IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA LE NUOVE REGOLE SULLE PRESTAZIONI ENERGETICHE DEGLI EDIFICI.

Il presidente Antonio Lombardi. “Con lo stop al Superbonus, persa un’altra grande occasione per l’Italia. Il Governo torni sui propri passi e chieda all'UE di predisporre un nuovo Recovery Fund per l’adeguamento degli edifici”
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Era nelle previsioni e lo avevamo ampiamente preannunciato: la Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia del Parlamento europeo ha dato il via libera alla proposta di revisione della direttiva sulle performance energetiche degli edifici.

La proposta recepisce pienamente l'obiettivo delle nuove norme europee: ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo finale di energia nel settore edile dell'UE entro il 2030 e renderlo climaticamente neutro entro il 2050. 

L’Italia, com’è noto, è tra i Paesi che hanno fatto maggiore ostruzionismo, disponendo di un patrimonio immobiliare particolarmente vetusto ed energivoro: l’atteggiamento non ha sortito alcun effetto. Stando al testo approvato in Commissione, gli edifici residenziali dovranno raggiungere una classe di prestazione energetica minima di tipo E entro il 2030 e di tipo D entro il 2033.

L’efficientamento energetico e l’adeguamento sismico - dichiara il presidente nazionale di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi - devono essere tra le priorità del programma di rilancio economico del nostro Paese. Serve un piano del Governo per l’efficientamento delle strutture pubbliche e degli uffici della P.A.”.

Lo stop al Superbonus 110% - unico strumento che ad oggi ha consentito di contenere sensibilmente il consumo energetico degli edifici – rischia ora di rivelarsi un boomerang a causa del blocco dei crediti, con ricadute pesanti su imprese, proprietari e professionisti.

È stato un errore gravissimo ridimensionarlo in prospettiva di una sua cancellazione - commenta ancora il presidente Lombardicreando situazioni di estrema difficoltà a imprese e lavoratori. A livello Comunitario è necessario predisporre un  nuovo Recovery Fund che spinga i Paesi Europei a predisporre investimenti proprio in questa direzione”.

Nonostante la direzione evidente assunta dalle politiche europee, ancora persistono atteggiamenti ostruzionistici e dilatori: “Nessuno pensa – è l’amaro commento del presidente Lombardi – alla grande opportunità economica ed ecologica che ci si pone davanti per il prossimo decennio: quella di rendere le nostre comunità quasi energeticamente autonome”. 

La direttiva votata ieri in Commissione a Bruxelles sull'efficientamento energetico degli edifici è un risultato storico – aggiunge ancora il presidente Lombardi - ed è la dimostrazione che l'Italia con il Superbonus 110% era riuscita ad innescare una "scintilla" oltre due anni fa per avviare questo percorso su scala continentale. Oggi avremmo potuto essere il Paese capofila e d’esempio per l’intera comunità europea”.

I risultati raggiunti dal Superbonus in questi anni per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici, del resto – stando agli ultimi dati ENEA – sono davvero strabilianti: investimenti per 65,2 miliardi di euro pari a 71,7 miliardi di detrazioni fiscali.

A gennaio c’è stato un aumento dei lavori pari a 3 miliardi di euro rispetto a dicembre, quando gli investimenti sono cresciuti di 4 miliardi rispetto a novembre.

A settembre 2022, nonostante le continue modifiche (e i freni imposti alla cessione dei crediti) c’è stato un aumento di 8 miliardi degli investimenti. A riprova dell’enorme interesse “che andrebbe sostenuto e incoraggiato e non certo svilito e ostacolato” commenta il presidente Lombardi”.

Tornando ai dati ENEA, l’investimento medio si conferma maggiore nei condomìni, dove gli interventi costano ovviamente di più, ed è pari a quasi 595mila euro. Scende invece a quasi 114 mila euro nelle unifamiliari e a 97mila euro nelle unità immobiliari funzionalmente indipendenti.

Secondo l’Enea, le asseverazioni collegate al Superbonus sono più di 372mila: 51mila nei condomìni, 215mila nelle unifamiliari e 106mila nelle unità immobiliari funzionalmente indipendenti.

Guardando al dato complessivo degli ultimi mesi, il numero delle asseverazioni va di pari passo con la crescita degli investimenti.

A gennaio sono state presentate 12.863 asseverazioni. L’aumento è stato più contenuto rispetto a dicembre, quando il numero delle asseverazioni è cresciuto di 20.490 unità rispetto a novembre. Ciò in quanto dal 2023 l’aliquota della detrazione è scesa al 90% per unifamiliari e condomìni e solo in pochi casi si continua ad usufruire del Superbonus 110%. 

Anche se, sulla base dei dati Enea sul Superbonus, gli investimenti e il numero di interventi continuano a crescere, bisogna fare i conti con le risorse, che ammontano complessivamente a 33,3 miliardi di euro.

L'esaurimento delle risorse e le difficoltà nella cessione del credito continuano a disincentivare gli interventi di efficientamento energetico. “Le imprese – spiega il presidente Lombardi - di fronte alla prospettiva di non smaltire il credito fiscale, hanno sempre maggiori difficoltà a praticare lo sconto in fattura con la conseguenza che tutto ciò potrebbe tradursi in un rincaro dei lavori per il privato. Anche perché è bene ricordarlo, diversi soggetti, anche istituti di credito, che oggi si dichiarano disponibili a rilevare i crediti, lo fanno a condizioni quasi usuraie, trattenendo circa il 30% dell’importo del credito a cassetto, per la monetizzazione dello stesso”. 

Positive le iniziative intraprese da diverse Regioni e Province di comprare i crediti fiscali bloccati nelle banche, utilizzandoli in compensazione. L'idea, partita in Sardegna, sta prendendo piede anche altrove.

Lanciamo un appello a tutte le Regioni affinché seguano l’esempio di Sardegna e Piemonte, acquisendo i crediti fiscali oggi incagliati nei rispettivi territori” è la conclusione del presidente Antonio Lombardi