CASAL VELINO (SA), 5 PERSONE MINACCIAVANO IMPRENDITORE DI STABILIMENTO BALNEARE PER INDURLO A VENDERE. DENUNCIATI E ARRESTATI

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Casal Velino Marina è una ridente località balneare del Cilento, tra Pioppi e Ascea. Una località che conosco bene per aver insegnato, agli inizi della mia carriera, nella locale Scuola Media "Domenico Lista", e per avere in loco parenti, e dove spesso sono andato in vacanza con la mia famiglia.

E' considerata una località per un turismo familiare di massa, per la facilità con cui si può raggiungere. Ha avuto nel 2010 anche la bandiera blu. E' un territorio a bassa sismicità, zona 3. E' divisa in due parti. Casal Velino Marina e il borgo in collina. Il borgo, denominato precedentemente Casalicchio, dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di Pollica, appartenente al Distretto di Vallo del Regno delle Due Sicilie. Con l'annessione al Regno di Sardegna ha cambiato il toponimo in Casal Velino, ma anche Casalvelino in atti pubblici. Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia ha fatto parte del mandamento di Pollica, appartenente al Circondario di Vallo della Lucania. Il clima è ottimo. D'inverno mediamente la temperatura si avvicina ai 7°-8°, d'estate, Agosto in particolare, mediamente 26°. Ma c'è una notevole differenza tra giorno e notte. Si dorme bene, per l'aria fresca che arriva dalle colline circostanti.

E' quindi, facilmente appetibile da speculazioni edilizie, e in passato ha avuto una crescita esponenziale di abitazioni, oggi fittate ai vacanzieri. E' appetibile, purtroppo, anche da personaggi privi di scrupoli, come è il caso delle 5 persone arrestate, originarie di Cava de' Tirreni, San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano, i quali volevano impossessarsi di uno stabilimento balneare di proprietà di un imprenditore cinquantenne salernitano e per farlo, oltre alle estorsioni e alle minacce, avevano anche aggredito l’uomo e incendiato la sua auto.

Veniamo ai fatti. Il gestore di uno dei 4 o 5 lidi balneari della Marina di Casalvelino, fin dall'estate del 2012, subiva continuate minacce e violenza ai suoi familiari ad opera dei 5 personaggi di cui abbiamo detto prima, oltre ad estorsione, danneggiamento seguito da incendio e sequestro di persona. Non potendone più e non volendo cedere ai ricatti e minacce dei 5, l'imprenditore finalmente li ha finalmente denunciati.

Le indagini però erano iniziate il 22 settembre del 2012, quando a Casal Velino, i vigili del fuoco intervengono per salvare dalle fiamme un’auto ed deposito di attrezzature balneari di proprietà di un imprenditore del posto. Questo episodio aveva già insospettito i carabinieri di Acquavella (una frazione di Casal Velino), i quali, coordinati dal pm Alfredo Greco, avevano avviate le indagini ed individuano i responsabili dell’incendio, grazie alle telecamere di sorveglianza. Da qui i carabinieri scoprono che questo incendio era solo l’ennesimo atto di violenza subito dall’imprenditore, che in passato aveva chiesto 20.000 euro ad uno dei cinque, originario di Ottaviano. I 20.000 euro concessi, nei piani dei 5 criminali, erano solo un mezzo per ottenere lo stabilimento balneare, infatti, gli fu chiesto di cederlo in cambio dell'estinzione del debito e in più gli avrebbero dato una cifra nettamente inferiore al valore della strttura. Naturalmente l’imprenditore si rifiuta e così ha inizio il suo calvario. Minacce telefoniche e personali e poi le azioni intimidatorie, con danneggiamenti anche all’abitazione. Il rifiuto a vendere imbestialì i 5, i quali, non avendo ottenuto quanto preteso, iniziarono a minacciare i familiari dell’imprenditore, perseguitato per un anno intero, fino alla scorsa stagione balneare, quando l'imprenditore, non potendone più, decise di dare in gestione l’attività ad altre persone.

Ma i 5 non demordono e, per impedire l’accordo, iniziano a minacciare anche i nuovi gestori del lido ed rispettivi legali. A questo punto la denuncia e i carabinieri arrestano i 5 pregiudicati, già noti alla giustizia. Le misure cautelari ai domiciliari sono state eseguite in mattinata dai Carabinieri Vallo della Lucania in collaborazione con i colleghi di Acquavella, Cava de’ Tirreni e San Gennaro Vesuviano, su richiesta del Gip presso il Tribunale di Vallo della Lucania. Domiciliari in attesa del processo che li condannerà definitivamente alle patrie galere.