OPERAZIONE GENTLEMAN, SEQUESTRATE OLTRE 3 TONNELLATE DI STUPEFACENTI

Un fiume di droga che entra in Italia per vari canali, mesi fa furono sequestrate in due riprese 70 tonnellate di droga che viaggiavano su navi
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Un altro duro colpo alla criminalità organizzata, che avrebbe immesso sul mercato 3 tonnellate di droga. Mesi fa furono bloccate due navi, in tempi diversi, con 70 tonnellate di droga complessive. Un fiume di stupefacenti pronto ad invadere le città italiane. 70.000 tonnellate equivalgono a circa 140 milioni di spinelli/canne. Non conosciamo i prezzi al dettaglio, ma fu sicuramente una mazzata inferta ai trafficanti e agli spacciatori.

Adesso più di 3 tonnellate di stupefacente sequestrato tra cocaina, eroina e marijuana, oltre al rinvenimento di numerose armi (tra cui kalashnikov) e la cattura di un pericoloso latitante, questo il bilancio dell'operazione antidroga denominata "Gentleman" condotta dalle fiamme gialle della sezione G.O.A. del G.I.C.O. di Catanzaro, della sezione G.O.A. del G.I.C.O. di Brescia, della Compagnia di Policoro e dello S.C.I.C.O., culminata oggi con l'esecuzione di nr.32 ordinanze di custodia cautelare in carcere disposte dal G.I.P. di Catanzaro.

Le indagini dirette dai procuratori aggiunti Dott. Giovanni Bombardieri e Dott. Vincenzo Luberto e dal Sostituto Procuratore Dott. Domenico Guarascio, coordinate dal Procuratore Distrettuale di Catanzaro Dott. Antonio Vincenzo Lombardo, in collegamento con la Procura di Brescia, nella persona del Procuratore Aggiunto Dott. Sandro Raimondi, e della Procura di Matera, nella persona della Dott.ssa Alessandra Susca, hanno delineato l'attività delittuosa dei sodalizi criminali riconducibili a Solimando Filippo e Abbruzzese Luigi, ritenuti i soggetti alla cui egemonia risultano soggiogate la locale di Corigliano Calabro e la ‘ndrina degli zingari di Cassano allo Ionio (CS), compagini storicamente dotate di autonomia ed accertata operatività criminale nell'ambito del traffico internazionale di stupefacenti.

Nel corso degli anni "gli zingari" si sono emancipati da una situazione di dipendenza che li relegava ai margini delle associazioni ‘ndranghetistiche sino ad assurgere alla preposizione di un locale di ‘ndrangheta. Due anni di serrate attività di indagine hanno dimostrato come detta organizzazione avesse accesso ai mercati sudamericani, per la cocaina ed a quelli dell'est europeo, per l'eroina e la marijuana, così da importare a prezzi assolutamente concorrenziali ingenti partite di stupefacente.

Le investigazioni hanno svelato l'esistenza di una fitta rete di pericolosi narcotrafficanti internazionali in grado di movimentare grossi quantitativi di marijuana dall'Albania verso l'Italia, avvalendosi di vettori marittimi dell'organizzazione, nonchè di cocaina ed eroina, mediante l'impiego di automezzi modificati nella struttura al fine di ricavarne appositi vani funzionali all'occultamento.

La complessa attività ha consentito di identificare la totalità dei soggetti coinvolti, legati per lo più da "vincoli di sangue" nel rispetto della migliore tradizione ‘ndranghetistica, e di individuare, tra l'altro, i differenti ruoli svolti da ognuno di essi in seno al sodalizio criminoso. L'intera operazione ha permesso di infliggere all'organizzazione rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che, soprattutto, dei mancati guadagni; la droga complessivamente sequestrata, infatti, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato all'organizzazione oltre 45 milioni di euro.

Colpito anche il patrimonio accumulato dai principali arrestati, costituito da beni immobili, quote societarie, autovetture di lusso, ed imbarcazioni.

Ma quanta droga entra in Italia? 6/7 mesi fa la Guardia di Finanza intercettò e bloccò una nave, senza bandiera, con circa 30 tonnellate di hashish, a 50-60 miglia a largo di Pantelleria. L'operazione fu successiva ad un'altra precedente che permise di bloccare un'altra nave con 40 tonnellate di hashish. Le navi percorrevano, in tempi diversi, la stessa rotta: da Gibilterra verso il Mar Nero. In quelle operazioni furono impiegati aerei dotati di sofisticate apparecchiature di rilevamento e delle unità navali d'altura della Guardia di Finanza che effettuano sempre vigilanza aeronavale nel Canale di Sardegna e nello Stretto di Sicilia per il monitoraggio delle rotte commerciali e la prevenzione e repressione dei traffici illeciti verso le coste italiane e comunitarie.

Il pensiero che ci sovviene è che per il quantitativo sequestrato, almeno il triplo entra in Italia senza problemi e immesso sul mercato dello spaccio.