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IL PRINCIPE EMANUELE FILIBERTO TRA NEW YORK E IL SAVOIA: INTERVISTA
Da Parigi a New York, in volo d’affari per raggiungere un altro importante traguardo. Ma Emanuele Filiberto di Savoia non perde mai il focus sulla sua squadra. Le ultime delicate vicende non hanno portato a un rallentamento del progetto, nonostante i colpi siano stati durissimi.
𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐄𝐦𝐚𝐧𝐮𝐞𝐥𝐞 𝐅𝐢𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨, 𝐮𝐧𝐨 𝐬𝐠𝐮𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐬𝐮𝐞 𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐞 𝐮𝐧𝐨 𝐚𝐥 𝐒𝐚𝐯𝐨𝐢𝐚 𝐜𝐚𝐥𝐜𝐢𝐨. 𝐄’ 𝐮𝐧𝐚 𝐟𝐚𝐬𝐞 𝐦𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞…
“Lo è sotto tutti i punti di vista. Sto per volare a New York perché tra pochi giorni una mia società, la RoyaLand, sarà quotata in Borsa negli Stati Uniti d’America. Per quanto riguarda invece la squadra, condivido in pieno il comunicato diramato pochi giorni fa dal mio amico Nazario Matachione. Voglio chiarire che il nostro progetto prevede la promozione in Serie B entro 5 anni e siamo in piena linea con l’obiettivo prefissato. Noi abbiamo voluto dare un’accelerazione al progetto, potevamo accontentarci di un anno di transizione, invece abbiamo voluto provarci fin da subito. Ciò, grazie anche al management voluto dal dott. Matachione che ha creato un modello organizzativo aziendale con figure di spessore e all’altezza anche di campionati superiori”.
𝐏𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐟𝐮𝐭𝐮𝐫𝐨, 𝐞̀ 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐮𝐧𝐨 𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐨 𝐬𝐠𝐮𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐚𝐥 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐞. 𝐂𝐢𝐨̀ 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐡𝐢𝐮𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐟𝐢𝐧𝐢𝐭𝐢𝐯𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐜𝐞𝐧𝐝𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐯𝐚𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐚𝐦𝐩𝐨 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐬𝐬𝐢𝐧𝐨…
“Basta parlare di questa storia, perché coloro che hanno provocato l’invasione di campo sono soltanto degli isolati pseudo - tifosi e il loro nome non va associato al Savoia. Da subito abbiamo condannato il gesto sconsiderato di chi non rappresenta la nostra tifoseria. Come società abbiamo deciso di non fare alcun ricorso lasciando che ci sia la certezza della pena per dimostrare il modo in cui abbiamo stigmatizzato l’episodio. I valori del Savoia, di rispetto e legalità, imponevano una condanna e l’accettazione della pena sportiva, che ha generato danni importanti per il nostro club anche d’immagine. L’augurio è che questo errore commesso da isolati tifosi - e non generalizziamo perché il Savoia non è rappresentato da quei tifosi ma da un’intera città - non si ripeta mai più e che concluse queste giornate di squalifica tutto ritorni normale, non che si trasformi in una sorta di fine pena mai. Abbiamo messo in atto delle importanti misure per garantire la sicurezza allo stadio come l’aumento del numero degli steward e abbiamo già attuato il biglietto elettronico pur non essendo obbligatorio in Serie D. A parte questo episodio, è giusto ribadire che nell'ultimo anno e mezzo la tifoseria si è sempre comportata in maniera egregia e siamo dispiaciuti che sia finita all’onore delle cronache per un gruppo ristretto di persone”.
𝐋𝐞𝐢 𝐡𝐚 𝐬𝐮𝐛𝐢𝐭𝐨 𝐩𝐫𝐞𝐜𝐢𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭𝐚̀ 𝐧𝐨𝐧 𝐜’𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐡𝐢𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐚𝐦𝐨𝐫𝐫𝐚…
“E’ opportuno ricordare a tutti che io ho voluto salvaguardare il nome della mia dinastia e per tale motivo sono entrato nel calcio. Conosciamo le grandi difficoltà che abbiamo dovuto vivere, perché la vecchia proprietà piuttosto che cedere a noi la società che era già in vendita, l’ha trasferita ad altri soggetti, quindi siamo stati costretti a rincorrere. Poteva saltare tutto, il Savoia non sarebbe stato venduto e solo grazie alla determinazione che ho avuto e a una squadra di professionisti siamo arrivati al closing. Nonostante bastassero pochi giorni per una due diligence abbiamo dovuto affrontare difficoltà che poi abbiamo superato, eppure per l’amore del nome Savoia e anche grazie al grande lavoro che all’epoca fecero il dott. Vincenzo Sica, il dott. Giuseppe Criscitelli, l’avv. Angelo Parisi e Francesco Servillo con il coordinamento dei legali avv. Carmine Romano e avv. Elio d’Aquino che ne approfitto per ringraziare, consentirono il passaggio di proprietà del Savoia evitando la scomparsa. Spero che la giustizia faccia il suo corso e metta fine a questa vicenda in maniera definitiva, perché da quando siamo subentrati noi, non abbiamo mai consentito di farci fare richieste. Come scritto nel comunicato che specificava la nostra estraneità nella vicenda, avremmo subito denunciato l’accaduto alle autorità”.
𝐒𝐢 𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐚𝐯𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐪𝐮𝐚𝐝𝐫𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐨𝐬𝐢̀ 𝐭𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐟𝐨𝐬𝐬𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐚 𝐠𝐢𝐨𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐨𝐧𝐭𝐚𝐧𝐨 𝐝𝐚 𝐓𝐨𝐫𝐫𝐞 𝐀𝐧𝐧𝐮𝐧𝐳𝐢𝐚𝐭𝐚?
“Guardiamo avanti, perché i disagi sono inevitabili, per tutti: società, squadra e tifosi. Crediamo in Corrado Cuccurullo e alle sue promesse, perché in fondo il sindaco non ha promesso a noi la consegna del Giraud ma alla città. Quindi, speriamo che a giugno possiamo raggiungere l’obiettivo di vincere il campionato di quest'anno e che lui possa portare a compimento il secondo lotto dei lavori allo stadio. Anche perché, per noi, il primo lotto doveva già essere consegnato. Le cose si fanno di pari passo e speriamo che insieme al sindaco riusciamo a raggiungere gli obiettivi prefissati”.
𝐒𝐨𝐧𝐨 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐜𝐨𝐫𝐬𝐞 𝟏𝟎 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐚𝐦𝐩𝐢𝐨𝐧𝐚𝐭𝐨, 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐮𝐧 𝐛𝐢𝐥𝐚𝐧𝐜𝐢𝐨 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐪𝐮𝐚𝐝𝐫𝐚...
“Il bilancio dopo 10 giornate di campionato è comunque positivo. Siamo a -5 dalla vetta e come abbiamo già detto a mister Campilongo la società interverrà sul mercato di dicembre. Ora è importante che le prossime 3 partite ci portino tutti i risultati utili per rimanere agganciati alla vetta. Il calcio, come sappiamo, non è una scienza esatta, ma noi faremo di tutto per poter raggiungere il nostro traguardo”.