-cancro-dellanima/
“[…] Gianni è uno spettacolo ben fatto e coinvolgente, la cui protagonista è brava a raccontare al pubblico i
desideri, il dolore e la gioia di Gianni, il gigante alto quasi due metri (che alla sua nipotina sembravano tre) che ci
ha lasciato una testimonianza tangibile e preziosa della sua vita fatta di difficoltà e di speranze. Come le vite di
tutti noi.”
(Alessandro Chiocchia, Femataspettacolo.it )
http://www.fermataspettacolo.it/teatro/gianni-racconto-di-una-vita-complicata
“[…] Da bambina ero molto introversa. Praticamente – ci dice sorridendo – ero così chiusa in me stessa che non
parlavo con nessuno.[…] Il personaggio che probabilmente mi ha segnato di più durante il mio percorso è proprio
Gianni perché è quello che mi ha aperto una “strada”. Grazie a lui ho sentito arrivare uno “scatto” nella mia
crescita non solo in qualità di attrice, ma anche di maturità a livello personale. Viverlo mi ha portato a
comprendere le fragilità nascoste nell’animo umano. […]”
(intervista di Francesca Cecchini, Quartaparetepress.it)
http://www.quartaparetepress.it/2016/03/14/caroline-baglioni-e-il-viaggio-introspettivo-alla-scoperta-di-gianni-intervista/
PASSAGGI TELEVISIVI
RAI5 MEMO L'AGENDA CULTURALE del 25/03/2016
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-c212bec4-9c65-48b5-87dd-6d110ade0f9c.html