POMPEI SCAVI, IL GEN. GIOVANNI NISTRI, DIRETTORE DEL PROGETTO GRANDE POMPEI, VERRA’ ASCOLTATO AL SENATO MERCOLEDI’

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Il Generale dei carabinieri Nistri domani sarà in audizione al Senato dove esporrà i contenuti della sua relazione semestrale sulla quale fino ad oggi è regnato il silenzio: una relazione che racconta di rischi di infiltrazione criminale, sprechi, corruzione ma che contiene anche proposte concrete per salvare il sito archeologico.

Pompei si sta sbriciolando giorno dopo giorno, eppure il suo peggior nemico non è il tempo: è il silenzio. Infatti è il silenzio che ha accolto finora la relazione trasmessa al Parlamento da Giovanni Nistri. Inefficienze, rischi di malaffare e corruzione, incapacità di spendere le risorse disponibili, ma anche tutte le risposte giuste per reagire e salvare davvero Pompei. Puntando sulla trasparenza, la qualità e la legalità.   

Nella relazione del generale Nistri ci sono sia l'analisi puntuale dei problemi da risolvere sia le risposte possibili. Vengono denunciati gli intrecci societari che finiscono per avvantaggiare i "soliti noti" e i rischi d'infiltrazione della criminalità organizzata, ma si propone anche la piena trasparenza e la piena accessibilità dei cittadini a tutti i dati e le informazioni disponibili, attivando così un vero e proprio monitoraggio civico come già previsto dal progetto Open Pompei.  Questa relazione sicuramente domani non cadrà nel silenzio, ma avrà molta eco sui mass media e sulla gente. 

Noi vogliamo che le gare di appalto che possono restituire Pompei alla sua straordinaria bellezza diventino un modello di trasparenza e di rispetto delle regole. E non possiamo permettere che un patrimonio inestimabile dell'umanità cada in rovina per inefficienze, malaffare e silenzi.    

La gente vuole anche capire perchè si è arrivati a questo, perchè si è avuto bisogno dei crolli, dei furti, delle inefficienze, etc... Ma anche capire perchè non si è iniziati molto tempo prima che arrivassero (ma sono arrivati?) i 105 milioni di euro dalla Comunità Europea. Perchè non iniziare a spendere per la sicurezza del sito archeologico i più di 70 mioni di euro che giacciono nelle casse della Soprintendenza, derivati da vendite di biglietti e altro. Quindi, massima allerta perchè i soldi non sono 105 milioni, ma bisogna aggiungerne altri 70 di milioni.