MANOVRA: BRUNETTA, “GOVERNO HA DECISO DI ISOLARSI DA RESTO MONDO E DI FARE DELLA CACCIATA DELLO STRANIERO SUO PRINCIPALE CAVALLO BATTAGLIA”

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“L’Italia sta sprofondando verso una crisi del debito che assomiglia sempre più a quella vissuta in Grecia nel 2011. Mentre una buona parte degli italiani è ancora in luna di miele con il Governo giallo-verde, sedotto dalle promesse elettorali fatte da Matteo Salvini e Luigi Di Maio quali il reddito di cittadinanza, la diminuzione dell’età pensionabile e la flat tax, all’estero, dove la situazione italiana è osservata con più razionalità e realismo, c’è forte preoccupazione per l’atteggiamento di sfida e di disimpegno sui conti pubblici mostrato dall’Esecutivo italiano.

L’agenzia finanziaria Bloomberg, ad esempio, ha dedicato uno speciale a firma di Lorenzo Totaro alla crisi italiana, sostenendo che il gigantesco debito pubblico, unito alla bassa crescita, espone l’Italia al rischio di diventare insolvente nel caso dovesse affrontare nei prossimi anni una nuova crisi finanziaria come quella scoppiata dieci anni fa. Molti analisti vedono nella decisione del governo di fissare la soglia deficit/Pil per il 2019 al 2,4% una mossa che porterà il rapporto debito/Pil su un sentiero insostenibile già nel medio termine. A quel punto, le ricette per risolvere il problema dovranno essere per forza di cose le stesse utilizzate nella crisi di Atene: ristrutturazione del debito italiano, previa approvazione di politiche lacrime e sangue per recuperare liquidità immediata come taglio delle pensioni e degli stipendi pubblici, introduzione della patrimoniale, e svendita dei gioielli di Stato agli stranieri.

C’è un altro grande rischio che, ricorda Bloomberg, può colpire il settore bancario italiano già nei prossimi giorni e che attinge al rapporto esistente tra titoli di Stato e bilanci delle banche. Queste ultime, hanno infatti in pancia miliardi di euro di BTP. Una forte svalutazione del valore dei titoli di Stato, derivante da una nuova crisi del debito e dello spread, provocherebbe la svalutazione immediata di tutto il portafoglio titoli di queste banche, riducendo il valore totale del loro attivo e obbligandole ad accantonare fondi per rischi da svalutazione, riducendo la loro profittabilità, oltre che il loro valore sul mercato. La conseguenza di questa spirale perversa tra rischio sovrano e rischio bancario l’abbiamo già osservata venerdì scorso, quando l’impennata dello spread, dovuta alla decisione scellerata del Governo di alzare la soglia deficit/Pil al 2,4%, ha provocato un crollo del comparto bancario in Borsa, a partire dai principali istituti di credito come UniCredit, Intesa SanPaolo e UBI, che sono arrivate a perdere quasi il -10% in poche ore. Se il valore in Borsa di queste banche dovesse continuare a ridursi per effetto della crisi dello spread, esse avrebbero bisogno di essere ricapitalizzate, già nei prossimi mesi. Dal momento, però, che in Italia capitali freschi non ce ne sono, gli unici che potrebbero metterceli sarebbero i grandi istituti finanziari o i grandi fondi d’investimento esteri. Il risparmio italiano, a quel punto, passerebbe nelle mani dei francesi, degli americani o dei tedeschi. Una vera e propria eterogenesi dei fini, nonché una beffa, per un governo che ha deciso di isolarsi dal resto del mondo e di fare della cacciata dello straniero il suo principale cavallo di battaglia.

Anche il Financial Times dedica un editoriale alla crisi italiana, scrivendo che “i leader politici italiani stanno giocando a un gioco pericoloso”, dal momento che la sfida e l’irresponsabilità fiscale possono peggiorare i problemi di Roma. Nulla da festeggiare per l’Italia dopo le anticipazioni sulla prossima Legge di Bilancio, dal momento che l’aver portato il rapporto deficit/Pil al 2,4% porterebbe la spesa pubblica e il debito pubblico su un sentiero insostenibile. Il quotidiano finanziario della City riconosce che la mossa di Lega e Cinque Stelle è fatta per sfidare apertamente l’establishment europeo in vista delle prossime elezioni europee. Tuttavia, questo gioco pericoloso potrebbe ritorcersi contro proprio al governo italiano”.