*REAGIAMO IN FRETTA, REAGIAMO INSIEME*, LETTERA APERTA A TUTTI NOI SCAFATESI

Michele Grimaldi, capogruppo democratici e progressisti.
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Scriveva Oscar Wilde che ci sono due grandi tragedie nella vita: una è non ottenere ciò che si vuole, l'altra è ottenerlo. Io non so se Wilde conoscesse o meno Cristoforo Salvati, ma mi pare che la frase descriva benissimo la sua elezione a Sindaco di Scafati: una carica che non ha né la tempra, né le capacità, né la passione per onorare e rappresentare.
 
E così, nel bel mezzo di una pandemia globale, nel mentre la nostra comunità vanta il triste primato di contagio su scala provinciale ed una violenta crisi economica e sociale investe la nostra città, Salvati continua questa sua personale tragedia di essere, suo malgrado, a tratti a sua insaputa, Sindaco.
 
Ci sarebbe da lavorare alla prevenzione e al contrasto del virus, al miglioramento di un'ordinaria amministrazione oggi fatta solo di abbandono sociale e degrado urbano, e alla ripartenza: con i fondi europei del Recovery fund che potrebbero essere un'eccezionale occasione di trasformazione e sviluppo. E invece siamo ancora qui, con le crisi di maggioranza, le dimissioni degli assessori e i rimpasti di Giunta, l'invenzione di nuove cariche come il Cda dell'Acse per distribuire contentini, e il Presidente del Consiglio comunale sfiduciato che ricorre al Tar di Salerno chiedendo addirittura l'annullamento dello Statuto Comunale.
 
Vorremmo parlare di idee e di proposte, come quella che abbiamo presentato sul modello Ferrara elaborato dal professor Crisanti per contrastare la diffusione del virus superando la spirale di aperture e chiusure, o come le tante che presenteremo in occasione della discussione del bilancio preventivo per aiutare famiglie ed attività commerciali che sono in difficoltà.
Invece siamo costretti, ancora una volta, a denunciare l'uso privatistico delle Istituzioni da parte del Gatto e del Gatto, Salvati e Santocchio, ché ci sfugge chi dei due possa essere la volpe. Costretti, perché se le Istituzioni democratiche non funzionano, o meglio, sono percosse con violenza da chi dovrebbe rappresentarle, la macchina amministrativa si blocca, i fondi ed il tempo si sperperano, non si riescono a dare le dovute riposte ai cittadini: né da parte di chi governa, né tantomeno da parte di chi, come noi, dall'opposizione, prova a fare qualcosa che serva, come direbbero gli Afterhours.
 
E così, nel mentre ancora non si capisce che fine abbia fatto il Piano Urbanistico Comunale, quale sia il bilancio delle cinque farmacie comunali, come sia possibile che un suolo dell'area ex-Copmes sia stati venduto a 20 euro al metro quadro, quali siano i contenziosi tra il Comune e la Helios, se si stia applicando il nuovo regolamento regionale sulle case popolari, che fine abbiano fatto la villa comunale e la biblioteca, la maggioranza continua a litigare con sé stessa.
 
E dunque, ci troviamo dinanzi ad un ricorso al Tar da parte del Presidente del Consiglio comunale sfiduciato che di fatto blocca i lavori del Consiglio e del Comune, e rispetto al quale i Consiglieri comunali non sono stati nemmeno informati: così come non ci è dato sapere se l'Ente si sta difendendo e come. In una situazione surreale, nella quale il Sindaco – che ha votato contro la sfiducia – dovrebbe scegliere l'avvocato chiamato a difendere il Comune contro il ricorso.
 
In contemporanea, il Presidente del consiglio comunale sfiduciato convoca un Consiglio comunale per il 26 marzo in "modalità videoconferenza", senza nemmeno dire su quale piattaforma informatica si terrà il Consiglio, né spiegare quali siano le modalità e garanzie di funzionalità e trasparenza della discussione e del voto. In più, come non bastasse, non mette all'ordine del giorno l'elezione del nuovo Presidente del Consiglio, obbligo di legge e di statuto.
 
Un Consiglio comunale convocato senza una firma digitale valida, tra l'altro, come fosse un pizzino, un appunto su di un pezzo di carta straccia.
 
Allo stesso tempo, scompare dagli argomenti all'ordine del giorno del Consiglio la proposta di delibera di Insieme per Scafati sulla vicenda di Scafati Sviluppo, trasformata e annacquata in maniera arbitraria da Santocchio in una "comunicazione del Sindaco".
Queste che sembrano osservazioni e discussioni tecniche, burocratiche, raccontano invece lo stato e lo strato di opacità che avvolge Palazzo Mayer. Con il Presidente del Consiglio comunale sfiduciato e il Sindaco che continuano a non chiarire quello che denunciarono nelle scorse sedute dell'assise: e cioè chi siano i poteri forti che mirano a mettere le mani sulla città, e quali interessi oscuri su ciclo dei rifiuti, Scafati Sviluppo e vendita delle farmacie, si celerebbero dietro la mozione di sfiducia presentata nei confronti dell'avvocato Santocchio.
 
Sono domande che hanno il dovere di una risposta celere e chiara: la nostra città, oltre alla sporcizia e al buio che descrivono le nostre strade, non può tollerare anche sporcizia e buio sulle parole e le attività delle Istituzioni.
In questi giorni stiamo segnalando queste anomalie e queste prevaricazioni a tutti gli organi preposti, dal Prefetto all'Anac.
 
Ma siamo consapevoli che nulla basterà se la città tutta non reagirà: contro una "disamministrazione" Salvati che sta portando il Comune al dissesto finanziario – lo scrivono i Revisori dei Conti – e Scafati verso un baratro fatto di abbandono, assenza di servizi, negazione di futuro.
Reagiamo tutti, reagiamo in fretta, per l'amore verso la nostra comunità.