Scafati: NON BASTANO LE DIMISSIONI DA PRESIDENTE

Aliberti chiede la testa di Bottoni: <<deve dimettersi anche da consigliere>>
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Il sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti non abbassa la guardia neanche dopo le dimissioni di Francesco Bottoni da presidente di Agro Invest. La missiva a firma dell’ex sindaco di Scafati, giunta ieri alla stampa e alla società di trasformazione, infatti, non ha convinto il primo cittadino che in tutta risposta e forte del sostegno...

degli altri sindaci di centro-destra del comprensorio, quali Amilcare Mancusi e Gianpaolo Mazzola – riunitisi per discutere di questa faccenda giovedì a Pagani – ha nuovamente avanzato la sua richiesta di dimissioni anche dal consiglio di amministrazione. <<Il problema non è risolto – ha dichiarato il sindaco Aliberti –La questione legata alla società di trasformazione impegnata nell’attuazione del secondo stralcio del Piano per gli Insediamenti Produttivi, non è solo politica ma anche pratica. Il consiglio di amministrazione, non si sente più rappresentato da Francesco Bottoni perché la sua attività politica è in contrasto con la nostra. Dimettersi dalla presidenza – ha continuato Aliberti – non basta. Alla luce delle problematiche emerse nel secondo stralcio del Pip, sento la necessità di ragionare con persone che sposino la mia causa, ovvero quella di trovare un punto di incontro tra imprenditori, residenti e proprietari terrieri. Per questo motivo, riteniamo irrisolto il problema e rivolgiamo nuovamente a Bottoni l’invito a rassegnare le sue dimissioni anche dal consiglio di amministrazione>>. Il sindaco di Scafati e l’ex sindaco hanno mostrato opinioni discordanti anche su un altro punto. Mentre Bottoni nella missiva ha dichiarato di voler continuare “a svolgere con impegno e senso di responsabilità, il mio lavoro per la crescita della società da consigliere nominato dall’Assemblea dei soci di Agro Invest”, il primo cittadino ha voluto sottolineare come “la presenza di Bottoni nel c.d.a sia solo la conseguenza del suo passato da sindaco di Scafati. Un’esperienza ormai terminata”. Questi i problemi “politici”, strettamente collegati ai problemi “pratici” come la questione degli imprenditori già presenti presso l’area di via S. Antonio Abate, che lamentano gli eccessivi costi per gli oneri di urbanizzazione, rivendicando una distinzione tra le quote destinate a loro e quelle dei nuovi imprenditori. Non meno importanti, le proteste dei residenti di contrada Cappelle, che hanno lamentato la troppa vicinanza dei capannoni – in alcuni casi fino a 5 metri – alle loro abitazioni e che comporteranno una rivisitazione del numero dei lotti, per non parlare della ritrosia dei proprietari terrieri destinati all’esproprio. Con tutti questi problemi, che hanno contribuito, insieme a quelli politici, ad un congelamento del secondo stralcio del Pip, pronto per essere approvato dal c.d.a di Agro Invest lo scorso 12 Maggio e poi bloccato insieme alla deliberazione degli espropri dei terreni, risulterebbe difficoltoso per i sindaci di centro-destra trovare un’unità d’intenti con un esponente di centro-sinistra, motivo per il quale Aliberti, Mazzola e Mancusi hanno fatto fronte comune. Francesca Cutino