IV PARTE, ELEZIONI NELL’ANTICA POMPEI

Molte affinità con il modo di procedere di oggi
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IV PARTE, ELEZIONI NELL’ANTICA POMPEI

Per rendere più efficace la raccomandazione accanto ad essa  o alle scritte normali, in casi sporadici, si aggiungevano i meriti, le lodi, le promesse di quanti sostenevano quella determinata candidatura, specialmente se facevano parte di una organizzazione o erano persone influenti. (FINE TERZA PARTE) 

Ad esempio:

OVIDIUM VEINTONEM

TREBI VALENS FAC. AEBILEM

ET ILLE TE FACIENT

Che tradotto voleva dire:

O Trebio valente, vota come edile

Ovidio Veientone;

egli poi ti sarà favorevole (insomma, proprio come ai nostri tempi: votami e ti farò dei favori)

Molto spesso quando il sostenitore era menzionato nelle scritte la formula O.V.F. era sostituita (o rafforzata) dai verbi “rogare, cupere, velle, etc..”. Anche se il valore era lo stesso, la raccomandazione era più forte e più personalizzata.

Dai numerosi sostenitori emergono alcune persone, poiché la loro garanzia era ricercata. Tra questi notiamo il ricco Loreio Tiburtino, il follatore Vesonio Primo, gli uomini d’affari Fabio Eupore e A.Trebio Valente. Nelle raccomandazioni si mettevano in evidenza, inoltre, le doti morali del candidato, convinti che per amministrare gli affari pubblici, bastava essere onesti, precisando poco le capacità e le competenze.

L’appoggio più forte veniva dai sostenitori riuniti in gruppi che davano un apporto collettivo alla propaganda. Difatti il quartiere nell’ordinamento amministrativo rappresentava una “circoscrizione elettorale” e al momento delle votazioni costituiva una sezione di voto. Aveva il compito di provvedere alla propaganda elettorale, cercare di assicurare l’appoggio ai propri candidati di personaggi autorevoli, ed infine di stringere accordi e intese con altri quartieri. Vi erano le corporazioni di mestieri che per la loro compattezza ed umanità davano un apporto decisivo alle elezioni. Le più famose erano: i gallinari, i pistores, i fullones, etc… Non si possono certo escludere da questi “gruppi di pressione” i religiosi ai quali si ricorreva per sollecitare gli incerti a dare la loro adesione con la promessa di favori da parte delle divinità. Facevano sentire anche la loro opinione i maestri di scuola, molto spesso accompagnati dai loro allievi (ne più ne meno come adesso)

La propaganda elettorale  trovava ambiente favorevole nelle taverne e thermopolia, dove davanti ad un piatto caldo si discuteva meglio sui meriti di un candidato. Anche le donne, che non avevano diritto al voto, partecipavano intensamente alla vita politica e le più impegnate erano le moglie di tavernieri.

Le scritte elettorali per la maggior parte sono state rinvenute lungo le vie importanti, nelle zone più trafficate o sui muri delle case dei cittadini più influenti. Il fanatismo di questa propaganda arrivava anche a profanare i luoghi sacri, come i monumenti sepolcrali. Si scrivevano manifesti anche alla conclusione delle votazioni, quando ormai si conoscevano i risultati. Essi contenevano lodi  per i vincitori, ed erano scritti, ovviamente, da sostenitori soddisfatti dell’esito delle votazioni.

La maggior parte dei manifesti che sono giunti a noi appartengono all’ultimo periodo della vita di Pompei, cioè a quei diciannove anni che vanno dal 62 al 79.

Gli autori dei manifesti erano gli “SCRIPTORES” o esattamente i “PROGRAMMATUM SCRIPTORES”:  persone specializzate in materia. Essi, oltre a dedicarsi a questo genere di scritte, erano addetti anche a trascrivere avvisi di locazione di spettacoli o annunci. Era considerato un mestiere, ma non dava da vivere per un intero anno, quindi era come un secondo lavoro, anche se qualche testimonianza ci dice che per qualcuno era l’unico lavoro.

Non si può affermare con certezza da chi venivano ingaggiati costoro, la cosa certa era che lavoravano a gruppi di notte per non essere disturbati.

Ognuno di loro aveva un compito: c’era il “DEALBATOR” (imbianchino che stendeva un velo di intonaco), lo “SCALARIUS” (colui che portava e reggeva la scala), lo “SCRIPTOR” (colui che scriveva), il “LANTERNARIUS” (quello che faceva luce con la lanterna), e “L’ADSTANS” (garzone).

Ma vi erano anche coloro che facevano tutto da soli, o per mettersi in mostra con i candidati, o per esibirsi come maestri di pennelli, o per ragioni economiche. Vi erano poi i sabotatori che ripassavano per le strade e cancellavano le scritte, non per danneggiare gli scriptores, ma i candidati.

Era difatti una vera e propria lotta (come oggi)  tra sostenitori e avversari di determinati candidati, tra sabotatori e scriptores  e tra gli stessi scriptores, che per antagonismo di mestiere si facevano concorrenza. Difatti essi scrivevano ad un’altezza fuori dalla portata di eventuali danneggiatori e contro costoro riportavano nella stessa scritta qualche maledizione.

Finora abbiamo parlato delle organizzazioni municipali, dei candidati, della propaganda elettorale, dei manifesti, non ci rimane che fare qualche precisazione sulle votazioni. Avevano il diritto al voto tutti i cittadini liberi e di sesso maschile senza distinzione di censo e ceto sociale. La città era divisa in circoscrizioni elettorali, che non erano altro che i quartieri. Il cittadino, il giorno stabilito per le votazioni, si recava nel Foro dove c’era un edificio, il “COMITIUM”, forse già suddiviso in settori, e ordinatamente votava nella sezione a cui apparteneva.

Il voto veniva espresso per iscritto su una tavoletta cerata, sulla quale il votante incideva i nomi dei candidati preferiti e li riponeva nell’urna della propria sezione. Ultimate le votazioni si procedeva allo spoglio e i risultati venivano resi noti, sezione per sezione, al presidente dell’assemblea elettorale che provvedeva a riunirli ed a proclamare gli eletti al primo e al secondo posto per ciascuna delle cariche. Cioè due per il duunvirato e due per l’edilità. Vinceva che fosse stato designato nel maggior numero delle sezioni, mentre il voto di ogni sezione andava a chi avesse riportato ivi la maggioranza. Non bastava quindi avere il maggior numero di voti in assoluto per essere eletti, ma bisognava piuttosto assicurarsi il successo in più sezioni (FINE).