CONVEGNO SU "IL VESUVIO: PASSATO, PRESENTE, E FUTURO"

Grosso successo di pubblico al convegno organizzato dai lions di Pompei Host e Castellammare Terme
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« Non posso darvi una descrizione più precisa della sua forma se non paragonarla a quella di un albero di pino; infatti si elevava a grande altezza come un enorme tronco, dalla cui cima si disperdevano formazioni simili a rami. Sembrava in alcuni punti più chiara ed in altri più scura, a seconda di quanto fosse impregnata di terra e cenere. »

 

(Plinio il Giovane)

Ecco cosa scriveva Plinio il giovane quando, insieme a suo zio, Plinio il Vecchio, videro la nube di cenere che si elevava sul Vesuvio per circa 20 km.

Si dirà: "Ancora un convegno sul Rischio Vesuvio?". Sì, è vero, è così, e non è mai abbastanza discutere di questo minaccioso vulcano, che se davvero erutterà, provocherà, forse, un'altra Haiti, peggio sicuramente, considerando il milione di persone che gravitano sotto al Somma-Vesuvio. Ben vengano quindi le discussioni, e se a discuterne sono eminenti ricercatori, allora è ancora meglio e più interessante. Bisogna mantenere alta l'attenzione, perché la tendenza fatalistica è quella di considerarlo una presenza che sta lì, senza avere più la percezione del pericolo incombente. Ecco perché, dopo sette anni, i lions di Pompei Host e di Castellammare Terme, hanno riproposto la discussione su questo  . I lions hanno il dovere di portare alla ribalta i problemi del territorio su cui insistono, per risvegliare le coscienze e far sì che i politici non si adagino su un Piano di Evacuazione criticato da tutti, ma provvedano invece a trovare soluzioni, anche a lungo termine, per un'alleggerimento costante e duraturo della popolazione residente sotto al Vulcano (e non parliamo della legge regionale dell?assessore Di Lello che proponeva un contributo di 30.000 euro ai proprietari che lasceranno la loro casa: un fallimento). Non vorremmo ritrovarci a scrivere, come scriveva Marziale, dopo l'eruzione del Vesuvio:

Ecco il Vesuvio, un tempo verdeggiante

di folte vigne, un tempo produttore

d'un eccellente vino: questo è il monte

che Bacco amò più dei colli di Nysa:

su queste balze i satiri danzarono

in coro. E questa fu Pompei, città

prediletta da Venere, a lei cara

più della stessa Sparta,

e questa fu Ercolano, dedicata

al nome del grande Ercole.

Vedi, ora tutto è annerito, sommerso

dal fuoco e dalla cenere: gli Dei

si pentono di quello che hanno fatto.

(versi tradotti da Cesare Vivaldi)

Il convegno tenutosi presso l'hotel dei Congressi di Castellammare di Stabia, dal titolo "Il Vesuvio: Passato, presente, e futuro", è stato organizzato dai clubs lions Castellammare Terme e Pompei Host, i cui Presidenti, dott.ssa  Adriana Ingenito Patriarca e ing. Federico Serafino, hanno inteso fare il punto sulla situazione attuale del Somma-Vesuvio, mettendo a confronto due personaggi del mondo scientifico: l'ing. Flavio Dobran, presidente del GVES, e ideatore del progetto "Vesuvio 2000", e il vulcanologo Giuseppe Rolandi del Dipartimento di scienze della terra dell'università Federico II, con la moderazione del geologo Prisco Cutino, addetto stampa circoscrizionale e redattore della rivista 108Ya, già organizzatore di altri due convegni sul Vesuvio. Da una parte, Flavio Dobran, ha posto sul tappeto le sue tesi sulla sostenibilità del rischio Vesuvio, tesi contrastanti la vulcanologia ufficiale. Secondo l'ing Dobran, non ci sarà il tempo di evacuare il milione di persone che gravita sotto il Vulcano e non ci sarà possibilità di avvertimento preventivo, cosa che, purtroppo, si è verificata anche in altri posti del mondo. Una tesi, questa, molto catastrofica, che è stata bilanciata dalle tesi della vulcanologia ufficiale su una evacuazione preventiva all'eruzione, secondo il Piano di Evacuazione vigente redatto dal Dipartimento Grandi Rischi e, a suo tempo, dalla Protezione Civile, con a capo l'ex sottosegretario Barberi, nel 1994. Piano di Evacuazione molto criticato dalla relazione del prof. Rolandi, che ne ha messo in evidenza le pecche e le limitazioni della zona rossa. Secondo Rolandi il Piano è stato realizzato con confini assurdi che coincidono con i confini comunali. Ha dimostrato che ciò non ha fondamenti scientifici. Una relazione questa che ha zittito in parte anche l'ing. Dobran. In definitiva, si doveva parlare anche degli effetti benefici che ha avuto il Vesuvio, sulle arti, il commercio, l'agricoltura e, infine, il turismo, ma, sinceramente, è stato questo solo un aspetto marginale perché il pubblico era letteralmente preso dalla relazione di Giuseppe Rolandi e Flavio Dobran. Ha concluso i lavori il Vice Governatore, dott. Emilio Cirillo, che, nelle sue conclusioni, ha affermato che ancora una volta i lions hanno dimostrato una elevata sensibilità sui temi ambientali e dei rischi naturali, in riferimento al Vesuvio, al fiume Sarno e al dissesto idrogeologico.  E' chiaro che l'attività dei lions non si basa solo su questo, anzi, tutte le problematiche di un territorio vengono sviscerate e portate all'attenzione delle autorità per la loro soluzione, ma anche, a volte, risolvendole loro stessi, avendo tra i soci della grande famiglia lionistica alte professionalità. I lions intervengono sempre laddove le catastrofi naturali hanno comportato perdite di vite umane e distruzione di case.  

Prisco Cutino