TRAMONTI ROSSO D.O.C. COSTA D'AMALFI 2006

Ottimo con le frittelle fritte di carne. Dal costo di 8 euro
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Non è facile arrampicarsi sugli scoscesi pendii dei monti lattari. La costiera amalfitana è così: bellissima e suggestiva quanto difficile e riluttante alla viticoltura . Il terreno coltivabile è poco ed è tutto da strappare alle rocce, tutto in pendenza.Grazie a questo tipo di terroir però, i vitigni sono ancora a piede franco, salvati dal terreno roccioso, ed i profumi minerali sono estratti non solo dal terreno ma dal mare.

Qui nasce la D.O.C. Costa d’Amalfi che comprende 13 comuni. Tra le sottozone della D.O.C. c’è Tramonti, dove è collocata la cantina San Francesco. Quest’azienda, costituitasi nel 2004, ha circa 10 ettari di proprietà prevalentemente coltivati ad uve rosse , tra cui il piedi rosso l’aglianico ed il tintore ed in minima parte ad uve bianche come falangina biancolella e pepella. Questo tipo di coltivazione e di predilezione per le uve rosse ha origini storiche a Tramonti.

Il rosso per carattere e tipologia si prestava a durare tanto, grazie alla forte componente tannica. Questa caratteristica per i contadini era utile. A loro serviva un vino molto strutturato che riuscisse a superare intatto le torride estati della costiera. Il bianco non rappresentava una vera e propria coltivazione. Erano uve prevalentemente usate per produrre vini beverini e morbidi che servivano a tagliare il rosso così forte.

Di questa storia la cantina San Francesco cerca di farne tesoro. Lottano, infatti, per mantenere in vita e produttive, viti secolari proprio di piedirosso e tintore. Tutto questo non con poco sforzo. Di questa cantina mi è capitata tra le mani una bottiglia di Tramonti Rosso D.O.C. Costa d’Amalfi 2006. E’ un rosso prodotto con piedirosso, aglianico e tintore e rispecchia proprio tutte le caratteristiche del territorio.

E’ un vino difficile da addomesticare. Alla vista è rosso con riflessi violacei . All’olfatto risulta forte ma non troppo complesso. Si sentono subito le note minerali. Al gusto è tannico, sapido e fortunatamente il tintore e l’aglianico sono ammorbiditi leggermente dal piedirosso. Si sentono note terrose ed erbacee che accompagnano poi i frutti rossi. Di una certa freschezza, nel finale , a dispetto delle aspettative, è piuttosto breve.

In costiera servono spesso questo vino con i polipetti affogati o con le cervellatine. Senza disdegnare la tradizione, io lo assaggerei invece con delle polpette fritte di carne di maiale lasciate in bianco. Questa bottiglia costa circa 8 euro .Per chi non ama tutte le chiacchiere sulla storia del vino e lo guarda dunque come un semplice bicchiere di rosso,forse , potrebbe non piacere o non dire tanto.

Sara Marte.