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POMPEI E VINUM NOSTRUM: UNA MOSTRA E UN VIAGGIO NEI LUOGHI STORICI DEL VINO
Al via agli itinerari in Campania e in Lucania, dal 19 luglio al 15 maggio 2011E? Pompei la protagonista della grande mostra Vinum nostrum (dal 20 luglio al 15 maggio
?Durante l?intero periodo della mostra chi verrà a visitare Pompei potrà percorrere una ?via del vino antico? - spiega Fiori - ma sarà anche invitato a recarsi a Firenze a visitare la mostra o quei luoghi poco noti della Basilicata e della Campania che hanno visto germogliare tanti secoli fa quelle viti, che qualche sconosciuto navigante aveva portato dalla lontana Grecia. È un tentativo, raro nel nostro Paese, di legare un percorso espositivo alle realtà territoriali: se riuscirà, non solo sarà motivo di orgoglio per tutti quelli che a questo progetto hanno lavorato, ma soprattutto sarà anche una piacevole occasione di scoperta e di crescita per quei turisti che vogliono unire la qualità archeologica alla qualità del paesaggio e dell?ambiente naturale??.
Ecco perché è
I primi due percorsi al via il 20 luglio. A Pompei ?La via del vino nell? antica Pompei?. A Grumento, nel Museo Archeologico dell? Alta Val d? Agri, la mostra ?Dioniso e le Ninfe: culto e iconografia?.
DUE ITINERARI IN CAMPANIA -
POMPEI - Gli studi condotti nell?antica Pompei, confermando quanto sostenuto dagli Autori classici circa la produzione di un ?vino pompeiano? hanno evidenziato la presenza di vigneti in alcune aree a verde dislocate nei quartieri, che si sviluppavano intorno all?Anfiteatro. Sul terreno furono trovati, infatti, non solo pollini e frammenti di legno appartenenti a viti, ma anche le cavità lasciate nel terreno dalle radici, i cui calchi confermarono la presenza di viti appoggiate a pali di legno e dislocate su filari orientati in direzione N-S con distanze tra filari e su filare, che corrispondevano a quelle indicate dagli agronomi classici. Volendo restituire al loro antico uso quegli spazi la scelta delle varietà da mettere a dimora fu stabilita da uno studio ampelografico comparato tra i grappoli d?uva raffigurati negli affreschi e quelli dei vitigni campani che la tradizione vuole discendano dai capostipiti greci e romani. Dopo una sperimentazione colturale durata quattro anni si decise di reimpiantare i vigneti due vitigni autoctoni, lo sciacinoso e il piedirosso, i cui capostipiti si identificavano probabilmente con
Cantine Mastroberardino - Le cantine Mastroberardino sono state premiate nel 2003 con il Premio Roero dedicato al paesaggio viticolo italiano per l?attività di recupero e di valorizzazione dei vitigni autoctoni campani. La loro storia risale ufficialmente al 1878, ma fin dall?inizio del secolo precedente la famiglia, rimasta ininterrottamente alla guida dell?Azienda e giunta oggi alla decima generazione, svolgeva la sua attività nel settore del vino. Al dr. Antonio Mastroberardino, Cavaliere del Lavoro ed attuale Presidente Onorario della Società, è unanimemente riconosciuto il grandissimo merito di avere creduto nella vocazione vinicola del territorio irpino e nella qualità dei suoi vigneti quando, alla fine della seconda guerra mondiale, essi erano sull?orlo dell?estinzione. La sua passione e competenza ne ha permesso il recupero e la valorizzazione, premiati sia dalla loro affermazione sui mercati di tutto il mondo, sia dal riconoscimento della prestigiosa Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) attribuita prima al Taurasi nel 1992 e poi nel 2003 al Greco di Tufo ed al Fiano di Avellino: una straordinaria concentrazione di vini di pregio per un territorio di ridotte dimensioni.
Il Complesso dell'Arbusto comprende anche uno splendido parco, ricco di una grande varietà di piante, e gode di una straordinaria posizione panoramica. Numerosi ed importantissimi sono sopratutto i reperti relativi all'insediamento greco di Pithecusae, fondato nel secolo quarto dell'VIII sec. a.c. da Greci provenienti dall'isola di Eubea.
Cantine d?Ambra - Il vigneto Frassitelli delle Cantine D? Ambra è stato celebrato da Veronelli come uno dei "piu' belli al mondo". La viticoltura sull? isola di Ischia ha radici antichissime, testimoniate dai reperti conservati nei suoi Musei: essa si è protratta nei secoli gestita con fatica dalle famiglie locali, che hanno strappato la terra terrazzando anche alle pendici più acclivi. Le Cantine d? Ambra fondate nel 1880, sono celebri per il recupero dei vitigni autoctoni isolani e per il ripristino dell? antica viticoltura ischitana caratterizzata da stretti terrazzamenti situati a 500 mt. d? altezza a strapiombo sul mare. Le cantine sono affiancate da un Museo dedicato alle tradizioni agricole ischitane, che completano in maniera significativa il percorso di visita.
In Lucania - Terra ancora oggi sconosciuta agli Italiani stessi,
Non molto lontana sorgono Melfi, con l? imponente castello di Federico II e Venosa, patria di Orazio. Poco fuori del suo abitato sono l? anfiteatro e i resti di un quartiere di epoca romana con mosaici raffiguranti anche tralci di vite.
I percorsi del vino continuano passando per Pietragalla, , ai margini dell? area del Vulture, il cui Comune è stato premiato il Premio Roero 2004 per l? attività di recupero e di valorizzazione dei palmenti che caratterizzano il suo territorio: appena fuori paese sorge infatti un vasto insediamento di queste caratteristiche strutture utilizzate per la pigiatura del vino scavate parzialmente nel tufo e ricoperte di zolle di terra. Questi palmenti, organizzati, a seconda del numero dei proprietari che si servivano di ciascuno di essi, con una o più vasche per la pigiatura in cui veniva lasciato fermentare il mosto, sono di grande interesse per lo studio dell? architettura rurale del passato.
Lo fronteggia, torreggiante a
L?altro percorso del vino in terra lucana si svolge in Val d?Agri, cuore del Parco Nazionale dell? Appennino Lucano: racchiusa tra le alte montagne del Volturino e del Sirino gode di una splendida natura ed è ricca di testimonianze archeologiche che ne sottolineano il percorso seguendo il fiume fino al suo sbocco nello Ionio, nei pressi dell?antica Heraclea, in quella porzione di territorio dove erano i terreni dedicati a Dioniso. Terra di famose scuole di ceramisti fioriti alla fine del V sec. a. C., fu forse una delle vie percorse da alcune varietà di vite per giungere dall?antica Grecia a Roma. Plinio indica i luoghi che circondavano Grumentum (Grumento) come area di produzione dei vini Lagarini: attestazioni arrivano anche dal ritrovamento di reperti archeologici di varia natura legati al mondo del vino. D?altra parte nell? area archeologica sono conservati alcuni palmenti ottocenteschi, che dimostrano il perdurare nel tempo della tradizione viticola del luogo.