INCONTRI ALLA BIBLIOTECA: AGNESE MORO

La figlia del grande statista ha presentato il libro dedicato al padre
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In vista della giornata dedicata alle vittime del terrorismo, si è svolta ieri presso la biblioteca ?F. Morlicchio? la presentazione del libro Un uomo così di Agnese Moro, una raccolta di ricordi della figlia dello statista. ?Noi conosciamo e apprezziamo il politico Aldo Moro, a cui abbiamo dedicato un piazzale nella nostra città ? ha dichiarato il sindaco Pasquale Aliberti ? conosciamo meno l?uomo, per questo è interessante leggere il racconto che ne fa Agnese in queste pagine?. L?assessore alla cultura, Cristoforo Salvati, ha elogiato Aldo Moro, miglior esponente della DC e uomo attento alle necessità del Paese, ringraziando anche tutti gli esponenti del partito presenti in sala che hanno svolto la loro attività politica negli anni ?60. ?Sono molto contento che Agnese Moro sia qui oggi, pochi giorni prima del 9 maggio, in ricordo di questa tragedia nazionale, una violenza travestita da ideologia ? ha dichiarato Vittorio Minneci, dirigente dell?ufficio cultura ? dobbiamo conservare in noi la memoria storica di quegli eventi. Sottolineo il termine memoria perché c?è una differenza tra il ricordo e la memoria: la memoria presuppone una riflessione. Oltre a Moro, voglio ricordare anche gli uomini della scorta che lo hanno accompagnato in questo tragico destino?. La direttrice della biblioteca, Maria Benevento, ha esordito citando una frase del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: ?Un Paese senza memoria è perduto ? e ha proseguito ? le vittime del terrorismo sono una perdita per tutta la società, non solo dei parenti. Moro è stato al potere, ma non era un uomo di potere, era un uomo aperto al dialogo, soprattutto con i giovani?. Il suo intervento si è concluso con un passo della lettera scritta da Aldo Moro alla figlia Agnese durante il sequestro. Ormai vicino alla morte, Moro scrive un inno alla pace, unica condizione che può garantire la crescita del Paese. Presente al dibattito anche il prof. Gabriele Acanfora, che ha elencato i principali avvenimenti dal dopoguerra alla fine degli anni sessanta, periodo in cui ha operato Moro, un uomo attento ai cambiamenti, rispettoso delle altre forze politiche ma non rinunciatario. In risposta al malessere della società, Moro ha sentito l?esigenza di modernizzare la DC, proponendo il compromesso storico con il partito comunista. Accanto all?impegno politico, ha continuato la sua missione di educatore e docente universitario. Aneddotico l?intervento di Francesco Donnarumma, che ha riportato varie testimonianze di persone presenti alla visita di Aldo Moro a Scafati. Tante voci, accomunate dalla forte ammirazione per questo statista. Insieme ad Agnese Moro, è intervenuta Anna Maria Torre, figlia del sindaco di Pagani ucciso dalla camorra: ?Lo Stato ci ha tolto qualcosa ? ha dichiarato ? e qualcosa ci deve. Oggi esiste una giornata contro il terrorismo, ma non contro le mafie. Io e Agnese ci siamo conosciute a Maiori una decina d?anni fa e non ci siamo più separate. Non è facile essere figlie di grandi personalità, a volte non ci sentiamo all?altezza, ma le loro idee camminano sulle nostre gambe. Non dobbiamo credere che i nostri padri siano degli eroi, erano persone normali che hanno fatto il loro dovere?. L?intervento di Agnese Moro ha testimoniato proprio la normalità della vita del padre: ?Era una persona molto semplice, con un forte desiderio di fare del bene per il popolo italiano, che amava tanto. Io lo ricordo soprattutto come padre, era sempre disponibile per noi figli. Una persona buffa, negata per le attività manuali, ma costruiva meravigliosi presepi. A Natale desiderava averci tutti vicini. Quando era in viaggio, ci inviava una cartolina da ogni località che visitava. Era un uomo attento alle grandi e piccole cose. Ho scritto questo libro perché non volevo che si perdesse questa persona. Ho raccolto i momenti eterni che vivono con me, affinché i miei figli avessero un?idea di mio padre diversa dalle immagini della morte e della prigionia che vedono da tanti anni in televisione. Mio padre ha avuto il coraggio della mitezza. Qualcosa in noi, parenti delle vittime delle mafie e del terrorismo, è rimasto fermo a quel momento. Vorremmo capire il senso di quella morte, ma questa domanda non può avere una risposta individuale, è un pezzo di storia del Paese che deve spiegare la collettività?. La serata si è conclusa con un omaggio musicale del maestro Espedito De Marino, che ha suonato un pezzo di musica classica di fine ottocento, Giochi proibiti. In ultimo, ha preso la parola il parroco di S. Maria delle Vergini, don Giovanni de Riggi, che ha sottolineato come la memoria non sia fine a se stessa, ma serva da sprone per operare nel presente.