PADULA (SA), AREE NATURALI PROTETTE-L’ALTERNATIVA VERDE AL PETROLIO: UN CONVEGNO NELLA CERTOSA CON ORTOLANI

Il Convegno, organizzato per discutere dei permessi di ricerca di idrocarburi della Shell nel Vallo di Diano, sicuramente affronterà l’argomento della centrale sperimentale che dovrebbe distruggere rifiuti pericolosi a Serre. Mercoledì 15 febbraio, ore 16, nella Sala conferenze della Certosa di Padula.
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La centrale che si vorrebbe costruire a Serre è un impianto sperimentale per distruggere rifiuti pericolosi - sanitari e liquidi industriali. Testualmente il progettista titola il progetto come un IMPIANTO SPERIMENTALE DI BIOMASSE CON PRODUZIONE INNOVATIVA E SINERGICA SIA DI ENERGIA ELETTRICA (1,416 MWe) SIA DI BIOCARBURANTE DA GASSIFICAZIONE AL PLASMA.

Il progetto ha come obiettivo quello di acquisire informazioni dirette sulla fattibilità tecnologica del processo di gassificazione al plasma di rifiuti pericolosi, attraverso una sperimentazione condotta su un mini-impianto di dimensioni ridotte ma commerciali e tali da fornire informazioni tecniche significative non influenzate dall'effetto scala, che quindi possono "guidare" verso la definizione di affidabili criteri di progetto e di gestione operativa.

In definitiva, le finalità del progetto sperimentale presentato è quello di dimostrare come sia realizzabile negli aspetti tecnici e sostenibile in quelli ambientali un impianto, basato sulla tecnologia della gassificazione al plasma, che si pone l'obiettivo di risolvere il problema dei rifiuti pericolosi - sanitari e liquidi industriali - senza provocare alcuna emissione, e trasformarli in bio-metanolo, carburante equiparato a energia rinnovabile dalle vigenti normative comunitarie e nazionali.

E’ chiaro che quello che abbiamo scritto in precedenza è quanto afferma il progettista, non prendendo in considerazione il problema della sostenibilità ambientale, considerando le caratteristiche ambientali e socio-economiche dell’area nella quale verrebbe realizzato l’impianto sperimentale e degli impatti devastanti che potrebbero essere conseguenti ad incidenti e malfunzionamenti della centrale.

Il progettista afferma:  “Le opere di mitigazioni sono state dettate dalla volontà di ridurre al massimo possibile l'impatto ambientale, anzi creando una sorta di "giardino" che va a perimetrare totalmente l'impianto, creando una continuità ambientale con l'intorno senza pregiudicare l'offerta ambientale che il sito già contiene. Le opere indicate sono di facile attuazione in quanto trattasi di essenze arboree comuni e qualificanti poiché congruenti con la cosiddetta "macchia mediterranea", ovvero non dissimili alla realtà ambientale limitrofa. Infatti le essenze scelte sono il mirto, l'oleandro, il gelsomino e lauroceraso, allevati a siepi con altezze variabili. Si sono previste anche alberature di cipressi e ginepri con l'ufficio di qualificare l'area anche in altezza. Infine si è previsto un percorso (pavimentato con elementi in cotto) interno alla "fascia a verde" che perimetra l'intera area d'intervento; esso assicurerà una facile manutenzione della stessa fascia di verde tanto da seguire negli anni di esistenza dell'impianto un proficuo sviluppo naturale”.

Abbiamo chiesto al prof. Franco Ortolani, ordinario di geologia all’università di Napoli, un parere sull’argomento, visto che mercoledì si troverà a relazionare sulle Aree naturali protette, e quindi sicuramente affronterà questo argomento:

ORTOLANI: “Quello che il progettista non ha considerato è l’impatto ambientale che un simile impianto sperimentale ha sull’ambiente circostante che è un vero e proprio “Santuario dell’acqua”.

I rifiuti, che si accumulerebbero a monte del prelievo di 250 milioni di metri cubi di acqua per l'irrigazione di prodotti destinati al consumo umano, non possono essere definiti "petali di rose odorosi".

E' evidente che la centrale progettata aumenterebbe il rischio di inquinamento e la sua realizzazione lederebbe il diritto costituzionale alla salute di migliaia di abitanti non solo delle zone vicine”..

MEZZOSTAMPA: Professore, che tipo di rifiuti sarebbero distrutti in questa centrale “innovativa”?

Vorrei evidenziare quanto detto da Baldassarre Chiaviello del “Comitato Serre per la vita”, il quale fornisce un piccolo elenco dei rifiuti che possono essere utilizzati come "biomasse" nella centrale progettata: parti anatomiche ed organi, incluse le sacche per il plasma e le riserve di sangue, sostanze chimiche pericolose o contenenti sostanze pericolose, altri rifiuti non biodegradabili, rifiuti da esumazione, acidi contenenti oli, pitture e vernici di scarto, fanghi prodotti da pitture e vernici,  residui di vernici e sverniciatori, adesivi e sigillanti di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose, rifiuti combustibili liquidi contenenti sostanze pericolose,  clorofluorocarburi, vernici, inchiostri, adesivi e resine contenenti sostanze pericolose . In totale quasi 100!  Si riscontra quindi una grave e colpevole superficialità istituzionale da parte di chi vorrebbe fare realizzare un simile impianto in un’area palesemente non idonea ambientalmente. L’impianto in esame, quindi, non può essere realizzato in sicurezza a Serre, ma va realizzato in area che non può essere danneggiata da eventuali incidenti e dall’accumulo di rifiuti pericolosi sanitari e liquidi industriali

MEZZOSTAMPA: Ma come mai, da un po’ di tempo, si sta cercando di “attentare” a questi Santuari dell’acqua invece di proteggerli?

ORTOLANI: “Sinceramente non saprei, ma di sicuro c’è molta superficialità negli Enti preposti alla salvaguardia di queste zone. Urge subito un piano nazionale di tutela e valorizzazione delle risorse idriche. Nella nostra regione, e nelle altre regioni italiane, serve subito un piano di tutela e valorizzazione delle risorse idriche: acqua potabile e acqua accumulata nei bacini artificiali. L'acqua è la risorsa naturale rinnovabile e non inquinata fino a quando non tocca la superficie del suolo. Non inquiniamo più la superficie del suolo specialmente in corrispondenza dei serbatoi idrogeologici naturali che ci alimentano di acqua potabile e dei bacini idrografici che alimentano con l'acqua superficiale i bacini artificiali. E' dannoso ed irreversibile il danno che si arreca pensando che chi inquina paga! Non si deve proprio inquinare, e basta! Non esiste una rigida ed efficace e insuperabile difesa dell'acqua. Non è degno di una nazione mediterranea che, come in passato circa 1000 anni fa, sta attraversando un periodo di cambiamento climatico verso una condizione pluridecennale meno piovosa. L'acqua serve per tutto e a tutti: oggi e ancor più nel prossimo futuro!

MEZZOSTAMPA: Grazie professore, spero che chi leggerà questo articolo possa avere la consapevolezza che le ricerche di idrocarburi in aree protette e la realizzazione di questo impianto sperimentale che dovrebbe servire a distruggere rifiuti che dovranno essere trasportati e anche stoccati a Serre nel sito previsto dal progetto siano anche un pericolo per la salute degli abitanti e per l’economia della Piana del Sele. Un impianto del genere non può e non deve essere realizzato in questa zona perché passibile di inquinamento. Noi di Mezzostampa Le saremo sempre vicini in queste battaglie per la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.