LA MADRE DI TUTTE LE RIFORME

Il Consiglio dei Ministri approva la riforma della Giustizia che adesso passerà al vaglio del Parlamento. I numeri ci sono per approvarla
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Il cardine della riforma della giustizia è la separazione delle carriere: divisione tra giudici e PM. Prima il PM che inquisiva e indagava era anche il Giudice che giudicava. Una evidente disparità. La riforma pone al centro la parità tra accusa e difesa. Il giudice diventa colui che è davvero sopra le parti, perché non è più pari al PM. Finora i piatti della bilancia erano sbilanciati a favore dei magistrati: da una parte c'erano giudici e PM, dall'altra il cittadino solo. Ora invece i piatti sono stati messi su un unico piano: in una condizione di parità. Altro punto fondamentale: la responsabilità civile dei magistrati, al pari di tutti gli altri dipendenti dello Stato. Se sbaglia il medico è responsabile e il cittadino può citarlo. Se sbaglia l?ingegnere a fare i calcoli di un palazzo ed esso si lesiona o cade, si può citarlo per danni. E così via. Adesso potrà avvenire anche per il magistrato. Si attua il principio della legge uguale per tutti. Se il Magistrato sbaglia dovrà pagarne le conseguenze civili, come tutti. La riforma non riguarderà i processi in corso alla data della sua entrata in vigore, pertanto non si potrà assolutamente parlare di legge ad personam, ma di legge fatta nell?interesse di tutti i cittadini.

Lo stesso Berlusconi sostiene: "Non è ad personam". Questa è una riforma organica, sostiene Berlusconi, che non ha nulla a che fare con i processi in corso: "Non è contro nessuno e non è a favore di qualcuno. Non è ad personam ma nell'interesse di tutti gli italiani". Poi, mentre il premier ribadisce che si presenterà in tribunale a difendersi, "così spiegherò alla gente come stanno realmente le cose". Del resto, l?articolo di chiusura del ddl costituzionale. Come ha ricordato Alfano, infatti, le modifiche alla Carta "non si applicano ai procedimenti penali in corso proprio per mantenere la purezza di questo impianto e di questo disegno che ha una sua nobiltà storica".

C?è da dire che di questa separazione delle carriere se ne parla da una ventina d?anni, ma nessuno mai era riuscito a mandarla in porto, anche per lì ostacolo di alcune frange di deputati e Senatori.