Scafati-Angri: PD CHE C'E' DI NUOVO' LETTERA APERTA

Il coordinamento Emily Scafati-Angri interroga il Partito Democratico
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“Partito Democratico, che c’è di nuovo?”, questo il titolo della lettera aperta che il coordinamento Emily Scafati ha indirizzato al Partito Democratico esternando la sua delusione verso quello che oggi avrebbe dovuto amalgamare due partiti emblema del centro-sinistra ed invece sembra essersi incamminato verso una strada senza ritorno.

Parole di rammarico, di delusione e a tratti interrogative per smuovere gli animi e le coscienze. <<Molti hanno creduto nel progetto di costruzione di un nuovo soggetto politico attraverso un laborioso cantiere che vedesse lavorare insieme con la chiarezza delle idee e la trasparenza dei metodi, giovani e meno giovani, donne e uomini, provenienti dai partiti e dalle associazioni. E non solo: ci si rivolgeva anche a tanti singoli individui di buona volontà che non si riconoscevano nei valori della destra e che avvertivano la necessità di offrire un contributo di idee, individui non più solitari che avrebbero potuto trovare un luogo e uno spazio di reale cittadinanza..Molti avevano sperato nella concreta possibilità di un rinnovamento che consentisse lo svecchiamento di una politica chiusa e riservata a pochi, nutrita di doppilivellismi, di giochetti tattici e di autoreferenzialità asfissiante. Molti si erano impegnati, con generosità e convinzione, perché il PD cominciasse il suo non breve e non facile cammino, e tra i molti anche una parte delle donne di Emily. Le parole su cui si basava la nascita del “partito nuovo” erano forti e belle, e avevano conquistato la fiducia di tutti coloro che votarono alle primarie. Le primarie, tuttavia, nascevano già con il peccato originale delle liste bloccate. Poi, andando avanti, attraversando le pesanti sconfitte elettorali, i cittadini hanno dovuto, ancora una volta, misurare la profondità della distanza che esiste tra ciò che si dice e ciò che si fa. Il presunto primato dei politici professionisti che ritengono, erroneamente, di poter scegliere da soli, di essere in grado di costruire il nuovo con i vecchi sistemi, di eleggere gli organismi dirigenti nel chiuso delle stanze, sta vanificando quella grande spinta di fiducia e di entusiasmo che aveva accompagnato la nascita del PD. Ma che c’è di nuovo? C’è il peggio del vecchio. C’è la chiusura verso la società civile, la diffidenza verso chiunque sia portatore di idee altre, c’è la difesa dei vecchi sistemi di potere e dei nuovi che si profilano all’orizzonte, l’attaccamento caparbio e ottuso a piccoli poteri e a vuote logiche di appartenenza. A che è servito sciogliere due partiti se non a riproporre ossessivamente, moltiplicandoli, gli stessi metodi che hanno generato l’abisso tra politica e cittadini? Noi stiamo assistendo alla definitiva militarizzazione della politica, ridotta a campo di azione strategica di generali e soldatini. Amici del PD cosa state combinando? Chi sta discutendo e intorno a cosa? E in che modo? Noi viviamo in tempi bui. Non ne usciremo se non cambiate il modo di procedere, se continuate, ostinatamente, a lavorare non per il successo ma per il fallimento di un grande progetto che ci avrebbe permesso di andare oltre. Oltre questo presente di sfiducia e di delusione>>. Floriana Longobardi