Pompei: CONVEGNO SULLA 'FORZA DELLE PROFESSIONI'

Al Teatro “Di Costanzo Mattiello” di Pompei si è tenuto, oggi 4 Ottobre, un Convegno sulla “Forza delle professioni” organizzato dai lions di Pompei Host, Napoli Posillipo e Castellammare Terme
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Come ormai ci hanno abituato da anni, ancora una volta, i lions hanno fatto centro organizzando un Convegno “La forza delle professioni”, di altissima levatura, sia di relatori che di contenuti. Il Convegno, organizzato dai Lions Clubs Pompei Host, Napoli Posillipo, Castellammare....

....terme, ha visto la partecipazione di numerosi officers lions, avvocati e un pubblico competente e numeroso. Nella magnifica cornice del Teatro “Di Costanzo Mattiello”, dopo i saluti di rito del Presidente del Club ospitante Pompei host, ing. Federico Serafino, e del Sindaco di Pompei, avv. Claudio D'Alessio, si sono succededute le relazioni degli illustri relatori, tra cui spiccava quella dell’avv. Maurizio De Tilla, presidente dell’A.D.E.P.P Ass.delle Casse Previdenziali Italiane e Presidente dell’E.U.R.E.I.P.R.O. Ass. Europea Casse Professionali, nonché Past Governatore del Distretto lions 108Ya. Chi è Maurizio de Tilla lo sappiamo tutti, poiché ha svolto una intensa attività in difesa delle libere professioni, in particolare per la tutela previdenziale degli avvocati, attraverso la Presidenza dell’ADEPP, e di altre categorie ad essa aderenti. Alla relazione dell’Avv. De Tilla, “La forza delle professioni”, sono seguite quelle dell’avv. Mario Ruberto “La Professione di Avvocato dopo la legge Bersani” e quella dell’Avv. Gennaro Torrese, Presidente dell’Ordine degli avvocati di T.Annunziata, con “La deontologia professionale dell’avvocato”. Il tutto moderato magistralmente dal Dott. Luigi Pentangelo, Magistrato del Tribunale di Torre Annunziata, che ha avuto la funzione di moderatore e di collante tra le relazioni, riuscendo anche a dare il suo contributo notevolmente professionale. Da tutte queste relazioni, e in particolare da quella di De Tilla, è scaturito che le le professioni sono come un vaso di coccio stretto tra il potere del Capitale e quello dello Stato. Spesso lo Stato usa lo strumento legislativo per sottoporre i professionisti a regole nazionali tese a ridurne l’indipendenza e la qualità. Molti ritengono che lo sviluppo economico dipende solo da iniziative degli imprenditori e che il lavoro da tutelare sia solo quello derivante dai lavoratori dipendenti organizzati dai sindacati. Ciò non è vero. Le professioni rappresentano una terza forza e costituiscono una parte significativa del mondo del lavoro per lo sviluppo del Paese. Basti pensare che sul piano sociale le professioni stanno diventando una fonte cospicua di occupazione in un momento in cui il lavoro dipendente di tipo tradizionale subisce una crisi grave e probabilmente irreversibile. Insomma ci si avvia ad un lento ma continuo fine del lavoro dipendente, che non intaccherà il mondo delle professioni. Queste ultime stanno diventando sempre più un punto di riferimento importante per tutti coloro che hanno capito che nuovo lavoro può nascere soltanto creando servizi efficienti e cognitativamente fondati, nei settori in cui sono possibili performances rivolte a corrispondere ai bisogni della gente. Il lavoro professionale è essenziale in questa funzione, perché riguarda tutte le attività di servizio pur difficili, quelle che richiedono una formazione specifica. Pertanto, quando nella passata legislatura, il Ministro Bersani, emanò provvedimenti nei confronti delle professioni, senza tener conto degli stessi organismi professionali, commise un atto non proprio democratico, poiché in tutti i Paesi democratici del mondo non è mai avvenuta l’emanazione di provvedimenti legislativi, invasivi del mondo del lavoro, senza misurarsi con la complessità, la varietà e la struttura organizzativa degli interessi e dei valori dei professionisti. Ma, si sa, che il vero ispiratore di questi provvedimenti, che servirono solo ad assicurare alcune norme fiscali, fu il viceministro dell’Economia Vincenzo Visco. Il decreto Bersani inspiegabilmente ignorò le ripetute risoluzioni del Parlamento europeo, che ha riconosciuto la funzione cruciale esercitata dalle professioni legali in una società democratica al fine di garantire il rispetto dei diritti fondamentali, lo Stato di diritto e la sicurezza dell’applicazione della legge, sia quando gli avvocati rappresentano e difendono i clienti in tribunale sia quando forniscono pareri legali ai propri clienti. È bene ricordare che tre sono le caratteristiche fondamentali dei professionisti nel nostro Paese: l’autonomia dell’attività, l’indipendenza delle organizzazioni preposte alla tutela, la natura privata degli enti previdenziali e la loro autonomia normativa e gestionale. Nel caso della previdenza delle Casse Professionali, sempre col segno più, essa rappresenta lo specchio del Paese e può essere anche il volano per una forte modernizzazione. Va in proposito considerato che la scelta del legislatore di utilizzare il settore privato per ottenere una finalità sociale è stata realizzata con profonda convinzione da parte di rappresentanze professionali e con una corrispondente assunzione di responsabilità e di rischio da parte dei professionisti iscritti, nella consapevolezza di provvedere in autonomia ai propri trattamenti previdenziali. Il che costituisce un’alternativa moderna che consente di pensare alla previdenza professionale non solo in termini di trattamento strettamente pensionistico, ma come «tutela globale», intesa anche come tutela della salute, del tempo libero, di solidarietà al professionista nel corso di tutto l’arco della sua vita. Il nuovo Governo e Silvio Berlusconi, impareggiabile leader del centrodestra, come aveva affermato prima delle elezioni, confermò quanto detto in precedenza e disse: «Se vinco sarà salvaguardata la vostra autonomia, sarà eliminata la doppia tassazione, non metteremo mai le mani in tasca agli italiani». Per quanto riguarda le mani in tasca agli italiani l’impegno è stato mantenuto.  In definitiva, da quando sono nate le Casse, esse hanno triplicato i loro patrimoni, hanno spostato in avanti le proiezioni attuariali, utilizzando sia l’autonomia normativa, sia accurate gestioni dirette che hanno assicurato rendimenti nettamente superiori ai fondi pensione che affidano all’esterno la propria gestione. Perché la privatizzazione è stata virtuosa? Perché in Italia c’è un valore e questo è rappresentato dai professionisti. Ma questo è solo un sunto delle cose dette dal past Governatore lions, nonchè Presidente delle Casse De Tilla. Per finire, il Presidente di Circoscrizione, dott. A. Marte, ha tratto le conclusioni del convegno, felicitandosi per la riuscita dello stesso, che ha dimostrato come i lions, quando si muovono, sono capaci di portare alla luce i problemi e a dibattere su argomenti di attualità e, mettendoci del suo, quando ha detto che in Italia, se c’è una categoria rigorosa e autoresponsabile, è quella dei professionisti, che sono diventati gli artefici del proprio destino. Poiché nell’esercizio dell’autonomia privata i professionisti vengono fuori con le loro qualità, sono i più bravi nel gestire il bene pubblico senza criteri clientelari o di cooptazione ma esprimendo il valore della professionalità nella gestione di un patrimonio comune appartenente alla propria categoria professionale.  Prisco Cutino