'CAMPANIA TERRA DI VELENI', IL LIBRO BIANCO DEI TUMORI

I Lions di Pompei presentano l'opera dei ricercatori Giulio Tarro e Antonio Giordano.
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Un titolo che pesa come una sentenza. Un libro di denuncia ma soprattutto la fotografia di una sconcertante realtà troppo spesso nascosta. L'opera "Campania terra di veleni" porta la firma di due illustri autori, il prof. Giulio Tarro, docente di Virologia oncologica all'università di Napoli e primario emerito dell?Ospedale "Cotugno" e il prof. Antonio Giordano docente ordinario di Anatomia e Istologia patologica all'università di Siena, nonché dirigente dello Sbarro Institute degli Stati Uniti. La volontà dei due ricercatori è stata quella di creare un documento consultabile da tutti basandolo su uno studio scientifico epidemiologico e attraverso il quale far luce sulle cause dell'aumento di patologie della nostra ex "Campania Felix". Viene così dimostrato il collegamento tra la mortalità per tumori (circa il 10% dei casi riguarda donne sotto i 30 anni) con l'inquinamento da sostanze chimiche del territorio. Pericolosi interessi economici portano a nascondere questi dati e insidiano la necessaria opera di bonifica dei terreni che rivelerebbe la natura dei versamenti e le industrie responsabili. 

 

La presentazione del libro bianco dei tumori è avvenuta venerdì 16 Novembre nella Sala Consiliare di Palazzo De Fusco e rientra nel service "libri e biblioteca" promosso dal club Lions di Pompei.

"Leggere questo libro è come fare un excursus nel girone dell'inferno - ha dichiarato nel suo discorso il presidente del club, il geologo Prisco Cutino - In questi ultimi anni c'è stato un incremento delle malattie tumorali pari al 47% e sono dati che la gente non conosce ma che invece devono essere portati all'attenzione di tutti. Questi sono temi che alla nostra associazione stanno molto a cuore ed è per questo che continueremo a parlarne".

Presenti anche il past governatore dott. Emilio Cirillo (che ha moderato l'evento), la prof.ssa Annalisa Quartuccio, responsabile del service, Giuseppe Tortora assessore di Pompei ai grandi eventi e l'Ing. Luigi Manniello, presidente del club lions Castellamare host.

 

Questa l'intervista ad uno degli autori, il prof. Antonio Giordano. 

 

Professor Giordano, lei e il prof. Tarro vi siete occupati di un argomento molto delicato ma di cui si parla ancora troppo poco. Come è possibile scuotere l'opinione pubblica al riguardo?

<<Io penso che ci debba essere un movimento a livello di cittadini. Noi abbiamo avuto una classe politica completamente assente e che ha ignorato queste problematiche, nominando negli anni una serie di tecnici consenzienti per non creare allarmismi. Sarebbe invece bastato un maggiore monitoraggio sui territori per impedire che questi venissero insultati da rifiuti tossici o dai vandalismi ambientali che hanno portato ad un degrado preoccupantissimo>>.

Secondo il suo parere la volontà dei media e della classe dirigente di sottovalutare il problema è dovuto ad interessi più forti rispetto a quello della salute delle persone?

<<Certamente!  Ci sono stati interessi personali ed economici che hanno superato quello dei cittadini. Noi uomini siamo responsabili nel bene o nel male di quello che ci accade. Il mio messaggio è che se è necessario bonificare i terreni, prima ancora è fondamentale bonificare gli uomini! Le persone che avranno il compito di ricostruire il nostro territorio non devono avere nulla a che vedere con chi l'ha distrutto>>.

Lei sta portando avanti un percorso cominciato tanti anni fa da suo padre, il prof. Giovan Giacomo Giordano, come proseguirà il suo impegno?

<<L'opera è proprio dedicata a mio padre che già nel 1977 pubblicò un libro nel quale denunciava la presenza di aree ad alto rischio tumori nella città di Napoli. Alla collaborazione che lui aveva con il prof. Tarro sono subentrato io. Il mio ruolo è quello di fare ricerche scientifiche. Ritorno a lavorare nel mio campo cercando di intuire quali sono le cause che scatenano determinate malattie, sviluppando tecnologie che possono portare allo sviluppo di nuovi test diagnostici e terapeutici per curare patologie gravi come il cancro>>.

Professore lei ha parlato di ricerca scientifica che rappresenta uno dei settori in cui in Italia s'investe di meno. Come è possibile rimediare a questo e come si può sollecitare i giovani scienziati a restare in Italia?

<<Io ho il grande vantaggio di avere un istituto negli Stati Uniti, uno anche a Siena, a Mercogliano, a Napoli e a Terni. Cerco personalmente di offrire una possibilità anche ai ragazzi che vengono in America a studiare per poi tornare a dare il proprio contributo nel Paese di origine. Il problema dell?investimento nella ricerca è un grande problema perché l'Italia ha bisogno di persone di valore che possano proteggere e far progredire tramite la conoscenza il nostro Paese. Abbiamo le risorse umane per poterlo fare e per poterci rialzare>>.