3,3 MILIARDI DI EMISSIONI DI CO2 DERIVANO DALLO SPERPERO DI CIBO, CHE OGNI ANNO È PARI AD OLTRE 1/3 DELLA PRODUZIONE GLOBALE PER IL CONSUMO UMANO

«Se lo spreco alimentare fosse uno stato, sarebbe il terzo Paese al mondo dopo gli Usa e la Cina» sintetizza Giorgio Mottironi, chief sustainability officer di Ener2Crowd.
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Ogni anno, va perso oltre un terzo di tutto il cibo prodotto a livello mondiale per il consumo umano. Nei Paesi più industrializzati, come l'Italia, si tratta per l'82% di alimenti gettati via dai consumatori e per il 18% di scarti del processo di produzione e di trasporto.

A metterlo in evidenza è Ener2Crowd (www.ener2crowd.com), la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding energetico, basandosi su dati dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO).

«Eppure la lavorazione del cibo che non sarà consumato porta a sprecare non solo gli alimenti, ma anche le fonti fossili impiegate per coltivare, spostare e processare il cibo, oltre al metano che si produce per eliminare i rifiuti gettati in discarica, con emissioni che contribuiscono in maniera cruciale al cambiamento climatico» sottolinea Niccolò Sovico, ideatore, co-fondatore e ceo di Ener2Crowd.

In quanto alle emissioni di anidride carbonica di origine "alimentare", la FAO stima un valore di 3,3 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente. «Per rendersi conto delle proporzioni, basti considerare che se lo spreco alimentare fosse uno stato, sarebbe il terzo Paese al mondo dopo gli Usa e la Cina» sintetizza Giorgio Mottironi, co-fondatore e chief sustainability officer di Ener2Crowd.

Ma, oltre alle emissioni, lo spreco alimentare è responsabile anche della sempre maggiore deforestazione e di una innecessaria perdita della biodiversità«In termini di impatto ambientale -aggiunge Mottironisi tratta di un problema grandissimo. Le perdite di cibo sono anche un sperpero delle risorse usate per la produzione, quali ad esempio l'energia, l'acqua e la terra».

Poi a Natale lo sperpero è al massimo«Queste celebrazioni natalizie golose hanno un effetto dannoso sul pianeta di cui stiamo consumando le risorse a tempo di record, ogni anno sempre di più» avvertono gli analisti di Ener2Crowd, che in occasione di questo Natale 2019 invitano i cittadini a rendere le feste più eco-sostentibili.

«Le aziende italiane già hanno iniziato a fare la loro parte» sottolinea il chief sustainability officer di Ener2Crowd«Sebbene ci siano ancora margini di miglioramento -prosegue Mottironil'industria ha davvero fatto molta strada quest'anno: il 2019 è stato un anno importante per la consapevolezza e l'azione a livello aziendale a favore della sostenibilità».

«Mai prima d'ora abbiamo avuto così tante prove del fatto che essere sostenibili è anche economicamente vantaggioso per le aziende» rimarca Niccolò Sovico.

Se poi ogni cittadino italiano dedicasse l'esatto valore dello spreco alimentare di 12 mesi ai progetti Ener2Crowd pensati per il progresso del Pianeta, questi rappresenterebbero un tesoretto di circa 13 miliardi di euro in grado di crescere del 6% all'anno.

Dopo soli 3 anni, tramutato in investimenti mirati e sostenibili, lo spreco produrrebbe una rendita complessiva del 28%. Tassi di crescita del genere sono introvabili anche in prodotti finanziari speculativi e ciò dà una misura delle potenzialità di un'economia stabile riconvertita e partecipata verso il green.

«Come consumatori, dobbiamo usare il nostro potere di spesa per mostrare alle aziende che è nel loro interesse realizzare prodotti sostenibili» avverte Giorgio Mottironi, che per questo Natale suggerisce di regalare e regalarsi il «lending crowdfunding energetico» di Ener2Crowd, destinato a sostenere la crescita del lending grazie ai progetti proposti al crowd, ovvero a tutti i cittadini che diventano così greenvestor.

Ad esempio il progetto Ener2Crowd legato al relamping realizzato da Samso SpA con la nuova tecnologia a led è in grado di produrre risparmi economici consistenti ed un valore ambientale ed energetico estremamente rilevante, permettendo un risparmio nei consumi finali di 845.500 kWh all'anno e portando ad una riduzione annua di 365 tonnellate di emissioni di CO2, pari all'effetto che avrebbe la piantagione di 36.500 alberi, un numero tale da coprire 185 campi da calcio