SANITÀ, DI SCALA (FI): “COSCIONI SI DIMETTA DA AGENAS. SUA PRESENZA IN CDA GETTA OMBRA SU USCITA CAMPANIA DA COMMISSARIAMENTO”

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Il consigliere per la sanità del presidente della Regione Campania, sottoposta fino a ieri a piano di rientro, è anche componente del Consiglio di Amministrazione dell’Agenas, che ha tra i suoi compiti proprio quello di effettuare il monitoraggio e la valutazione sui servizi erogati dalle regioni in sanità. Insomma, controllore e controllato coincidono perfettamente. Una nomina peraltro firmata dall’allora sottosegretario Boschi, poi candidata, guarda caso, in Campania alle scorse Politiche. Tutto ciò ha generato una condizione decisamente antipatica, che getta un’ombra pesantissima sulla tanto pubblicizzata uscita della Campania dal commissariamento in sanità e che dovrebbe suggerire al professor Coscioni di dimettersi immediatamente da uno dei due incarichi”. Lo dichiara Maria Grazia Di Scala, consigliere regionale di Forza Italia e presidente della Commissione Sburocratizzazione della Campania.

Oggi peraltro abbiamo anche tenuto un’audizione, ovviamente disertata dai vertici della Asl Napoli 1 Centro, su di un’altra bizzarra vicenda che riguarda la convenzione che prevede il trasferimento di pazienti ricoverati all’Ospedale del Mare verso l’unità complessa di cardiochirurgia del Ruggi d’Aragona a Salerno, guarda caso retta dal professor Coscioni. Sindacati, consumatori e cittadini hanno preso parte ai lavori denunciando il loro stupore per una scelta che taglia fuori la rete dell’assistenza metropolitana di Napoli, dove pure insistono unità operative complesse di cardiochirurgia attrezzate e con servizi di eccellenza come quelle di Ospedale dei Colli, Cardarelli e dei policlinici universitari. Un’altra scelta discutibile, oggetto di studio da parte della Commissione Sburocratizzazione, che si concentra sugli atti e non fa propaganda, e che ci consente oggi di obiettare con nettezza rispetto ai proclami sulla trasparenza in sanità del presidente De Luca”, prosegue l’esponente azzurro.

Peraltro, nel caso dell’Ospedale del Mare, si tratterebbe di trasferire pazienti in condizioni delicate da Napoli a Salerno, ottenendo un consenso informato di cui si contesta anche dal punto di vista formale e procedurale l’opportunità. Insomma, non vorremmo che la convenzione avesse avuto una natura diversa da quella tecnica, con pazienti mortificati e disagi importanti anche per i loro familiari. Vi è un vulnus chiaro in tutta questa storia, che mina alla base le ragioni di appropriatezza e di efficientemento di tutto il sistema sanitario regionale”, conclude Di Scala.