LA VITA QUOTIDIANA, LA FAMIGLIA E L’EDUCAZIONE NELL’ANTICA POMPEI, (PARTE IX), LA GIORNATA TIPO NELL’ANTICA POMPEI E DEI ROMANI IN GENERALE

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Era abitudine dei romani di alzarsi molto presto, un’ora prima del levar del sole, e rivolgere una piccola preghiera ai Lari domestici. La ragione per cui essi si alzavano di buon mattino era per godere delle ore di luce solare, data la scarsità d’illuminazione artificiale.

Dopo una fugace colazione (ientaculum) chi aveva un proprio “patronus” vi si recava per la “salutatio” e lì riceveva denaro o provvista (sportula). Questi protetti erano chiamati “clientes” e non erano altro che plebei che si erano scelti un patrizio come protettore per assicurarsi le provviste quotidiane o per chiedere consigli di vario genere.

Coloro che non avevano il “patronus” o non dovevano attendere i “clientes” per la “salutatio” o non avevano un lavoro dipendente badavano prima alla organizzazione dei domestici e solo dopo cominciavano ad occuparsi del loro lavoro.

All’approssimarsi del mezzogiorno si rientrava a casa per il “prandium”, che era un pasto leggero. Giunta la sesta ora, chi poteva faceva un breve riposo (meridiatio) e poi si dedicava alla ginnastica e alle cure fisiche nelle terme e nelle palestre; grandi stabilimenti dove si prendevano bagni e si sostava per chiaccherare e giocare. Verso sera, anche prima del tramonto, si consumava la cena (cena), che era il pasto principale dei romani.

Naturalmente questi orari non potevano essere uguali per tutti. Molti, a causa dei loro affari, non potevano abbandonare il lavoro quando il sole si trovava allo zenit. Molti negozi rimanevano aperti e si spostava l’orario del “prandium” e della “meridiatio”.