RENZI UNISCE TUTTI I SINDACATI, GENITORI E ALUNNI CONTRO LA SUA RIFORMA DELLA SCUOLA

....E va avanti per la sua strada senza tener conto delle proteste, facendo finta di fare qualche modifica
letto 1498 volte
2-renzi.jpg

E’ stato capace di riunire tutti i sindacati, dal comparto FLC CGIL, CISL scuola, UIL scuola, per finire allo SNALS e GILDA, si sono compattati contro la riforma voluta dal Governo Renzi per “cambiare” la scuola pubblica. I motivi della protesta sono noti: in primis l’autorità data ai Dirigenti scolastici e le modalità di assunzioni dei docenti, le supplenze, la formazione e i benefit, nonché i quiz Invalsi e i soldi stanziati per l’edilizia scolastica.

Per la prima volta lo sciopero del 5 maggio ha coinvolto totalmente una categoria che finora aveva protestato sempre blandamente contro qualsiasi riforma voluta dall’alto. Al contrario del passato, stavolta la categoria docenti si è finalmente decisa a sacrificare qualche soldino per contrastare una riforma assurda. 

La “buona scuola” non si crea dando un potere di vita o di morte ai dirigenti scolastici, che già ne hanno a sufficienza per la verità, ma creando i presupposti per una formazione decente dei docenti.

Comunque il Governo Renzi, vista la compattazione del mondo della scuola e dei sindacati, ha deciso di “correggere” in qualcosa una cattiva riforma della scuola pubblica, che è pubblica e tale deve rimanere. Almeno così vorrebbe fare credere. Ma, come ha detto in tv, non accetta boicottaggi e andrà avanti per conto suo. Infatti la Camera, con quei pochi che votano, ha dato via libera all'articolo 12, relativo alla carta elettronica per la formazione e l'aggiornamento dei docenti. La norma concede ad ogni docente 500 euro all'anno per la propria formazione e l'aggiornamento. Sì dell'Aula della Camera anche all'articolo 13 della riforma della scuola che introduce dal 2016 un bonus per la valutazione del merito dei docenti. Per la copertura del bonus, che sarà assegnato dal dirigente scolastico (sic), sulla base dei criteri indicati dal Comitato per la valutazione, saranno stanziati 200 milioni di euro. Inoltre, l’Aula della Camera ha approvato l’articolo sui super poteri del preside. L’art.9 del ddl Buona scuola, che attribuisce ai dirigenti scolastici il potere della "chiamata diretta" degli insegnanti dei propri istituti, è passato con 214 voti a favore, 100 contrari e 11 astenuti. Il Ministro Giannini dice che non ci sarà nessun preside-padrone ma un dirigente responsabile e valutato, ma sinceramente siamo convinti che questa novità possa aprire la porta a nepotismo, scelte arbitrarie e persino corruzione. 

Caro Renzi, la scuola non è un’azienda, un negozio, una fabbrica. Ci sono le cosiddette "offerte" formative, si cerca di "risparmiare" razionalizzando, i responsabili cioè i "dirigenti" delle scuole possono persino farsi "pubblicità" sui giornali, i "profitti" degli alunni saranno valutati con i test (sigh…); perfino il termine "competenza" è spesso avvicinato al significato della "competizione", cioè di una gara, e non interpretato nel suo senso originario che è "andare insieme" o ancor meglio "arrivare ad uno stesso punto". 

La scuola quindi non è un supermercato o un'azienda dove ognuno può essere illuso dalla pubblicità e poi comprare ciò che desidera; "la scuola è un organo costituzionale" che ha il compito di istruire facendo acquisire conoscenze e competenze, di far crescere e formare cittadini valorizzando la loro persona nel rispetto delle differenze e delle identità di ciascuno e di ciascuna. 

Questi compiti assegnati alla scuola pubblica sono costosi, sia nel senso economico che dell'impegno ma, come recitava uno slogan di qualche anno fa, l'ignoranza costa molto di più. I costi per mantenere la scuola sono pagati dalle tasse che ciascuno dei cittadini italiani paga (o dovrebbe pagare). 

Per quanto riguarda gli “sponsors”, essi sono un pericolo perché c’è il forte rischio che possano condizionare i programmi ed i piani dell’offerta formativa. 

Nel giro di pochi anni, se va in porto la riforma, si moltiplicheranno le scuole private, per chi potrà permettersele, si creeranno le scuole pubbliche di lusso nei quartieri bene delle città e si moltiplicheranno le scuole pubbliche senza risorse e senza speranza nei quartieri popolari e nelle periferie povere. Scuole di serie A e scuole di serie B, scuole per ricchi e scuole per poveri. Un salto indietro di decenni. Cresceranno le disuguaglianze in modo drammatico, di nuovo accadrà che i figli dei dottori faranno i dottori mentre i figli degli operai faranno gli operai. 

La vera rivoluzione sarebbe investire nella scuola per avere edifici sicuri, per avere classi che siano composte da un massimo di 22 alunni, dove l’insegnante lavora insieme agli alunni. Non investire sulla scuola è grave per il futuro dei nostri figli. 

La vera rivoluzione non è dare potere ai Dirigenti Scolastici permettendo loro di scegliersi i docenti. Questo è tipico della scuola privata. Ma sapete cosa significa dare un potere così grande ai Dirigenti? Significa creare tanti piccoli sultanati, dove i Dirigenti faranno il bello e il cattivo tempo. Chi ci dice che un Dirigente di sinistra o di destra, non si sceglierà i docenti in base al colore politico? Magari, raccomandati dal politico di turno? Chi ci dice che i Dirigenti non scelgano i docenti in base a qualche tangente? Certo, la maggioranza di essi è onesta, ma si sa, l’animo umano spesso cede a qualche tentazione. Purtroppo anch’essi sono lo specchio della società. Chi ci dice che un Dirigente non licenzi un docente solo perché lo contrasta nel Collegio Docenti? O perché è di diverso orientamento politico? O perché non vuole sottostare alle sue avances? Oppure sciopera o fa il Delegato di un sindacato che si oppone a lui? Ma poi, dove sono e come si farebbero questi elenchi di docenti altamente qualificati, in base a cosa si dovrebbe decidere le qualità di un docente? 

Chi ha vissuto nella scuola, ha assistito negli ultimi anni, da quando sono scomparsi i Presidi e comparsi i Dirigenti, a Dirigenti impreparati, catapultati al comando di Istituti Comprensivi, senza avere la necessaria esperienza. Esperienza che poi, per fortuna, non tutti però, acquisiscono col passare degli anni sulla pelle dei docenti e degli alunni. Quanti episodi di bullismo sono capitati nella “nuova scuola”? Tanti! Quindi, il potere che hanno adesso basta e avanza! Abbiamo avuto finora una scuola che ha funzionato, nonostante le “riforme” del Ministro di turno. 

Perché non aumentare lo stipendio ai docenti, soldi e “carriera”, facendo in modo che un docente che ha insegnato nella scuola per molti anni, possa aspirare alla dirigenza con competenze certe? Un docente oggi nasce docente e muore docente. Incentiviamolo, facciamo in modo che avere un obiettivo di carriera, anche economico, sia una spinta al miglioramento della sua preparazione. 

Allora avremmo dirigenti sicuramente all’altezza del compito e non Dirigenti che riescono a “dirigere” bene un Istituto solo dopo anni di gavetta. Il dirigente odierno “dirige” grazie a tanti docenti esperti che lo circondano, perché non dare ai docenti la possibilità di arrivare alla dirigenza come si fa in tante aziende? 

Caro Renzi, purtroppo non si governa col gusto di cambiare, ma, prima bisogna che il Popolo ti elegga a quel ruolo, poi bisogna incaricare Ministri competenti, e poi, eventualmente riformare, ma senza “far male alla scuola, ai docenti e agli alunni”. E questa riforma ne siamo certi farà molte vittime.