ROMA, SGOMINATA ORGANIZZAZIONE TRANSNAZIONALE DEDITA ALLO SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE

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Ieri, alle prime luci dell’alba, i Carabinieri della Compagnia di Tivoli hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 3 cittadini romeni (due uomini ed una donna), ritenuti responsabili a vario titolo di aver costituito un’organizzazione criminale dedita alla tratta di esseri umani ed allo sfruttamento della prostituzione.

L’indagine, intrapresa a partire dal mese di Marzo 2014 al fine di arginare il dilagante fenomeno della prostituzione di ragazze dell’Est Europa lungo la Via Tiburtina, nel quartiere romano di Settecamini, ha permesso di individuare un’associazione per delinquere, costituita dai tre indagati e da altri individui residenti all’estero, finalizzata alla tratta dalla Romania all’Italia di giovani donne da avviare alla prostituzione, nonché allo sfruttamento delle stesse.

Il meretricio in particolare, che vedeva coinvolte numerose ragazze di età compresa tra i 19 ed i 26 anni, si svolgeva quotidianamente, nelle ore serali e notturne, lungo la citata via consolare.

Le giovani donne da avviare alla prostituzione venivano reclutate dai due uomini direttamente in Romania, tra famiglie in stato di grave disagio economico, dove i predetti effettuavano una vera e propria contrattazione con i mariti ed i fidanzati al fine di spartire gli utili dell’attività di meretricio.

La donna indagata, invece, si occupava di raccogliere dalle ragazze i proventi della loro attività, nonché di “istruirle” mostrando loro le postazioni dove adescare i clienti, acquistare loro abiti succinti ed insegnare “i trucchi del mestiere” per attirare l’attenzione dei clienti ed aumentare i profitti.

Dopo un primo periodo di prova, laddove le ragazze non fossero state ritenute idonee allo svolgimento di tale attività, venivano rimandate in Romania ovvero vendute ad altre organizzazioni criminali operanti nel territorio nazionale.

L’organizzazione ancorché composta da poche persone aveva una struttura stabile con la disponibilità di appartamenti dove ospitare le ragazze e mezzi per accompagnarle nei luoghi dove prostituirsi che da quanto emerso nel corso delle indagini erano oggetto di una vera e propria spartizione territoriale con altre prostitute.