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Mariateresa Conte00:25
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UF.ST.SCAFATESE CALCIO20:57
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Portavoce Polizia di Stato20:35
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Barbara Landi20:15
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19:57
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ANTONIO POLLIOSO01:44
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Prisco Cutino01:09
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Nico Erbaggio, Ufficio stampa FC Pompei19:41
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LICIA GARGIULO21:02
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UF.ST.ANNA ROBUSTELLI20:22
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uf.st.Aliberti19:10
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UF.ST.ANNARITA PATRIARCA00:25
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Antonio Di Giovanni23:58
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Nicola Arpaia e Barbara Landi20:48
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Ender comunicazioni18:11
IL TEATRO NELLA ROMA E POMPEI ANTICA: STRUMENTI MUSICALI E COREOGRAFIE (PARTE VII)
La musica faceva parte integrante delle rappresentazioni teatrali e durante gli intermezzi si usavano strumenti come il FLAUTO, la SIRINGA, i CEMBALI, il TAMBURELLO, le CETRA, il doppio flauto (TIBIAE, se ne conoscono 4 tipi: PARES:un modo di suonare in dorico e frigio, corrispondenti in DO, RE e MI, IMPARES, si cambiava modo, DEXTRAE, per gli acuti, SINISTRAE, per i bassi), lo SCABILLUM che era una scatola di legno o di metallo con fessura orizzontale in cui vi era un congegno per percuotere azionato da un pedale (D.Mancioli, Quasar). La TIBIA si usava con l’uso del CAPISTRUM, larga striscia di pelle con un buco che si metteva all’imboccatura dello strumento con lo scopo di ottenere suoni pieni e più puliti. Quanto alla CETRA dai suoni dolci e armoniosi, se ne faceva vibrare le corde con l’aiuto di un pezzo di penna o di legno, il PLECTRUM, cosa questa che non impediva si potesse suonare anche col tocco o il pizzicato delle dita.
Tutti i suonatori di CETRA si chiamavano CITARISTI, mentre il cantante che si accompagnava con la cetra era chiamato CITAREDO. L’orchestra era la sede delle coreografie che consistevano in acrobatiche difficilissime esercitazioni eseguite dai danzatori, funambuli, che, oltre a danzare sulle corde tese seguendo un ritmo musicale, camminavano sulle mani, facevano la ruota, eseguivano capriole, passavano attraverso cerchi in mezzo a spade diritte, e sempre a tempo di musica versavano acqua da un “rithon” in una coppa (fig.2).
Non mancavano danzatrici gaditane, che esibendosi nell’orchestra erano viste molto da vicino offrendo maggiore grazia e attrazione. Fra le numerose danze si ricordano l’EMMELIE, la SICINNIS e la CORDAX, usate particolarmente nella tragedia e nella commedia. La CORDAX, che non fu mai motivo di oscenità, sembra essersi conservata a Napoli con la “TARANTELLA”. Non mancarono danze bacchiche come quella del “TORCHIO” rappresentata da vignaiuoli, la COREA che si eseguiva in tondo e l’HORMUS alla quale prendevano parte ragazzi e ragazze che tenendosi strettamente per mano univano la gentilezza col vigore.