Scafati: I COMUNISTI SI INTERROGANO...

Tema del dibattito: la cultura in città 
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Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista si incontrano per discutere di cultura. Questo è stato, infatti, l’argomento trainante della discussione, con riferimento, naturalmente, alla città di Scafati e alle opportunità che essa offre in merito. Diverse le personalità del campo culturale, originarie del posto, che hanno preso parte al dibattito...

intellettuali e artisti tra i quali il maestro d’arte Franco Cipriano, il regista Mimmo Corrado, lo storico Angelo Pesce, il chitarrista Espedito De Marino, ecc. Molte anche le presenze politiche tra il pubblico, esponenti di centro-sinistra come Giuseppe Vitiello, Enrico Donnarumma, Michele Chiavazzo, oltre il già citato De Marino, e altri ancora. A introdurre l’incontro, il dr Alberto Pesce e l’assessore alla Provincia di Salerno, Maddalena Arcella, che più volte hanno sottolineato quanto questa riunione non volesse essere un comizio elettorale ma solo un’opportunità di riflessione e dialogo. Non sono mancate, però, le critiche, anche piuttosto aspre, all’attuale amministrazione comunale, retta dal sindaco Pasquale Aliberti. In particolare, l’ass. Arcella ha lamentato: <<In tempi di crisi economica, come quelli che stiamo vivendo, non mi sembra il caso di organizzare tutte queste attività puramente populistiche come sta facendo il primo cittadino. Sarebbe preferibile destinare quei soldi ad attività culturali e all’apertura di spazi destinati a quest’ultime, che possano far desistere i giovani dalla partecipazione ai provini per il Grande Fratello e simili>>. Analoghe critiche al centro-destra in carica sono arrivate anche da Raffaella Casciello, giovane studentessa scafatese, il cui intervento venato di un forte pessimismo, si è rivelato provocatorio pure nei confronti del centro-sinistra che, a suo dire, quando ne ha avuto l’occasione, non ha comunque saputo far di meglio. A esprimere disaccordo con le idee della ragazza, è intervenuto Francesco Carotenuto, giovane coordinatore della F.I.G.C. (Federazione Italiana Giovani Comunisti). Egli ha ribadito la voglia dei ragazzi scafatesi di reagire alla situazione critica delle forze politiche di sinistra e di farlo con ottimismo e positività: <<Il nostro territorio ci appartiene e ci stiamo già adoperando per migliorarlo>>. Le critiche all’amministrazione comunale hanno poi avuto una battuta di arresto, forse per pura coincidenza, con l’arrivo in loco del sindaco Aliberti e di alcuni assessori e consiglieri di centro-destra. Redenta Formisano, insegnante al Liceo Renato Caccioppoli, ha calmato gli animi: <<Le feste popolari non sono certamente attività culturali ma rientrano nei compiti di un’amministrazione che voglia accontentare anche il popolo. L’attuale primo cittadino mi sembra una persona molto disponibile anche al confronto con chi non l’ha votato e non ha le sue stesse opinioni. La destra fa solo il suo mestiere e in questo momento lo fa pure bene. Purtroppo siamo noi di sinistra che non riusciamo a reagire e restiamo sgretolati>>. Non è stata, però, una serata di sole critiche e mea culpa ma anche e soprattutto un’occasione per proporre una rosa d’idee circa la rifioritura della cultura a Scafati. Le proposte si sono sprecate: da quelle rivolte alla biblioteca comunale a quelle in merito agli oltre 100 siti archeologici non fruibili presenti in città, passando per Palazzo Vanvitelli e l’Abbazia di Realvalle. Ospite particolarmente atteso al dibattito è stato Angelo Villani, presidente della Provincia di Salerno, che non ha potuto esimersi dal dare la propria opinione a riguardo: <<Purtroppo, ultimamente, si considera l’investimento culturale una spesa che non vale la pena fare. Ma non può esserci alcuna crescita sociale ed economica se non c’è anzitutto una crescita culturale. Inoltre, è provato che investire nella cultura abbia nel tempo un tornaconto economico sempre maggiore del capitale speso. Scafati, tra l’altro, può permettersi di ragionare in termini molto più ampi perché si trova in una posizione strategica rispetto a Napoli e Salerno, perché è confinante con Pompei, e perché fa parte dell’Agro, che è una realtà dotata di molte risorse culturali>>. Rossella Varone