CORRELAZIONE TRA EDUCAZIONE AUTORITARIA E CORTECCE PREFRONTALI ED AMIGDALA PIÙ PICCOLE NEI MINORI, ESITI DI UNA RICERCA DELLE UNIVERSITÀ DI STANFORD E MONTREAL

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Genitori severi che minacciano, urlano e percuotono spesso i bambini, o all’esatto contrario ’uso del silenzio ostinato, sono soliti innescare uno stato di pesante incertezza emotiva, come se al minore arrivasse il messaggio “tu non esisti” e tali comportamenti reiterati alterano la struttura cerebrale dei ragazzi, provocando aree meno sviluppate e più ristrette. Detti risultati sono riportati in un articolo pubblicato sulla rivista “Development and Psychology” dagli scienziati dell’Université de Montréal, delò Centre Hospitalier Universitaire Sainte-Justine Research Center e della Stanford University, che hanno valutato l’impatto della genitorialità severa sulla psiche e sulle strutture cognitive dei ragazzi.

Le implicazioni che abbiamo valutato – afferma Sabrina Suffren, Postdoctoral Research Fellow, dell’Université de Montréal – vanno oltre i cambiamenti nel cervello, credo che sia importante che tutti i genitori e la società comprendano che l’uso frequente di pratiche eccessivamente autoritarie può danneggiare lo sviluppo di un bambino”. La ricercatrice precisa che in molte zone del mondo i comportamenti genitoriali eccessivamente severi sono piuttosto comuni e spesso considerati socialmente accettabili.
Affermava Elias Canetti, Nobel per la Letteratura, nel 1981 che ”Ci sono alcuni che nel silenzio raggiungono la loro massima cattiveria”.
Un silenzio determinato e severo, a volte, può risultare più umiliante e devastante rispetto ad un giudizio verbalizzato.
L’uso del silenzio è senza dubbio una delle forme più subdole di abuso emotivo, un’arma invisibile per evitare il confronto diretto e gestire così ogni relazione in modo manipolatorio”.

Lo sviluppo sociale ed emotivo, così come gli aspetti legati allo sviluppo cerebrale dipendono dall’educazione che i bimbi ricevono – prosegue la scienziata Suffren – studi precedenti hanno già dimostrato che i bambini che hanno subito gravi abusi mostrano cortecce prefrontali e amigdala più piccole”.

Il team di ricerca ha valutato un campione di bambini, che sono stati seguiti dalla nascita fino all’adolescenza, monitorati dagli anni 2000 dall'Unità di ricerca sul disadattamento psicosociale dei bambini (GRIP) dell'Université de Montréal e dal Quebec Statistical Institute. Il gruppo di studio ha valutato le modalità di educazione e i livelli di ansia infantile ogni anno, selezionando i bambini che dai due ai nove anni sono stati esposti a pratiche genitoriali più dure.
Uno studio senza precedenti

Questi risultati sono particolarmente significativi – commenta l’autrice – è la prima volta che le pratiche di educazione eccessivamente severe, pur non potendo essere paragonate agli abusi e alle violenze in senso stretto, vengono associate a ripercussioni a livello di struttura cerebrale”.

Questi bambini sono stati esposti a determinati atteggiamenti da parte dei genitori fortemente severi, o abusanti durante tutta l’infanzia – conclude Suffren – per cui le differenze nel loro cervello sono collegate all'esposizione ripetitiva a pratiche genitoriali dure e rigide. Il nostro lavoro rappresenta il primo tentativo di identificare il legame tra il comportamento dei genitori, i livelli di insicurezza, di scarso sviluppo, di ansia dei bambini e l’anatomia del loro cervello”.

Magda Della Serra