STORIE DI MEZZO, LA LETTERA....

Anonima
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Mamma, oggi sono tornata da scuola, entrata ho posato velocemente la cartella e sono uscita subito fuori per controllare la cassetta della posta.

Quando ho infilato la mano c’era qualcosa, una grossa lettera bianca, candida, senza neanche un segno…solo dietro in basso: Canada, Montrèal, il codice postale e un francobollo a forma di bandiera canadese.

Era lui, mi aveva scritto di nuovo. Ho stretto così forte la busta che l’ho piegata e nel tirare via la mano dalla cassetta mi sono graffiata contro il ferro di quest’ultima.

Sono corsa subito in casa, quasi dimenticavo di chiudere la porta mentre le guance mi arrossivano e prendevano lo stesso colore dei miei capelli, rosso bronzo.

Ho aperto con poca grazia la busta e ne ho preso il contenuto. Un grosso pezzo di carta bianca, sporco di inchiostro rosso e nero. Sai..lui per scrivermi usava una stilografica che sembrava tanto quelle penne d’oca usate nell’ottocento, era magnifico annusare la carta e poter immaginare di sentire il suo profumo.

Eravamo così distanti, eppure sempre così vicini che preferivamo scriverci per posta che per cellulare o computer. A volte facevamo la web, non sopportavo non riuscire a vederlo per più di due giorni. Ma lo scriverci per posta rimaneva il modo migliore di sentirlo vicino a me.

Ora sai quanto mi manca mamma.

Quando ho aperto la lettera oggi, sono rimasta ferma e il respiro mi è mancato per qualche istante. Non era la sua calligrafia, non era la classica penna stilografica ma una semplice penna.. Diceva così:

Cara Caroline, manchi a tutti quanti noi qui da quando siamo partiti, siamo stati tutti tristi, più di tutti Theo, mio figlio, che so bene quanto si fosse affezionato a te, so bene quanto avesse iniziato a vivere per te. Sono Joanne, la madre, ti conosco da quando eri più bassa di uno gnomo da giardino e ha fatto male allontanarmi da te e dai tuoi magnifici genitori.

Caroline non devi piangere, devi essere forte. Caroline adesso chiudi gli occhi, blocca le lacrime e respira perché io farò lo stesso scrivendo questa lettera..non amo le lettere bagnate di lacrime.

Caroline è successa una disgrazia. Theo è stato investito da un camion mentre tornava in bicicletta, il colpo lo ha sbalzato a metri di distanza, non c’è stato nulla da fare.

Caroline ti prego di arrivare fino alla fine di questa lettera perché mi si strazia l’anima, e il cuore di questa povera madre ha smesso di battere da quando ha smesso di battere quello di suo figlio.

In questo ultimo periodo gli eravamo tutti vicino perché sapevano quanto lui stessa male per te, sapevamo quanto gli avesse fatto male allontanarsi da te. Suo padre gli aveva appena comprato un biglietto di andata e ritorno per venire da te, era una sorpresa, voleva essere in tempo per il tuo compleanno.

Era così felice di aver avuto quel biglietto aereo che aveva iniziato persino ad aiutarmi con le faccende di casa, ed entrambe sappiamo quanto fosse pigro. Non piangere Caroline adesso, e leggi quello che ho da dirti.

Al momento dell’impatto, un giornalista si trovava sul luogo. Tutti hanno chiamato soccorsi ed ambulanza, tutti si sono avvicinati e prima di chiuder le palpebre, mio figlio ha chiesto di dire delle cose alle persone a lui care.

Non voglio scriverti ciò che ha detto a noi, perché sul giornale non si parla che di te e lui, la gente è indignata ed il camionista non è stato ancora trovato. “Quando la distanza strazia l’anima” questo è il titolo del vostro articolo, questo è ciò che disse lui.

Non sopravviverò, Caroline. Non mi sento più le ossa e non so chi sono. Vorrei esser affianco a te in questo momento, vorrei averti vista un’ultima volta, abbracciata un’ultima volta, baciata un’ultima volta. Non riesco a mettere bene le parole insieme ma il pensiero di te mi rende vivido anche se il cuore si sta spegnendo.

Oggi immagino si spegnerà la mia vita, ma sappi amore mio che io sono morto su quel volo per il Canada, sono morto quando non ho più incrociato il tuo sguardo, sono morto quando su ogni orizzonte speravo di trovare uno scorcio di speranza di rivederti. Sai… la prossima settimana sarei venuto da te.

Promettimi che sarai forte amore mio, perché sto arrivando, sto arrivando, ho deciso di prendere prima questo volo…ho deciso di addormentarmi con te tutte le sere, per l’eternità.

Perdonami se ho anticipato il mio viaggio, ma questo accade quando la distanza strazia l’anima. Non piangere figlia mia perché lui è con te. Sii forte insieme a me, perchè nulla al mondo è più insopportabile di questa tragedia. Lui era, è e sarà con te.

Ti voglio tanto bene. Joanne”.

Ho letto tutta la lettera di un fiato, senza mai fermarmi.

Le lacrime scendono veloci già da un pò.

Il sangue inizierà a scendere veloce tra poco.

Per un’ultima volta.

Ciao mamma, scusami se troverai qui tutto sporco di sangue, Theo mi sta raggiungendo ed io devo andargli incontro.

Vi voglio bene, ma era inutile continuare a vivere dopo averlo perso.

Ecco mamma, ecco cosa succede quando la distanza strazia l’anima. Calpesta i cuori e taglia i polsi.