SOLIDARIETA' ALL'ARCIVESCOVO MORETTI DAI VESCOVI DELLA CAMPANIA PER CIO' CHE E' AVVENUTO DURANTE LA PROCESSIONE DI S.MATTEO

Solidarietà da tutte le parti per la ferita inferta alla Chiesa, mentre la magistratura indaga sugli "inchini" e sulle offese alla Chiesa
letto 1607 volte
sanmatteosalerno.jpg

Mentre la Magistratura ha aperto un fascicolo di indagine per i fatti di Salerno: turbamento di funzione religiosa, offese ad un ministro di culto: sono le ipotesi di reato, per il momento a carico di ignoti, sulle quali la procura della repubblica di Salerno sta indagando in relazione ai fatti avvenuti ieri in occasione della processione della statua di San Matteo. La procura ha delegato gli agenti della Digos ad effettuare le indagini. Ieri sono stati visionati i filmati riguardanti varie fasi della processione, dai quali emergerebbero pesanti insulti verso l’arcivescovo di Salerno, monsignor Luigi Moretti. Si vuole anche indagare su chi ha ordinato di aprire le porte del Comune.  Moretti, applicando la normativa della Conferenza Episcopale, che vieta INCHINI a camorristi o POLITICI, o PERSONAGGI di ogni tipo, anche alle Forze di pubblica sicurezza, si è inimicata molta della gente che seguiva la processione. Tra le tante attestazioni di solidarietà, oltre ai politici, anche quella dei Vescovi di tutta la Campania:

"I Vescovi della Campania esprimono amarezza e solidarietà all’Arcivescovo di Salerno, Mons. Luigi Moretti, per  quanto è avvenuto nel corso della processione di S. Matteo a Salerno. L’amarezza corrisponde al constatare «una vera e propria ferita inferta ad una Chiesa che venera intensamente i suoi Santi» e che atteggiamenti pretestuosi e prese di posizione ingiustificate hanno decisamente deturpato nel suo autentico volto mentre si cercava di vivere «una serena e gioiosa esperienza di fede nell’autenticità della tradizione cristiana».

La processione è testimonianza di fede: vede tutte le componenti ecclesiali impegnate, insieme, in «un cammino che aiuti tutti a vivere la bellezza dell’essere cristiani e a fare della venerazione dei Santi una concreta occasione di crescita», personale e comunitaria. L’amarezza per una Chiesa ferita nella sua autenticità, mentre promuove una coerente  “valorizzazione della pietà popolare»  la quale «difficilmente può armonizzarsi, confondersi o scendere a compromessi con prassi che derivano da forme di sincretismo magico-religioso e di ritualismo  prive di spessore ecclesiale e spirituale».

Quanto è accaduto, ben oltre l’amarezza, esige rinnovato vigore nel cammino di evangelizzazione, teso a promuovere e valorizzare autenticamente la pietà popolare. È necessario, ai vari livelli di responsabilità ecclesiale e sociale, incentivare un cammino di approfondimento per ridurre le zone d’ombra che tradiscono la qualità autentica  della pietà popolare, per evitare che alcune «feste popolari nella nostra regione abbiano solo la parvenza del sacro»; siano «svuotate del loro contenuto Cristiano» e, di fatto, «non rendono credibile la fede agli occhi dei lontani».
E’ quanto ci viene indicato dal Documento dei Vescovi della Campania, il quale non vuole in alcun modo inibire la sensibilità veramente popolare dei fedeli ma chiede che «le feste religiose siano autentiche celebrazioni di fede incentrate nel mistero di Cristo e siano purificate da infiltrazioni profane».

Tali indicazioni, che l’Arcivescovo di Salerno ha fatto proprie, devono essere accolte dai fedeli evitando atteggiamenti supponenti e pretestuosi, che di fatto snaturano e offendono la natura stessa della fede popolare. 

I Vescovi della Campania auspicano che le manifestazioni del culto popolare siano sempre più espressioni autentiche e comunitarie di vera fede e testimonianza dei genuini sentimenti religiosi della comunità".