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UF.ST SPORTING ARECHI23:44
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ANDREA DEL GAUDIO23:37
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Silvia De Cesare20:15
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Marella Brunetto e Marco Pirollo20:01
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uf.st. Tommasetti01:00
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UF.ST.MOSAC20:12
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STAFF SINDACO16:34
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UF.ST.SPORTING ARECHI21:33
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Giovanna Vicinanza00:30
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FRANCO ANNUNZIATA20:35
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DANIELA FAIELLA01:00
TORRE ANNUNZIATA, DOMENICA 27 APRILE - GIORNATA ROTARIANA DEL PATRIMONIO CULTURALE
Visita guidata presso la Basilica Pontificia Maria SS della neve di Torre Annunziata per visitare l’Organo Monumentale “Giuseppe Rotelli”Il Rotary Club POMPEI OPLONTI VESUVIO EST, nell’ambito del progetto ideato dall’arch. Paolo Romanello, Presidente della Commissione Beni Culturali del Distretto 2100, nato con l’intento di diffondere e consolidare la conoscenza del patrimonio culturale per assicurarne la conservazione e la valorizzazione, ha aderito al progetto individuando quale bene ricadente nell’ambito del suo territorio l’Organo Monumentale “Giuseppe Rotelli” installato presso la Basilica Pontificia Maria SS della neve di Torre Annunziata. A tal fine ha programmato per domenica 27 aprile, in contemporanea con tutti gli altri 60 Rotary Club partecipanti al progetto, una visita guidata alle ore 10,00 al monumento prescelto. Il Presidente del rotary club Pompei Oplonti Vesuvio Est rivolge l’invito non solo ai rotaryani ma a tutti i cittadini.
Basilica Pontificia Maria SS della Neve di Torre Annunziata (NA)
(Archivio Storico di A.G.P.)
Storia del monumentale organo Giuseppe Rotelli della Parrocchia A.G.P. di Torre Annunziata
La storia di quest’organo è strettamente connessa alle vicende religiose della centenaria Parrocchia AGP,
e si può aggiungere che dall’alto della sua cantoria, dall’evento del centenario del miracolo (1822/1922) ai
giorni nostri, quest’organo ha “visto” innumerevoli momenti di gaudio, ma nel contesto è rimasto coinvolto
in alcuni tragici eventi che hanno funestato la Città di Torre Annunziata, molti dei quali coincidenti anche
con i rilevanti avvenimenti della Storia Italiana del Novecento. Protagonisti: un parroco, un organaro, ed
una comunità parrocchiale, che per espressione di fede ed amore, con ferma e devota convinzione, vollero
contribuire alla commemorazione dell’anniversario ed alla realizzazione di uno strumento, che nei suoi
novant’anni di vita ebbe tante sventure, e solo poche occasioni gloriose per manifestarsi ed armonizzare con
i suoi suoni potenti e dolci , le Musiche e gli Inni dedicati alla loro amata Protettrice. La documentazione
relativa alla costruzione dell’organo, consiste in un promemoria dettagliato, copie delle scritture private,
alcune bozze di progetti/preventivi e definitivi, cartoline, disegni, depliant e locandine, ricevute di
pagamenti, bollettini di consegna delle Ferrovie dello Stato, ma soprattutto tante lettere di corrispondenza
tra l’organaro ed il committente e viceversa, tutto rigorosamente raccolto grazie alla personalità certosina
del Parroco Lambiase, il quale introdusse tutto un plico, sul quale appare scritto: "1822-22 Ottobre 1922. Centenario Maria SS. della Neve. Conti dell'Organo- Sig. Giuseppe Rotelli di Cremona: Lire 100.000 - saldato".
L’organo fu inaugurato il 18 ottobre 1922. Nella cerimonia solenne, presenti anche le autorità civili, tra cui
il Sindaco Alfani, un coro di cento ragazzi e ragazze, accompagnato all’organo dal M° Rubini, cantò
l’Inno“Della Neve a te Pietosa” composto per l’occasione del I° centenario del Miracolo e per
l’Incoronazione dal Maestro Antonio Carotenuto, su testo dell’instancabile Parroco Lambiase. Fu Mons. Angelo
Terrore, Vicario Generale della Diocesi di Nola, a benedire lo strumento.........
Il giorno 21 gennaio del 1946, poco dopo le ore diciotto, quando la maggior parte degli abitanti erano rientrati nelle loro abitazioni, considerando l’ora ed il periodo invernale, il quartiere marinaio e le intere zone in prossimità del porto furono rase al suolo dagli scoppi di carri ferroviari fermi nella stazione marittima delle FS, carichi di materiale bellico inutilizzato ed inesploso durante la seconda guerra. In modo particolare i carri
contenevano polvere pirica, tritolo, e bombe d’aeroplano. Le cause dell’innesco non sono state mai chiarite
del tutto, anche se s’ipotizzarono da un lato il caso fortuito, ed addirittura dall’altro un attentato terroristico
di stampo politico. La Chiesa Parrocchiale AGP apertamente esposta al pericolo per la brevissima distanza
che la separava dal luogo della deflagrazione, riportò ingenti danni insieme all’adiacente Congrega di S.
Maria del Suffragio. Fu proprio il temerario Parroco Lambiase ad effettuare un primo sopralluogo il giorno
dopo, prima che spuntasse il sole. In un atmosfera surreale che assumeva volta per volta un aspetto sempre
più drammatico per l’odore dell’aria reso acre degli esplosivi e degli incendi in atto, tra i primi morti che
venivano tirati fuori e tra i feriti che gridavano soccorso intrappolati sotto i cumuli di macerie, si diresse
dalla sua abitazione di via Sepolcri sino alla chiesa (abitava allora nel palazzo a fianco del tabaccaio
all’incrocio con semafori di Via Vittorio Veneto), e sprezzante del pericolo e dei possibili crolli, insieme ad
un filiano, si avventurarono illuminati appena da una candela per visionare in quali condizioni si trovava il
Sacro Edificio. Il pesante portone d’ingresso era abbattuto, ed appena entrati, la prima vista non fu affatto
confortante: il suo caro organo che alcuni mesi prima era stato rimesso a nuovo, appariva ridotto in un
ammasso di canne spezzate e pendenti, con la cassa sventrata per causa del violento spostamento d’aria.
...................
Il 26 settembre dell’anno 1971 subentrò Mons. Antonio De Felice già vicario economo di Lambiase e successore
di Don Alberto Aievola. In occasione del cinquantenario dell’incoronazione della Madonna e della
proclamazione di Regina di Torre, Don Antonio per tale occasione fece restaurare la Basilica e l’organo
inagibile già da molti anni, che come già detto aveva visto costruire. Fu contattata la Ditta Organaria “Cav.
Zenoni di Pescara (non più esistente), che pur tralasciando tante cose, effettuò una globale pulitura, sostituì
alcune canne e lo rimise in funzione in quarantacinque giorni di lavoro.
Trascorsero appena otto anni, ed all’insaputa, nella calma sera del 23 novembre 1980, alle ore 19:34, un
tremendo sisma di magnitudo Richter 6,5, pari al decimo grado Mercalli, devastò molti centri della
Campania e della Basilicata, causando precisamente la morte di 2.914 persone ed 8.848 feriti. Gli sfollati
furono circa 280.000. Il terremoto fece sentire i suoi effetti anche a Torre Annunziata. Chi di noi
appartenenti alle generazioni sino agli anni ’70 non ha almeno un ricordo di quella sera d’autunno e dei tristi
giorni che seguirono il sisma. Nella Basilica era stata celebrata la messa vespertina e Don Antonio poco dopo
decise di chiuderla senza trattenersi abitualmente con i fedeli. La forte scossa causò alcuni danni alla chiesa
ed al campanile; anche la cantoria si distaccò di alcuni centimetri dalle mura maestre, mentre alcune canne di
facciata si posizionarono pericolosamente pendenti ed i delicati congegni dell’organo vennero danneggiati.
In poco tempo lo strumento diventò insuonabile e totalmente muto. Fu l’ennesimo ed ultimo “colpo di
grazia”! Da quel giorno l’organo è apparso lassù, visionato e considerato come un accessorio di cui non se ne
conosceva la storia, l’utilità e la sorte. Solo alcuni fedeli o colleghi più sensibili, insieme all’attuale parroco,
mi chiedevano quanto fosse grande, ma soprattutto a quale secolo apparteneva. Dopo aver letto questo
libricino e conoscendo la data di costruzione, credo potranno tutti dedurre che è ancora un organo
relativamente “giovane”, in rapporto a quelli antichi appartenenti ai fastosi periodi del Rinascimento e del
Barocco. Ma ciò conta ben poco! C’è invece da sottolineare che nei suoi novant’anni di esistenza, facendo un
calcolo stimato, l’organo è stato più tempo inattivo che in funzione. Questo triste silenzio, l’ho sempre
definito con l’espressione: “la voce spenta del miracolo”, ribadendo a tutti i lettori che fu costruito per voto
di un miracolo concesso al popolo Torrese cento anni prima, onorando anche in questo modo la tanto cara
Protettrice e Regina Maria SS della Neve. Si spera che questa voce ritorni ad echeggiare dopo un lavoro di
restauro lungo, sofferto e pieno di incertezze, ora e sempre nel Suo Tempio.